Capitolo 11

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Qualche giorno dopo

Esco dall'ufficio del preside, a metà tra il sentirmi sollevata e in colpa per l'aver fatto qualcosa di seriamente illegale, ma che nessuno mi abbia colta in flagrante

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Esco dall'ufficio del preside, a metà tra il sentirmi sollevata e in colpa per l'aver fatto qualcosa di seriamente illegale, ma che nessuno mi abbia colta in flagrante.

Ma partiamo dal principio: stamattina mi sono recata da lui per poter rivedere le registrazioni della videosorveglianza. Il fatto che dover continuare a recarmi nella sua stanza per poter visionare spesso il video è qualcosa che mi irrita abbastanza, soprattutto perché percepisco chiaramente che la mia presenza non è del tutto gradita. Sono una fonte di disturbo alle attività del preside, e questa sensazione non mi permette di concentrarmi abbastanza. Quindi che ho fatto? Qualcosa che va ben oltre probabilmente il regolamento della privacy. Qui si sta parlando di trasgressione sia a livello civile che penale: in parole povere potrei rischiare di pagare una multa risarcendo i danni, o finire in prigione per qualche mese.

E perché mai?

Perché ho registrato senza consenso il video della videocamera di sicurezza.

Sembrerà stupido, ma la XBOX Game Bar presente in Windows 11 è molto più utile e aggira molti piu protocolli internet di quanto si possa pensare, persino l'archivio online dei video delle videocamere fornito dal sito web dell'azienda di sorveglianza. E si tratta pure di un software già incluso nel sistema operativo, ergo non ho dovuto installare o scaricare nulla. Il video salvato l'ho poi trasferito su una mia USB, cancellando poi dal PC in ufficio qualsiasi file inerente al mio malfatto. Una scelta poco ortodossa e rischiosa, ma devo analizzare per bene quel video in tutta tranquillità senza pressioni dall' ambiente in cui mi trovo e questa era la mia unica opzione sia per non dare nell'occhio, sia per non diminuire la qualità già disastrosa della ripresa. È bastata solo un po' di accortezza per non farsi scovare dal Preside, che intanto lavorava alla sua scrivania con il suo portatile personale.

Mi accingo ad attraversare i corridoi della scuola per potermene andare, stavolta da sola senza la solita compagnia di Mila: non l'ho più sentita, né ci siamo più rivolte la parola dopo quell'affronto che abbiamo avuto in mensa. E questo significa che in questo istituto sono diventata ufficialmente sola. Nessun amico, nessun supporto. Io, da sola, in mezzo ad una gabbia di leoni da tastiera e persone caratterialmente schifose. Sembra una guerra del genere uno contro tutti. Perlomeno, io mi sento in questa situazione: scoperta, esposta a tutti e a tutto. Le dicerie false sul mio conto stanno aumentando esponenzialmente, come gli sguardi lanciati verso di me seguiti dai bisbigli delle persone. Mi stringo di più nella mia giacca mentre qualcuno mi saluta con tono sarcástico, facendo ormai la solita battutina sulla mia sospensione mancata.

Esco dalla scuola con il magone: questi giorni sono più duri di quanto avrei potuto immaginare. L'ultimo anno, i continui esami, i test d'ingresso in università in avvicinamento, e poi il disastro nel mio armadietto, il fatto che devo arrangiarmi da sola a dimostrare la verità imitando gli investigatori professionali e intanto le dita puntate su di me che vogliono mettermi alla gogna che aumentano sempre di più.

Mengual || Fermín Aldeguer [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora