Nica:«Lionel,calmati…»
Lionel:«non sopporto che tu viva qui con lui» sputò alla fine. Mi si chiuse lo stomaco. A quelle parole mi lanciai un'occhiata allarmata alle spalle: nel silenzio erano rimbombate come il colpo di un cannone. Scivolai in avanti socchiudendo la porta: Lionel indietreggiò di un passo e i miei occhi caddero sul cancellino aperto.
Nica:«è tardi,Lionel. È meglio che tu vada a casa…»
Lionel:«no!» mi interruppe febbrile,alzando la voce. Non sembrava nemmeno lui.
Lionel:«non ci vado a casa. E non riesco nemmeno più a far finta di niente! Non sopporto di sapertelo sempre intorno,con quel suo atteggiamento da bastardo intoccabile e tu con quel tuo…vestito» gesticolò come impazzito,fissando ogni centimetro del mio corpo. Le sue iridi scattarono sulle mie, illuminate improvvisamente da un bagliore sinistro.
Lionel:«siete stati insieme fino a ora? È così? Che cosa ti ha chiesto per regalo,eh? Che cosa?»
Nica:«non sei in te» risposi con una stretta al petto.
Lionel:«non vuoi dirmelo?» stava respirando con forza. I suoi occhi si alternarono sui miei,convulsi.
Lionel:«tu ancora non hai capito,vero?»
Mi avvicinai a lui.
Nica:«Lionel…»
Lionel:«non...!» eruppe fuori di sé ,allontanandosi di qualche passo.
Lionel:«come te lo devo fare capire? Eh? Come?» si infilò le mani nei capelli. «sei davvero così ingenua?»
Sussultai quando strinse i pugni.
Lionel:«non posso andare avanti cos,è assurdo! Da quanto ci sentiamo? Da quanto? E tu nonostante tutto sembri non vedere niente! Cosa devo fare perché tu capisca? Cosa? Dio,Nica,apri gli occhi» le sue mani mi presero il viso:Lionel mi baciò e io d'istinto sbarrai gli occhi. Poi si staccò da me e i suoi occhi si alzarono alle mie spalle.
Rigel mi fissò per un momento in cui sentii urlare il mondo. Poi si voltò e sparì.
Nica:«Rigel!» urlai e feci per seguirlo ma mi sentii afferrare il braccio. Lionel mi chiese di fermarmi e io,alzando la voce, sbottai un "no!" prima di correre dietro Rigel.3°persona
Un dolore sordo lo divorò mentre marciava via da quella visione. Aveva una voglia micidiale di farlo a pezzi, di spaccare la faccia a quel coglione e strapparlo via da lei. Vederli insieme era come impazzire.
Lo aveva sempre saputo che Nica non avrebbe mai potuto guardarlo come guardava il resto del mondo. Non lui, con quel cuore così sporco e malridotto. Si era fatto odiare troppo. Nessuno lo avrebbe mai voluto,nessuno, perché era rotto,diverso, meschino ed era un disastro. Non sapeva nemmeno provare emozioni comuni come l'amore senza graffiarlo o farlo a pezzi.Pov di Nica
«Rigel!» chiamai su per le scale. Arrivai alla porta della sua stanza e lo vidi. Seduto sul letto,immerso nella penombra.
Nica:«Rigel…»
Rigel:«Non entrare. Vattene. Vattene subito!»
Mi avvicinai piano,notando il suo respiro corto,ma lui disse: «ti ho detto di non entrare!»
Nica:«no. Non vado via»
Invece di andarmene ricordai le parole che mi aveva detto Adeline "Rigel si condanna a essere solo". Così allungai le braccia e gli circondai il capo e lo strinsi.
Nica:«io non ti lascerò mai più. Te lo prometto.» e in quel momento le sue dita stritolarono la stoffa del mio vestito. E mi tirarono a seSpazio autrice
Ave bella genteeeee. Questo capitolo è più lungo del previsto ma non odiatemi ahahahah. Lo amo troppo. Ho provato a fare un ""riassunto"". Ahahahahahahha e nulla. Io amo Rigel. È mio marito. Punto ahahahahah e nulla ci sentiamo al prossimo capitoloooo. <3 :)