-Gimme one more change
E all'inizio sembrava un vero umano, ma alla fine...
Iside's pov
- Alle superiori
Lì vi erano due uomini in piedi che avevano in mano una borsa la quale, uno di loro, istintivamente la lanciò verso di me ordinandomi di raccoglierla. Layth non disse nulla e io la raccolsi senza problemi. L'unica cosa che mi diede fastidio era in che modo mi aveva "chiesto" di prenderla. 'Non sanno nemmeno cosa significa "educazione".'
'A noi non serve.'
Di sicuro però era quel che mi aspettavo: d'altronde avevano due aspetti aggressivi e, ammetto, molto seducenti. Ma non mi ero fatta fregare dal loro fascino, per nulla.
Nonostante i due borsoni stracolmi di pistole, entrai senza nessun affaticamento, probabilmente mi faceva male il piede per il laccio che m'aveva fatto, ma del resto filò liscio. Un divano di tessuto giallo era in bella vista sopra un tappeto dalla fantasia deserta. La lampada era spenta, ma emanava calore, probabilmente l'avevano spenta prima di aprirci, ma c'era già tanta luce in questo appartamento, perché l'avevano accesa. 'Bella domanda, Iside' dissi a me stessa con confidenza, fedeltà.
<Lei chi cazzo è?> disse quello più alto dei due perfetti sconosciuti.
<E...>
'Ti sei già dimenticata la lezione?'
Ricordai accuratamente quale era stata la mia prima lezione e perciò me ne stetti zitta zitta limitandomi a lanciare uno guardo rabbioso.
Appoggiai i borsoni sul divano con molta cura e mi avvicinai al ragazzo che aveva osato parlarmi in quel modo. Aveva uno sguardo freddo, potevo sentire la neve sfiorarmi il corpo provocando brividi, ma rimanendo concentrata nel fissare i suoi occhi, nascondevo quel brividio impugnando le mani, lasciando così che le unghie affondassero nei palmi delle mie mani. Io non tramavo nulla. Proprio una tristezza, ma è la verità, il mio sguardo urlava rabbia e non lava.
<Che c'è, non hai la lingua per parlare?> mi istigò sorridendo. Layth si era già messo alla guardia dei suoi modi di fare tal che mi fece accenare un sorrisetto di ringraziamento, e non uno divertito.
Ritornai alla realtà solo quando la chiave girò nella serratura.
<Lui è Sette e lei è quella che potete chiamare Zero o, se volete, Ficcanaso, come vi pare> disse Layth il quale lasciò cadere il suo corpo sul divano, occupandone gran parte. Sette non aveva lo zero vicino ed era una cosa che molti adesso darebbero per scontato, invece è importante. <L'altro ragazzo è la ex-"Diviso", hai tanto da imparare da lui. Era sotto il comando di mio padre ed era molto ingamba> continuò il Boss, ma ero concentrata su un'altra cosa: c'erano altri passi in questa stanza, e non erano i nostri.
Adesso che ci penso, c'era una ragazza che non aveva lo zero davanti al nome in codice.
<Ragazzi e Ficcanaso, è arrivata... >
'Se solo mi ricordassi il nome!'
'Inutile, è già qui.'
<Quaranta!> annunciò Sette alzando il tono in una melodia vivace.
Quaranta, a dirla tutta, mi faceva paura. Aveva capelli bruni scalati che finivano sotto la mascella serrata la quale sottolineava la forma del suo volto ovale. I suoi occhi erano simili a quelli di Sette: due sfere ghiacciate; l'iride era di un azzurro glaciale e la pupilla nera sembrava piccola da aver visto qualcosa di straordinario o di devastante. Poi le sue ciglia lunghe sembravano incastrate nella paltebra tanto che fossero lunghe e le sue labbra, le sue labbra sottili ma contornate da una linea più rossa del colore intero che possedevano. Era molto alta, poco più dell'ex-Per, e portava dei vestiti molto sportivi, tipo la maglietta aderente nera e i pantaloni di tuta militare accompagnati da degli stivaloni. Sembrava donargli quel look.
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𝐿𝑎𝑑𝑟𝑖 𝑑𝑖 𝑣𝑖𝑡𝑒 - 𝑀𝑒𝑙𝑜𝑑𝑖𝑎 𝑀𝑜𝑟𝑡𝑎𝑙𝑒
RomancePassati orribili, un presente inaspettato e un futuro pieni di colpi di scena. Layth Green, il protagonista maschile, dopo aver bullizzato il suo migliore amico e dopo la morte di suo padre, divenne capo della mafia. 'Non voglio farmi mettere i pie...