Nonostante il dolore che provo alle gambe e il cuore che rischia di esplodermi da un momento all'altro, continuo a correre per tutta l'università. Sono in un ritardo fottuto.
Se smettessi di spegnere la sveglia quando suona, magari potresti anche arrivare in orario.
Cristo ci si mette pure la mia coscienza oggi.
Arrivo alla fine del corridoio e giro a destra senza fermare il passo.
Non mi rendo conto della presenza di un gruppo di ragazze finché non vado schiantarmi contro.«Non dovresti correre per l'università orfanella del cazzo»
Alzo lo sguardo sul gruppo più popolare di questo posto, coloro che tutti chiamano "gli intoccabili"
Indossano delle gonne striminzite color beige e degli stivali alti fino a metà coscia. I miei occhi si soffermano sui loro visi perfetti, truccate in modo impeccabile che quasi sembrano di porcellana.
Guarda Nives tutto ciò che tu non sarai mai.Cassy, la leader del gruppo, mi si avvicina e inizia a girarmi intorno come se fossi la sua preda preferita.
«Morrison toglimi una curiosità. Quando ti guardi allo specchio vedi quello che vedono tutti?»
Tara l'unica del gruppo ad avere un seno prosperoso, mi guarda e sulle sue labbra compare un ghigno.
«Cosa può vedere se non spazzatura»Norah e Shana iniziano a ridere per la risposta della loro amica, come se avesse detto la cosa più divertente del mondo.
Improvvisamente mi sale un senso di nausea e sento il cuore spezzarsi a tale verità, ma non crollerò difronte a loro.
Allontano la mano di Cassy che continua a toccarmi i capelli in modo arrogante, poi mi ricordo di avere nelle mani il primo caffè della giornata non ancora toccato e sulle mie labbra, questa volta, compare un ghigno.
Il caffè ormai tiepido si rovescia sui capelli di Tara che inizia ad urlare a squarciagola mentre le amiche indietreggiano.
Giro le spalle pronta a riprendere la mia strada, ma non prima di aver dato la mia risposta.
«Sai Tara, io sarò anche spazzatura, ma tu che guardi le persone dall'alto verso il basso credendoti chissà chi, giudicando tutti con la tua lingua velenosa, sei molto più simile alla spazzatura di quanto lo sia io.
Goditi pure il mio caffè»Dopo aver partecipato a due lezioni su quattro, mi avvio verso la mensa per raggiungere le mie amiche.
Non vengo quasi mai in questa parte dell'università, forse perché dover stare in un posto in cui tutti mangiano mentre tu sei l'unica a non farlo, sarebbe strano.Dopo dieci minuti riesco a trovarle, sono sedute una difronte all'altra mentre continuano a parlare. Mi avvicino al tavolo osservando lo sguardo della mora su di me, le sue labbra sono curvate in un sorriso.
Dev'essere un miraggio anche per lei vederti qui.Decido di ignorare questa voce fastidiosa intanto che mi siedo accanto a Mia.
Dopo aver riso con le ragazze, essermi quasi strozzata con del succo e aver sentito conversazioni disgustose dal gruppo degli "intoccabili" sono finalmente a casa.Chiudo la porta d'ingresso alle mie spalle e mi avvio verso il soggiorno, trovando mamma e papà seduti a guardare un film.
«Ciao tesoro mio, è andata bene oggi? Come stanno Mia e Hope?»
«Ciao Lis, ciao Gas, tutto come al solito, si stanno bene. A proposito volevo informarvi che sabato io e Mia andremo in un locale ma non faremo tardi»
«Tesoro se fai tardi per noi non è un problema, sei grande abbastanza e ci fidiamo di te, soltanto avvisaci se dovesse succedere intesi?»
Annuisco mentre prendo le chiavi della mia moto. Ho bisogno di farmi un giro e spegnere il cervello per qualche minuto.
Salgo sulla mia Harley Davidson Low Rider nera, inserisco le chiavi e parto senza una meta precisa.
La sensazione del vento tra i capelli e l'adrenalina che sento scorrere nelle mie vene mentre guido ad una certa velocità, è impagabile.
È sera, mi fermo vicino ad un parco e scendo dalla moto. Ringrazio di aver messo il cappotto pesante prima di uscire perché la temperatura sembra essersi notevolmente abbassata.
Unisco le mani portandole difronte alla bocca per provare a riscaldarmi ma senza successo. Decido di restare ancora un po' malgrado il freddo, perché l'atmosfera è davvero piacevole.
La luna a spicchio risplende in alto nel cielo, mentre in sottofondo si sentono i versi di alcuni animali.
Resto con lo sguardo in alto ad osservarla in tutta la sua bellezza, mentre penso alla frase dello scrittore Mark Twain.
Lui sosteneva che ognuno di noi è una luna. Poiché abbiamo un lato luminoso che mostriamo a tutti e un lato oscuro che non mostriamo a nessuno.
Poco distante da me sento delle risate. Giro la testa verso destra, un uomo e una donna sono seduti sulla panchina, mentre i due bambini, che credo essere i figli, stanno in piedi difronte alle loro figure.
«Papà tu non sai cucinare, mamma è l'unica che prepara cose buone»
«Ha ragione Liz, non vorrai mica avvelenare i tuoi bambini papà»
«Ma come osate piccole pesti, venite qui»Le risate risuonano per tutto il parco e credo sia uno dei suoni più belli che i miei timpani abbiano mai ascoltato.
Senza rendermene conto, una lacrima scivola giù dal mio viso.
Sarebbe bastato così poco per essere felici come quella famiglia...Mi avvio verso la moto e una volta sopra, parto per tornare a casa. Desidero solo dimenticare questa fottuta giornata.
Spazio Autrice
Il capitolo è corto lo so, ma è di passaggio.
Vi aspetto con il prossimo capitolo e fidatevi, ne varrà la pena.
Fatemi sapere cosa ne pensate, ci tengo.
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Lips on You
Chick-Lit"...era matta tutta matta Ma l'ho amata da impazzire" Il passato doveva restare dov'era. Se lo ripeteva ogni volta che i ricordi tornavano prorompenti nella sua mente, riuscendo ad abbattere l'unico modo che aveva per proteggersi: dimenticare. Niv...