-what am I gonna do?
Di che cosa dovrei aver paura? Di cadere?
Iside's pov
-alle superiori
Girai subito lo sguardo e ripresi a mangiare frettolosamente. C'erano ancora quelle altre ragazze che ci provavano, ma poi se ne andarono e ci lasciarono a noi. Quella sera dovevamo riandare lì per allenarci ancora e a me non dava tanto fastidio, anzi mi stava iniziando a piacere: allenarsi giocando e imparando cose che avevo già appreso con il Signor della Notte.
Mi feci nuovi amici, anche se di alcuni ne avevo da dubitare, ma almeno ne avevo. A scuola ero una di quelle ragazze introverse, ma lì, di notte, ero quella seguita: facevo piani per la squadra e andavano a buon fine. Era quasi noioso, ma certe volte cambiavano anche il bersaglio, ma non cambiava. Era divertente quando Layth mi guardava affranto e sconfitto, deluso da se stesso di non potermi insegnare nulla, da non poterci, perché ciò che sapevo lo insegnavo agli altri.
E quella notte ritornammo ancora lì, in quel posto dalla vernice polverizzata simile alla mia vecchia stanza. Quel giorno eravamo pronti all'impossibile, perché ormai tutti aveva un certo livello d'esperienza con le pistole, coi piani, con l'eseguire gli ordini e come portarli a termine. Anche se non eravamo stupidi, abbiamo imparato di nuovo il come ci si protende verso il nemico con una maschera. A quel punto mi salì una domanda: chi è che non sa mentire?
<Se mentite al nemico, tenete la testa alta, guardatelo negli occhi> diceva solennemente camminando avanti e indietro a noi che eravamo in fila, uno di fianco all'altro. <Sissignore!> dicemmo anche se io non lo dissi proprio. Ero zitta zitta ad ascoltare, a guardare i mattoni dal colore sbiadito.
<Non vi ho sentiti!> esclamò alzando la voce e abbassando la testa di poco per poi guardarci dritto negli occhi a ognuno. <Sordo> bisbigliai mentre gli altri ripetevano ciò che avevano detto. Lo notò.
Mi si avvicinò e mi sussurra all'orecchio: <Ripeti... > mise una delle sue mani - non ricordo quale perché presa dall'ansia - sulla mia spalla <... ciò... > mi accarezzò i capelli lentamente come se fossero troppo fragili per essere sfiorati <... che abbiamo detto.> Afferrai il suo polso e lo strinsi il più forte che potevo. <Sei debole, devi fare i pesi> aggiunse inutilmente.
<Sissignore.>
Umilmente, lo guardai in faccia: dritto negli occhi. 'Perché mi fai questo?' Pensai fingendo di essere superiore.
'Abbassa la testa.'
Si allontanò e continuò il suo discorso. <Abbandonate la vostra identità; abbandonate quello che ritenevate il vero voi stesso e createvi una nuova immagine, qui, in questo posto. Pensateci e lavorate su di essa. Dovete essere impeccabile, grazie.>
Sarà stata la prima volta che ci ha ringraziati?
<Domande?> chiese alla fine fermandosi davanti al centro della fila. Girai il capo guardando Zerouno che però era serio, come se lo stesse provocando, lo fissava, lo fissava con rabbia e aveva l'aspetto di qualcuno che cercava vendetta o che diceva "perché?". Era orribile e il motivo era ignoto. Voltai in immediato lo sguardo perché schifata e impaurita. 'Perché?'
'Cambia te stessa, devi.'
Non cambiai di una virgola.
Anzi creai una maschera.
Perché avrei dovuto creare una nuova me stessa? Avrei potuto creare una maschera e così feci. Era la via più ovvia, più sensata. Basta solo abituarsi a nuovi metodi di atteggiamenti davanti a loro. Easy, no?
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𝐿𝑎𝑑𝑟𝑖 𝑑𝑖 𝑣𝑖𝑡𝑒 - 𝑀𝑒𝑙𝑜𝑑𝑖𝑎 𝑀𝑜𝑟𝑡𝑎𝑙𝑒
RomancePassati orribili, un presente inaspettato e un futuro pieni di colpi di scena. Layth Green, il protagonista maschile, dopo aver bullizzato il suo migliore amico e dopo la morte di suo padre, divenne capo della mafia. 'Non voglio farmi mettere i pie...