La medesima soddisfazione di provocare; o forse no.

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«Oh, ecco qua.» Disse lei, sollevando il libro per poi alzarsi dal banco e sorridere apertamente.
Snape aveva gli occhi fissi su di lei, in particolare sulle sue gambe; erano perfettamente tornite, fasciate in quel jeans provocante e che avrebbe fatto girare la testa a chiunque.

«Che stai facendo, signorina Granger?» lo chiese dopo parecchio tempo. Aveva dovuto recuperare il controllo di se stesso.
In realtà sapeva perfettamente cosa lei stesse facendo. Certo che lo sapeva.
Non era un idiota completo, anzi, aveva una certa esperienza al riguardo e non si era privato del piacere della conquista.
Riconosceva una donna intenta alla provocazione e riconosceva anche e soprattutto una donna che voleva attenzioni particolari.

E Hermione Granger, non lo avrebbe mai ammesso ma lui sapeva fosse così, le sue attenzioni le voleva.

«Per caso ha qualche problema di udito, signore?» e sollevò il libro per sottolineare cosa lei stesse facendo.
Sorrise amabilmente.
Snape rimase a osservarla da dove era seduto, accarezzando il labbro inferiore con un dito.
Hermione aveva ben imparato che quel gesto lui lo faceva quando stava riflettendo sul da farsi.

Bene.

Rimasero a guardarsi attentamente, poi la ragazza decise di voltarsi e andare verso la porta.
«Bhé, buon sabato, signore.» E mise la mano sulla maniglia, che tuttavia si bloccó magicamente.
Hermione si voltò di scatto, trovandosi a un metro di distanza la figura di Snape che silenziosa l'aveva raggiunta in poche e studiate falcate.

«Cosa stai facendo?» sillabò, avvicinandosi a lei ancora.
Hermione non fremette di paura, tuttavia appena lui entrò nel suo spazio personale, a una distanza così minima rispetto a quella di poco prima e sentendo il profumo di lui, si sentì chiudere la gola e un brivido lento, intenso e molto lungo le percorse la schiena.

Aveva un aura così potente, che avrebbe fatto piegare chiunque al suo volere e questo Hermione dovette concederglielo.

«Il gioco non è finito. La tormenterò fino alla fine dell'anno.» Sussurrò decisa, con lo sguardo fiero negli occhi neri e ora intensi e mossi da, finalmente qualcosa, di Snape.
La sua espressione finalmente non era più il nulla, non era più un muro di ghiaccio.

«E hai deciso di farlo utilizzando la cara e vecchia amica seduzione?» Ghignò di fronte allo sguardo sconcertato e preso contro piede della ragazza.
«Forse..» e si avvicinò fino a sfiorarle il seno con il petto «hai scelto male il tuo gioco, signorina Granger. Un territorio minato, dove ti farai male. Sei in grado di tenermi testa anche in questo? Uhm?»

Merlino benedetto.
Hermione non se lo era aspettato.
E chi lo avrebbe mai detto!
C'era qualcosa che lui non sapesse fare? Di cui non aveva alcuna padronanza?
Di cui ignorava le modalità? Eppure con quelle parole dette con un tono setoso -un filo di miele caldo- in pochissimo tempo Hermione si sentì afferrare dalla necessità di volere una piccola parte di lui dentro di lei.

Una fitta al basso ventre, dolorosa e piacevole allo stesso tempo, la fece gemere.
Snape sembrò soddisfatto. Ghignò di nuovo e si allontanò da lei molto lentamente, guardandola sempre negli occhi e attendendo che lei facesse qualcosa per non lasciargli vinta quella partita.

Ma Hermione era troppo sconvolta.
Sconvolta da sentire il respiro bloccato in gola e la necessità immediata di andarsi a sciacquare il viso.
Era stato intenso. Intenso come se lui l'avesse afferrata e portata in mondi sconosciuti, facendole vedere qualcosa che aveva sempre ignorato esistere.

Questo era riuscito a farlo con uno sguardo e qualche parola, Hermione non voleva immaginare cosa potesse, dannazione, fare in un contesto più.. pratico.

La medesima soddisfazione di provocare però non era stata tanto soddisfacente per Hermione. Lui aveva di nuovo vinto, lui sembrava vincere qualsiasi gioco perché ne aveva le capacità, sapeva alla perfezione le regole e se lei aveva pensato di coglierlo impreparato anche in quel caso, ora si accorgeva di essersi sbagliata di grosso.

C'erano due Severus Snape o anche multipli e uno di questi era proprio davanti a lei. L'aveva provocata, era stato al gioco e le aveva fatto sentire cose che con un uomo Hermione non aveva mai sentito neanche in una intimità e conoscenza annale.

Lui in una manciata di secondi, perché quelli erano stati, l'aveva presa, tirata verso il calore della seduzione cristallina e poi l'aveva lasciata, creando così soddisfazione e insoddisfazione, freddezza e calore.

Deglutì.

Era in grado di tenergli testa? Assolutamente no, perché da lui avrebbe solo che dovuto imparare, prendere appunti.

Ma non lo avrebbe mai ammesso.

«Certo che sí!» E lo disse con un tono polveroso, che le uscì gracchiante dalla gola secca.
Snape sollevò un sopracciglio, molto divertito ed era evidente.
«Non vedo l'ora di vedere cosa ti inventerai, allora.»

E voleva saperlo pure lei.

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