Capitolo XVI

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- E se ti dicessi che tale ricongiungimento c'è già stato e non l'ha sconvolta come hai sempre temuto? - confesso, vedendo i suoi occhi sgranarsi di colpo.

- Che cazzo stai dicendo? - impreca, in panico.

- Che Estelle sapeva che quell'uomo, incontrato la sera della cena da me, era vostro padre. Questo perché non era la prima volta che lo vedeva. -

- Tu menti! - mi afferra per le spalle, stavolta mettendoci decisamente più forza.

- Ethan... mi fai male così. - molla la presa di scatto, restando immobile come una statua davanti a me - Non sto mentendo. Puoi chiedere a lei se necessiti di una conferma. - avanzo di un passo.

Vedendolo arretrare con lo sguardo di un animale in gabbia a cui si stanno avvicinando.

- Quello che dici è impossibile. - scuote il capo - L'ho sempre tenuta lontana da tutto ciò che potesse anche solo portarla ad avere un'idea di chi è. -

- Ma dimentichi che c'è un tempo ed un luogo per ogni cosa. - sospiro - E per Estelle, ciò è stato... alle superiori. -

- Smettila! - ringhia - Quello che dici non ha senso. -

- Se mi permetti di spiegare ne avrà di più. -

- Tu... - mi punta contro un dito - So cosa stai cercando di fare. Vuoi convincermi che Estelle sia già a conoscenza di tutto per spingermi a parlarle della questione.-

- Non lo pensi davvero. - evito di avanzare oltre - Sai che non farei mai nulla per ferirti. -

- Perché dovrei saperlo? Solo perché mi sei parsa una brava persona? L'apparenza spesso inganna. - getta la giacca sul divano, allentandosi la cravatta. Sentendosi visibilmente soffocare - Per questo... non m'importa di cosa credi o pensi. Non sta a te decidere quand'è il momento giusto, per Estelle, di scoprire verità tanto crudeli. -

- E ciò non compete nemmeno a te. - ribatto, calma - Per questo non sei riuscito a fermare la cosa, neanche dopo le molteplici accortezze avute negli anni. Ciò che più temevi è avvenuto comunque, sotto il tuo naso. Senza portare con sé tutti i danni che avevi preventivato. -

- Estelle non sa che quello era nostro padre. - scandisce con decisione ogni singola parola.

Cercando di convincere più se stesso che me.

- Al contrario, ne era pienamente consapevole. Anche se non ha fatto in tempo a visualizzare bene il suo volto che... ti sei parato in suo soccorso. -

- Ayleen, adesso basta. - quasi urla, sbattendo un pugno contro il muro - Non so se ciò di cui stai parlando l'hai visto o cosa, ma... stavolta le tue percezioni hanno fatto cilecca. Estelle non sa nulla di quell'uomo. -

- Eppure è stata lei a dirmi che ha due figli. Oltre voi. -

Il ragazzo si paralizza, a sentirmi dire ciò.

- Quando li vide era alle superiori. E loro frequentavano... le elementari e le medie. O almeno, quella fu l'impressione che le fecero. - aggiungo, percependo le certezze di Ethan vacillare sempre più - Ed è proprio vedendo loro che si è frenata dal dirgli tutto lo schifo che le faceva. -

- Ayleen smettila... - la voce di Ethan si fa più flebile - Quello che dici non può essere vero. -

- Ne sei davvero così convinto? - mi azzardo ad avvicinarmi, vedendolo restare fermo dov'è - Estelle è una ragazza vivace ed appassionata. Sul serio credevi che si sarebbe fermata ai tuoi ammonimenti e dissuasioni? Negli anni non le hai mai mentito e proprio a causa di ciò, per non dirle come stavano le cose, sei sempre stato evasivo. Cosa che ha solo alimentato le sue domande e curiosità. -

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