Il medesimo piacere

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Severus Snape era silenzioso appena la classe si fu seduta opportunamente ognuno al proprio banco.
Li guardava dalla cattedra con un guizzo di soddisfazione, come se avesse preparato qualcosa per loro.
Infatti qualcosa lo aveva in serbo per la sua classe: un bel compito a sorpresa.

«Dovreste sapere perfettamente gli argomenti che troverete su questo compito, dunque poche storie.» Con un colpo di bacchetta i fogli di pergamena con su scritte dieci domande a risposta aperta vennero consegnati a ognuno degli studenti Grifondoro e serpeverde.

Tra gli sbuffi e i mormorii concitati e di disapprovazione, la classe calò nel silenzio appena Snape si fu alzato dalla sua sedia per poter girare tra i banchi con sguardo di rimprovero.
A testa bassa tutti iniziarono a leggere e scrivere.
Il silenzio rotto solo dal grattare delle penne sulle pergamene.

Arrivato agli ultimi banchi, Snape si concentrò particolarmente sul compito di Hermione Granger.
O meglio: su di lei.
Si avvicinò silenziosamente, mettendosi proprio dietro di lei e abbassandosi proprio su di lei.

La Granger smise per un attimo di scrivere, guardando un punto indecifrato davanti a lei.
«Continua a scrivere, signorina Granger.» Sussurrò nel suo orecchio.
Hermione percepì le mani di Snape insinuarsi lentamente sotto la sua gonna, tirandola su e accarezzandole con malizia le cosce.

Sentì un flebile tintinnio e in seguito una mano di Severus si infilò sotto le sue calze.
Dovette ingoiare il gemito di sorpresa, a quel punto. Abbracciò con lo sguardo l'Intera aula: i suoi compagni erano così impegnati a scrivere che non sembravano accorgersi assolutamente di nulla.

Poi, qualcosa di freddo le sfiorò la coscia e il dito di Snape scostò la stoffa delle sue mutandine.

Oh.

Quel qualcosa di freddo finì a contatto con la sua intimità calda. Il suo clitoride si irrorò di sangue appena quella cosa fredda lo toccò, ma da lì con l'aiuto di Severus, quella scese, rotolando tra le pieghe della sua intimità.

«Sollevati un po'.» Bisbigliò la voce serpentina del maestro e Hermione non poté che obbedire.
Poggiò le mani e gli avambracci sul banco e fece come detto, sollevandosi di peso su di essi.
La pallina, perché a Hermione per come scivolava parve solo che una pallina, venne spinta dalle dita di Snape dentro di lei.

Chiuse gli occhi e serrò la bocca.

Il dito di Severus spinse dunque l'oggetto fino in fondo e poi, improvvisamente, Hermione sentì un'altra pallina nella mano di Severus e anche questa, sempre con la stessa lentezza, venne inserita dentro di lei e spinta da un dito lungo e affusolato fino in fondo.

Poi il calore di Severus sparì e lui riprese a camminare tranquillamente per la classe.
Hermione rilasciò la tensione delle braccia che aveva usato per sollevarsi e appena si fu rimessa seduta, percepì le due palline che Snape le aveva inserito in vagina muoversi.

Si lasciò sfuggire un gemito sorpreso, che fece voltare Harry.

Scosse il capo «non ricordo la domanda.» Sussurrò.

E invece col cazzo che era la domanda: scoprì ben presto a cosa servivano quelle palline.
A ogni movimento che faceva, dentro di lei quelle si muovevano a loro volta, creando un piacevole e intenso sfregamento che mano mano la faceva eccitare sempre più.

Cercava di stare il più ferma possibile più per non tradirsi con qualche sospiro o gemito, che perché non volesse effettivamente muoversi.
Avrebbe voluto. Eccome.
Avrebbe voluto tanto altro.

Quella era un altro tipo di cosa che non aveva mai sperimentato in vita sua.
Sollevò lo sguardo su Snape; la stava osservando e l'unica cosa che Hermione riuscì a fare fu portarsi distrattamente una mano dietro la nuca come a volersi smuovere i capelli.

Un altro capitolo della medesima storia (Snamione story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora