Prologo - Deathbed

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-you've been bad
I warned you

Uccidere è un metodo aggressivo che utilizzano solo gli assassini per comunicare al mondo che non si staranno in silenzio, ma per quali motivi la rabbia li porta al omicidio? Perchè uccidono le persone innocenti, loro non c'entrano nulla con la loro rabbia, o invece c'entrano? Che hanno fatto queste persone di così male? Che ha fatto... ?

Iside Irvine's pov

-15 anni fa

Era una di quelle nottate più calme, dove la Luna riusciva a splendere in tutta la sua bellezza. Quei ponti di luce riuscivano ad accompagnare armoniosamente quel bellissimo satellite: la Luna. Era quella che mi portava calma, era quella che mi faceva dimenticare tutti i miei problemi, tutte le mie rabbie e lamentele che continuavo ad avere a quell'età. All'età di otto anni molti si chiedono perchè avrei dei problemi così grandi, ma non le avevo io, me li portavano loro, i miei genitori.

Erano inconsapevoli di continuarmi a portare solo disastro in testa tra le loro litigate, tra le colpe che mi dovevo assumere e dalle responsabilità che mi caricavano sulla schiena. Ma questa schiena qui si stava per rompere.

La Luna riusciva a togliermi tutti questi pesi e a farmeli appoggiare su una sedia, una qualunque, mentre io rimasi in piedi ad ammirare quella luce impropria, ma che ai miei occhi risaltava come la più bella.

A casa mia si sentivano solo le urla dei miei genitori: le loro frasi sembravano così insignificative che nemmeno loro sapevano di cosa stessero parlando. Non li capivo proprio i 'grandi'. Cosa avevano che noi bambini non abbiamo? Forse i bambini riescono a capire e ad apprendere il mondo con più facilità, mentre loro trovano il modo di farlo apparire con più difetti che pregi, ma tutti dovrebbero essere felici di possedere la vita, quindi perchè litigare, in ogni caso si continuerebbe a vivere e questo basta per capire che non siamo stati creati per la discordia, ma per trovare la felicità. Ma cos'è la felicità?

Nonostante le urla dei miei genitori si udivano anche nella mia stanza, io non le sentivo. Sentivo la melodia che la Luna mi cantava come ninna nanna, per questo, per me, era una nottata calma. Era raro che la Luna facesse così, era raro che mi cantasse una canzone. L'albero davanti la mia finestra riusciva a coprire la mia fonte d'ammirazione con i suoi lunghi rami scoperti dalle foglie che si raggruppavano sparse per il marciapiede. Foglie verdi e foglie marroni, quasi arancioni, affogavano nelle pozzanghere d'acqua che illuminate sembravano dipinti.

<Iside! È pronto per la cena> mi interruppe mia madre chiamandomi cambiando tono di voce con me. Mi allontanai dalla finestra e ripresi lo zaino delle responsabilità e uscii dalla porta della mia stanza. Le luci gialle del lampadario illuminavano la sala e la cucina facendomi vedere con la coda dell'occhio mio padre che uscì aggressivamente sbattendo la porta e chiudendola a chiave da fuori. Non c'era bisogno che la chiudesse.

<Cosa si mangia oggi, mammina?> chiesi sedendomi sopra l'alto sgabello che portava al tavolo in marmo. Mi diede il piatto che portava il cibo fumante il quale mi accecava sempre gli occhi, ma mi piaceva avere il fumo caldo sul mio viso, mi portava il calore che non riuscivo a raggiungere nemmeno con le coperte.

<Patate e pollo, ti piace?> mi domandò. Annuivo assaporando le pietanze bollenti e le sorridevo. Mia madre era la persona più bella e più gentile che io abbia mai conosciuto, peccato che anche lei era la causa del mio zainetto immaginario che mi ero creata. Mia mamma era la solita persona che poteva amare e poteva odiare una persona lo stesso giorno. Amava e odiava mio padre, mentre con me era ben diversa: mi amava, ma non mi conosceva, mi ritiene abbastanza grande da non coprirmi le pupille quando ce n'era bisogno, non mi tappava le orecchie quando c'erano brutte parole in giro per l'aula e non capiva quanto mi potesse far male un loro litigio.

𝐿𝑎𝑑𝑟𝑖 𝑑𝑖 𝑣𝑖𝑡𝑒 - 𝑀𝑒𝑙𝑜𝑑𝑖𝑎 𝑀𝑜𝑟𝑡𝑎𝑙𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora