Capitolo 8

9 0 0
                                    

"Stiles, si può sapere che cosa ci facciamo qui? sono le undici, e poi è passato il giorno degli scherzi" dico mentre mi trascina verso il laboratorio di chimica "forse ho una pista sul killer" apre la porta del magazzino dove tengono le sostanze "come mai hai le chiavi del magazzino?" alza solo le spalle, a volte mi inquieta questo ragazzo "cosa senti?" che vuol dire cosa senti? mica sono una sensitiva? "il solito odore di sostanze chimiche, cosa dovrei sentire?" con la torcia del telefono guarda in tutta la stanza, fino a quando non la punta sul pavimento, a terra c'è del sangue. "era qui, Lidia aveva ragione" "Sì, ma chi voleva uccidere?" "dobbiamo scoprirlo" usciamo da quella stanza iniziando a cercare per l'aula. Una scritta sulla lavagna mi incuriosisce "Ryn, cosa sono quelli?" "Numeri atomici" "è una formula?" li osservo bene "Non proprio, il 19 è il potassio, il 53 lo iodio, l'88 il radio" scrivo i loro simboli accanto ai numeri atomici, formano il nome Kira.

—-------------

"Allora tesoro, cosa ti disegno?" chiedo a Lidia mentre poso il mio drink sul tavolo delle vernici fluorescenti "Non lo so, lasciati ispirare, ma qualcosa di sexy" dice guardando verso Aiden, sulle labbra un sorrisetto malefico "Ai suoi ordini" inizio a dipingere delle linee che seguono il suo corpo mettendolo in risalto "finito, ora vai che ti fissa da quando ho iniziato" mi ringrazia e va da Aiden. Prendo il bicchiere e finisco quel poco che era rimasto, questa sera non voglio pensare a niente se non divertirmi. "Ciao" qualcuno di fianco a me attira la mia attenzione, è un ragazzo alto e muscoloso, i capelli scuri fanno risaltare gli occhi verdi. Cavolo se è figo "Sono Matt" "Auryn" "ti andrebbe di ballare?" accetto trascinandolo al centro della pista, inizio a muovermi seguendo la musica, le sue mani si posano sui miei fianchi iniziando a seguire i miei movimenti, mi avvicino a lui e sento il suo respiro mozzarsi, sorrido compiaciuta per l'effetto che gli faccio "sei perfida" sussurra al mio orecchio per lasciare qualche bacio sul mio collo "e dannatamente sexy" mi volto per guardarlo in faccia, poco dopo si avventa sulle mie labbra. Ricambio il bacio portando le mie mani dietro il suo collo e tirando leggermente i capelli, le sue mani dai suoi fianchi passano al mio fondoschiena, strizzando leggermente.

Ci stacchiamo senza fiato "hai sete?" gli chiedo, annuisce; andiamo a bere qualcosa e nel mentre parliamo un po' per conoscerci meglio "Quindi vieni a scuola qui?" gli chiedo sorseggiando il drink "No, purtroppo no" dice guardandomi "Che carino, ma ti fermo subito, da questo" indico me e lui "non può nascere nulla, non sto cercando un ragazzo. Mi spiace" alza le spalle "Me lo aspettavo, e mi va bene. E se cambi idea ancora meglio" si avvicina "Non penso, ma puoi provarci" lo provoco riuscendo nel mio intento, fa scontrare le nostre labbra in un bacio famelico, passa la sua lingua sul mio labbro inferiore succhiandolo leggermente dopo. Apro leggermente la bocca lasciando che unisca le nostre lingue. Questo ragazzo bacia proprio bene.

Poco dopo però vengo presa per un braccio ed allontanata da lui, mi volto arrabbiata verso la persona che ha osato interromperci riconoscendo Stiles "Stiles, che fai!" mi lamento mentre mi trascina fuori lontani dalla festa "forse ho scoperto qualcosa di importante, e sei ubriaca" ma dai Sherlock "Era quello il mio scopo, e magari divertirmi ancora un po' con Matt" piagnucolo mentre arriviamo alla sua macchina, lo sento sbuffare "sali, per favore" "va bene, ma mi devi un favore" lo fulmino con lo sguardo. "va bene" saliamo in macchina e subito mi passa una bottiglietta d'acqua "bevila tutta, almeno domani non starai troppo male" sorrido e prendo la bottiglia "Grazie" apro la bottiglia e inizio a berne un po' "comunque, cosa hai scoperto?" "sai la chiave che ho trovato stamattina?" annuisco "sopra c'era del fluoro, quindi devo aver toccato qualche sostanza chimica" "quindi è del laboratorio di chimica" ecco perché ieri la porta era aperta...

Arriviamo a scuola e ci dirigiamo subito al laboratorio di chimica, prova a inserire nella serratura del magazzino la chiave e facendo un giro apre la porta "Stiles, come mai hai la chiave?" gli chiedo "Non lo so" si volta e va verso la lavagna dove sono ancora scritti i numeri atomici, li osserva e poi prova a riscriverli, le scrittura sono diverse. Osservo bene le scritte, quella non è la scrittura di Stiles, è la mia. "Stiles..." la voce mi trema "Quella è la mia scrittura" prendo con la mano che mi trema il gesso dalle sue mani e riscrivo i numeri, sono identici, li ho scritti io. Però io non mi ricordo di averlo fatto "Ti ricordi qualcosa?" scuoto la testa, al solo pensiero di aver aiutato quell'assassino a cercare di uccidere Kira mi viene la nausea, e l'alcol che ho in corpo "Sto per vomitare" mi sposto verso il primo cestino che trovo e libero tutto quello che avevo bevuto poco prima alla festa, Stiles si mette di fianco a me tenendomi i capelli. "Dobbiamo dirlo a Scott" dico appena smetto di vomitare "Ci penseremo domani, ora ti riporto a casa." annuisco e mi aiuta ad alzarmi.

Il tragitto verso casa è silenzioso, cerco di ricordare anche solo un piccolo dettaglio che mi aiuti a capire se ero veramente lì, ma nulla, non ricordo nulla.

Quando arriva davanti a casa mia lo saluto con un cenno e scendo, entro in casa e mi metto subito a letto cercando di non svegliare mia mamma. Mi metto a letto e dopo poco mi addormento.

Mi sveglio e noto di non essere in camera mia, le pareti sono grigie e la poca luce le rende ancora più scure, mi alzo dal letto e noto che nella stanza non c'è una porta, ma delle sbarre. Dove diavolo sono finita? Esco dalla stanza e mi affaccio nel corridoio, noto molte altre camere come la mia, più che camere sembrano celle. Sento un rumore provenire dal fondo del corridoio, mi volto e vedo una figura che cammina verso di me, non sembra amichevole. Inizio a correre per allontanarmi, questo corridoio sembra infinito, qualcosa mi afferra da una caviglia e cado, vengo trascinata; cerco di aggrapparmi a qualsiasi cosa senza riuscirci. Grido in cerca di aiuto, ma non sembra esserci nessuno. Quando il mio aggressore si ferma scalcio in modo da liberarmi, riprendo fiato e mi alzo. Alzo lo sguardo e vedo il mio riflesso, prima non c'era uno specchio, ma più mi osservo e più noto dei dettagli inquietanti. Sul mio volto c'è un'espressione divertita, con un sorrisetto appena accennato; i capelli scompigliati e quando guardo i miei occhi riesco solo a percepire malvagità. Questa non sono io..."Chi sei?" chiedo alla mia sosia, ride "Come, non ti riconosci? Sei tu, solo molto più potente" "No, tu sei malvagia, lo sento" si avvicina, il sorriso compiaciuto di prima svanisce "Esatto, e sta tranquilla, riuscirò ad avere la meglio" sul suo volto compaiono come delle crepe "riuscirò ad entrare"

Mi sveglio sudata e ansimante sentendo due braccia che mi avvolgono "Sono qui, è tutto passato" sussurra mia mamma "è solo un incubo".

Chaos Is Comig - Stiles StilinskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora