Capitolo XXIII

107 22 4
                                    

- Ayleen, le volevi qui le creme? - mi domanda Dennis, reggendo con braccia leggermente tremanti la pesante scatola.

- Signorina Jenkins, non Ayleen. - brontola Ethan, venuto con noi tre a sistemare il mio stand per la festa - E dalle del lei, non del tu. -

- Ma veramente... - si agita l'altro dei "teppistelli", responsabili delle scritte sulla mia vetrina - È stata lei a dirci... -

- Hugo ha ragione. - intervengo, facendo posare a Dennis la scatola - Sono stata io a dir loro di darmi del tu. Mi faceva troppo strano tutta quella formalità. -

- Perché? Bisogna partire dalle basi per far imparare il rispetto a certe persone. - li guarda diffidente, facendoli irrigidire.

Ancora spaventati dalla sua aura autoritaria che persiste dal loro primo incontro.

Dopo averli portati da me, coi genitori arrabbiati neri, ha rincarato pure lui la dose facendogli una ramanzina che ho idea ricorderanno per tutta la vita.

La quale non è neanche stata poi così cattiva, ma considerando il nervoso macinato durante la loro ricerca... beh...

È finito col metterli più che in riga.

Non che poi ce ne fosse tutto questo bisogno, perché altri non erano che ragazzini vivaci facilmente influenzabili.

Erano, visto come sono convinta che essi abbiano realmente imparato la lezione.

Capendo come le azioni hanno conseguenze, come esse possono creare problemi e dispiaceri, ma soprattutto che pensare prima d'agire è una cosa importantissima per limitare le possibilità di finire sotto il torchio di un uomo di legge votato alla giustizia.

Un giovane che, al contrario di me, non ha ancora completamente perdonato i due ragazzini.

I quali, nell'ultima settimana, si sono dati un gran da fare per aiutarmi.

Scoprendo così che il mio lavoro è ben più interessante di ciò che pensavano, oltre che meno stregonesco di come si legge nei libri o vede in TV.

Tanto da rimanerne sia delusi che affascinati.

- Sai Ayl... signorina Jenkins... - Hugo si corregge, sentendo lo sguardo di Ethan su di sé - Ieri sono caduto ed ho usato sulla botta la pomata che mia mamma ha comprato da lei. E già stamattina non c'era più niente e non mi faceva nemmeno più male. -

- Mi fa piacere. - gli sorrido - Ma continua a darmi del tu, senza farti tanti problemi. - ridacchio, ricordando lo stupore provato nel momento in cui ho scoperto che la madre era una mia cliente saltuaria.

Arrivata da me con aria più che mortificata.

- C'era anche quella tra le cose che abbiamo preparato assieme a te, vero? - domanda Dennis, curioso.

Reduce da una settimana e mezza all'insegna di lavorazioni di ogni genere, stile piccolo chimico naturalista.

- Sì, era quella che hai definito "all'odore di prato bagnato". - ne tiro fuori un barattolo da una scatola al mio fianco - Questa. -

- Capito. - mi sorride, riprendendo a sistemare con energia - È bello sapere che le persone staranno meglio grazie a qualcosa che ho aiutato anch'io a realizzare. -

- Vero? Dà molta più soddisfazione far qualcosa del genere che fare dispetti senza senso, no? - ribatte Ethan, posando su una sedia le due scatole più pesanti.

- Sì... è vero. - l'entusiasmo di Dennis si spegne, assieme a quello di Hugo. Entrambi ancora pieni di sensi di colpa.

Il che, alla luce dei fatti, mi fa un'estrema tenerezza.

Predizioni D'Amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora