Le medesime volontà di compiacere

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Hermione era stata molto silenziosa.
A lezione di trasfigurazione aveva stretto il più possibile le gambe, scritto fittamente appunti e pensato a qualsiasi altra cosa ma mai cercando di ricordare che dentro di lei ci fossero due palline che si muoveva piacevolmente.
Non aveva risposto a nessuna delle domande fatte dalla McGranitt. Probabilmente se lo avesse fatto, si sarebbe lasciata sfuggire diversi gemiti e altrettante imprecazioni.
Non le era parso il caso.

Una volta che la campanella era suonata, le palline si mossero veloci dentro di lei mentre correva nel primo bagno che trovava.
Si era accertata che non ci fosse nessuno prima di lasciarsi sfuggire un gemito lungo. Non ne poteva davvero più. Era una tortura bella e buona.
Poi aveva seriamente pensato alle parole di Severus prima di lasciarla nella biblioteca.

Doveva essere pronta per cosa?
Hermione ripensò alla sua erezione nella sua bocca. Strinse le gambe. Le palline vennero risucchiate e poi mollate dalla contrazione dei suoi muscoli pelvici.
La campanella suonò di nuovo.
Uscì dal bagno di corsa, scivolando giù per le scale.
Doveva passare altre due ore di lezione, con la presenza di Snape in giro per la classe, il suo profumo irresistibile e i suoi occhi magnetici.

Non doveva pensarci.

Avrebbe fatto bene a non farlo se non voleva avere un orgasmo di fronte a tutta la maledetta classe.
Sprofondò nella sedia all'ultimo banco. Harry era agli allenamenti di quidditch fortunatamente, insieme a Ron. Severus sollevò gli occhi su di lei prima che la classe si riempisse di studenti.

«Oggi parliamo di obscuriali..» Il tono di Snape era sempre stato basso e cadenzato, allora perché Hermione non poteva non distogliere l'attenzione dalla sua voce e dalla sensazione che le provocava il pensiero di quando parlava con quel tono nel suo orecchio?
Erano le palline.
Sì, per forza.

Hermione mosse piano una gamba, accavallandola sopra l'altra. Chiuse di scatto gli occhi e deglutì.
«Signorina Granger, ti vedo distratta. Forse vorresti rispondere alla domanda che ho appena rivolto a tutta la classe?» Gli occhi di Snape erano puntati dentro a quelli di lei.
C'era un brillio fuggevole, di pacato divertimento anche nel suo tono.
Sapeva perfettamente che lei in quel momento, dopo ore di stimolazione non sarebbe riuscita a parlare senza gemere.
Hermione si schiarì la voce. La classe stava attendendo.
«Può..» il tono vibrò nella sua gola. La schiarì di nuovo con un colpo di tosse, più per mitigare il gemito «può ripetere la domanda?» strinse maggiormente le gambe.

Severus tirò impercettibilmente le labbra. Era visibilmente soddisfatto.
«Cosa è un obscuriale, signorina Granger.»
Hermione lo guardò intensamente negli occhi.
«Un Obscuriale è un mago o una strega, generalmente bambino, incapace di controllare i propri poteri magici. Questi ultimi si ritorcono contro di lui o lei generando un'entità oscura e parassita nota sotto il nome di Obscurus.» Sibilò piano lei.

Severus distolse molto lentamente lo sguardo dagli occhi di lei, rivolgendosi a tutta la classe.
«Chiunque manifesti poteri magici è solito darne un segno già in tenera età. Può capitare che per motivi fisici -come una salute cagionevole- oppure psicologici il bambino non riesca ad incanalare correttamente le sue abilità e questa forma di repressione, voluta o meno, si muta poi in un'entità separata che finisce con il consumare il malcapitato. Una volta che l'Obscurus si è liberato dal vincolo che lo legava al proprio "padrone", è in grado di vagare alla ricerca di un altro ospite o addirittura può essere isolato dal bambino che lo ha generato, ma molto difficilmente.»

Un ragazzo alzò la mano.
«Professore, signore, scusi. Ma se un obscurus si libera da chi lo ha generato, a colui o colei che lo ha generato cosa succede?»
Severus prese a camminare per la classe.
Hermione abbassò gli occhi; non aveva proprio intenzione di guardarlo. Se lo avesse fatto non era sicura di potersi trattenere.

Un altro capitolo della medesima storia (Snamione story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora