Capitolo 22

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Siamo seduti nell'aula per il fatidico Consiglio Straordinario

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Siamo seduti nell'aula per il fatidico Consiglio Straordinario. I miei, come sempre avevano borbottato frasi del tipo "Ma cosa mai t'è saltato in mente", oppure "Ma perchè dovevi andare a rubare cose che potevi comprarle solamente chiedendocelo" e via dicendo.

La disposizione dell'aula era divisa in due parti: la parte di destra era presidiata dai docenti, il Consiglio stesso e da Vega, con alcuni suoi amici fedelissimi, mentre alla sinistra c'eravamo soltanto io e la mia famiglia, in netta minoranza numerica. Insomma, poca esclusione eh.

Proprio in quel mentre, nell'aula fanno capolino anche Mila e Fermin, che vengono immediatamente accolti da un serio e palese brontolio da parte della madre di Vega, che lancia un chiarissimo sguardo eloquente al Preside. Lui, per tutta risposta, invita i miei amici ad uscire, poiché si sta per svolgere una sessione del Consiglio Straordinario a "porte chiuse".

Inarco un sopracciglio, e stessa cosa fanno i miei compagni.

« Mi scusi Preside, ma ci sta negando un nostro diritto? » gli risponde Mila, con un'espressione indignata.

« Quale diritto, signorina? »
« Il codice 137 del patto scolastico che ogni studente deve firmare al momento dell'iscrizione al primo anno » sottolinea lei, dandogli in contemporanea una copia del patto scolastico che probabilmente aveva preventivamente stampato « dichiara che qualsiasi sessione del Consiglio, di routine o straordinaria, sono accessibili da chiunque frequenti la scuola o chiunque condivida un legame familiare stretto con lo studente »

Di fronte all'evidente documentazione in merito, il Preside, sotto l'occhiata contrariata della Presidente del Consiglio, si vede costretto a non replicare, se non dando il consenso ai due ragazzi, che si siedono vicino a noi. Con me avevo un arsenale di documenti, fisici e digitali, tra computer, chiavette e un enorme portacarte spaparanzati sul mio tavolo; in quel momento Mila mi passa un foglio, e quando lo leggo spalanco gli occhi, incredula. Era la mia ultima arma di battaglia che potrebbe garantirmi ancora un posto in università.

Sempre il Preside si fa avanti a spiegare l'agenda di oggi del Consiglio, per poi proseguire a spiegare cosa sia successo nelle ultime settimane: ovvero quello che è accaduto al mio armadietto e di come l'accaduto dell'armadietto sia quasi sicuramente ricollegabile al furto avvenuto qualche giorno prima al laboratorio di chimica, insinuazioni portate ovviamente avanti da nient'altro che Vega, con l'appoggio di sua madre.

Inizialmente qualche membro del Consiglio si sbilancia proferendo che non sia del tutto scontato che ci sia davvero una connessione tra il furto e l'incidente avvenuto, fino a quando non prorompe la madre di Vega.

« Vorrei ricordare a tutti i presenti che la ragazzina è anche l'aiutante nel laboratorio di chimica, perciò ha tranquillamente accesso all'aula anche nelle ore extrascolastiche, dove mi pare trascorra molto tempo »

Ha pronunciato quella frase in un tono misto tra la semplice dichiarazione e la diretta accusa viperesca, guardandomi dritta negli occhi. La figlia è la sua diretta copia sputata, sia fisicamente che caratterialmente.

Mengual || Fermín Aldeguer [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora