Un medesimo e non troppo velato interesse

185 17 4
                                    

Aveva deciso che non avrebbe fatto assolutamente niente.
Il problema era che, essendo Snape nato per essere un bastardo, Hermione ogni qual volta lui le toglieva punti o la umiliava in qualche maniera, si sentiva punta così sul vivo che aveva iniziato a rispondere davanti a tutta la classe.

Ormai i suoi compagni erano abituati.
Tutta la scuola era abituata.
Sembrava che ormai persino i fantasmi parlassero di Severus Snape e Hermione Granger e il loro punzecchiarsi a vicenda.
Silente aveva ridacchiando bonariamente quando lo aveva saputo e Minerva McGranitt aveva messo sul tavolo una scommessa.

«Dieci punti in meno a grifondoro.» Disse serico Snape.
«Dieci punti in meno a serpeverde! Solo perché mi sono antipatici. Anzi, mi correggo: mi sta antipatico il direttore della loro casa.» Rispose dal fondo dell'aula Hermione.
I Grifondoro ridacchiavano, mentre i serpeverde le lanciavano occhiate di fuoco.

Era davvero divertente vedere quei due comportarsi come se avessero quindici anni e cercare di infastidirsi vicendevolmente.
Ormai Harry e Ron si scambiavano occhiate divertite e facendo spallucce tornavano al loro lavoro.
Altri ancora invece sembravano essere ingelositi quasi infastiditi dal rapporto tra Severus e Hermione.
Reputando la loro disputa così personale, quasi intima, che molti iniziarono a guardare la cosa non come reciproco disprezzo, bensì come reciproco interessamento.

E questo aveva fatto davvero divertire Hermione, perché ora Severus Snape sembrava essere stato davvero punto sul vivo. Toglieva punti a chiunque e andava in giro per la scuola a mettere in punizione chiunque stesse parlando di Hermione.

E con chiunque, si intendevano anche Ron e Harry che stavano parlottando sul chiedere alla ragazza un aiuto per il tema di incantesimi.
«Venti punti in meno a grifondoro.»
I due ragazzi erano davvero rimasti sconcertati, ma ormai erano davvero tutti quanti abituati, come se quella situazione facesse parte della scuola stessa assieme ai gradini che sparivano, le porte non porte e i fantasmi.

«Ci sono novità riguardo alla signorina Granger e il professor Snape?» parlottavano in giro i fantasmi.
«Comunque ho saputo che il professor Snape e la signorina Granger hanno..» invece dicevano alcuni quadri.

Ormai il loro alterco era conosciuto come il gossip più discusso, ma certo non era questo ciò che Hermione aveva voluto.
Si rese conto che la cosa le si era ritorta contro quando incontrando Snape per il corridoio durante la ronda lui disse:

«Gira voce che tu sia stata lasciata da Ronald Weasley, signorina Granger. Per caso io ne sono la causa? Mi gongolerei se così fosse.» Hermione era rossa in viso.
Innanzitutto lei e Ronald si erano lasciati già da un anno.
E come seconda cosa a lei non piaceva Severus stronzo Snape!
Non sarebbe mai accaduta una cosa simile.

«Ha perso per caso la ragione? Le si è girato il cervello al contrario? Io non mi sono lasciata con Ron per lei!» e aveva sbottato, urlato addirittura nel corridoio vuoto.
Era completamente fuori di senno, tanto che si rese conto di aver perso.
Snape era rimasto impassibile, un semplice ghigno divertito tracciava una linea sottile e tirata di vittoria sul suo viso.
«La prossima volta, signorina Granger, se vorrai provare a comportarti come il sottoscritto, assicurati almeno di esserne all'altezza.»

Quell'evento era stato fatto circolare velocemente in giro per la scuola. Il corridoio del resto era vuoto di persone, ma non era privo di quadri impiccioni che seguivano quella storia con in mano pop corn e bevande super alcoliche.

Zero a uno per Hermione Granger e che batosta era stata per lei, considerato che ora la casa di Grifondoro era ancora più arrabbiata per aver fatto loro perdere tutti quei punti senza essere neanche riuscita a vincere un futile gioco.

Ma per Hermione non era finita; aveva perso il primo round, ma il secondo lo avrebbe vinto.
E se non ci fosse riuscita, allora si sarebbe umilmente arresa sventolando bandiera bianca.
Quella mattina di sabato era scesa dalla sua camera da letto così in tiro da far girare la testa a tutti.

«Cosa.. miseriaccia!» Ron diede una gomitata a Harry.
Hermione era vestita completamente di nero, ma così elegante e oscura che avrebbe fatto paura a chiunque.
Era diventata Snape al femminile, solo più bella e sicuramente molto meno cupa.

Uno stile simil gotico con jeans neri strettissimi che delineavano le sue curve, accentuandole e valorizzandole. Lo stivale che arrivava sotto al ginocchio, con il tacco la slanciava incredibilmente, facendola sembrare più imponente.
E che dire della camicia di velluto nera, dal colletto abbottonato fin sotto alla gola e chiuso da un elegante catena da colletto che la rendevano nel complesso austera e.. bellissima.

La chioma leonina era stata domata: ora i capelli le ricadevano lisci e lucidi sulle spalle dritte.

«Miseriaccia, ma dove vai?» Ron deglutì, guardando l'amica camminare sinuosa verso di loro.
«A fare un torto a Snape.» E detto questo uscì dalla sala comune per recarsi nello studio del professore in questione.

Quando bussò alla sua porta, Hermione entrò cauta.
«Oh, salve professore. Posso vedere se nel mio banco ho dimenticato il libro di difesa, ieri?» ovviamente lo aveva lasciato lì apposta.
Snape non aveva alzato lo sguardo neanche una volta, facendo un semplice gesto ovviamente indifferente con la mano.

Il tacco che Hermione aveva scelto quella mattina rimbombò nell'aula.
Rumore che fece sollevare la testa impercettibilmente a Snape che.. deglutì.
Per le mutande di Merlino.
La Granger si abbassò lentamente sulla sedia, accavallò le gambe e prese a rovistare sotto il banco.

Ovviamente l'intenzione di Hermione era più che chiara: voleva provocarlo in quanto uomo, considerato che in quanto professore non ci riusciva. Eppure.. quel comportamento apertamente provocante non lasciava intendere dubbi sul fatto che a lei Snape piaceva.

L'attrazione era più che ricambiata.

Un altro capitolo della medesima storia (Snamione story)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora