Capitolo 10

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Sono giorni che non mi fanno uscire da questa cella che spacciano come camera, ho dormito solo quando mi hanno sedata e mi sono svegliata per colpa dell'ennesimo incubo.
"Auryn, il dottore vuole vederti" mi alzo dal letto e vengo scortata dall'infermiera verso la camera dello psicologo "Posso fare una telefonata?" l'infermiera mi guarda dispiaciuta "purtroppo le linee telefoniche sono interrotte per 24 ore" non rispondo, entro nella stanza e mi preparo per sentirmi dire sempre le solite cose e fingo di prendere le pastiglie che mi dà.

Dopo un'ora esco e la stessa infermiera di prima mi riaccompagna in camera, solo che quando arriviamo continua ad andare avanti, la guardo confusa "dove stiamo andando?" "oggi esci dalla camera di isolamento, ti porto fuori, dopo incontrerai la tua compagna di stanza" annuisco e poco dopo siamo nel cortile, l'infermiera si allontana ed io rimango sola con tutti questi matti che mi fissano, forse anche troppo.

Cammino un po' e cerco un posto tranquillo dove potermi godere un po' di tranquillità senza sentirmi osservata. Mi avvicino alla fine del cortile e noto una ragazza che mi sembra familiare, è Malia "Malia?" si volta verso di me, ma non parla "Malia, sono Auryn io e i miei amici ti abbiamo aiutata, ti ricordi?" dopo poco sento il suo pugno contro la mia guancia, cado a terra e subito arrivano gli infermieri che la portano via; come mai ha reagito in quel modo? Mi alzo e passo le mani sui pantaloni della tuta che si sono sporcati di terra "Auryn?" quella voce, cosa ci fa lui qui? "Stiles?" lo abbraccio, stringendolo forte, non sa quanto mi è mancato "Stiles cosa ci fai qui?" "potrei farti la stessa domanda, comunque ho deciso io di venire qui" "Come mai?" il suo sguardo si incupisce "Stiles, che è successo?" mi prende per mano "Non qui, vieni cerchiamo un posto dove non ci sia gente" mi trascina verso la parte opposta del cortile vicino ad un albero "Ok, ora racconta tutto" annuisce, mi guarda e nota subito il segno del pugno che ho ricevuto poco fa da Malia "Che hai fatto?" appoggia la sua mano sulla mia guancia, senza farmi male "Diciamo che Malia non era contenta di vedermi" alzo le spalle. Poggio la mia mano sulla sua "Ora però devi dirmi cosa sta succedendo, mi hanno praticamente tenuta in cella fino ad ora non ho più saputo nulla..." "Sono successe tante cose, ma posso dirti che non stiamo impazzendo, è tutta colpa del nogitsune. Sta cercando di usarmi, a volte prende il controllo, ma Deaton l'ha fermato per ora" lo guardo confusa "Come per ora?" si alza la maglia, sulla schiena ha dei segni, simili a quelli che compaiono a chi è stato colpito da un fulmine, ne percorro una parte con le dita "Ti ha colpito un fulmine?" Lascia andare la maglia coprendo i segni "No, servono per tenerlo lontano, come queste" tira fuori un flacone di pastiglie "Cosa sono? Sonniferi?" "No, sono anfetamine. L'ultima cosa che devo fare è dormire..." e si nota, se già prima le sue occhiaie erano evidenti, ora sono come minimo raddoppiate, ed è ancora più pallido, lo sta prosciugando "E sanno come far uscire questo nogitsune dalla tua testa?" "Non ancora, ma sono certo che troveranno un modo. Tu invece, perchè sei in questo postaccio?" mi appoggio all'albero "Mio padre, la sera che mi hai accompagnata a casa lui mi ha detto che mia madre era preoccupata per i miei incubi e l'ha chiamato" mi siedo a terra, sento gli occhi inumidirsi "Mi aveva detto che mi portavano a fare delle visite, credevo intendesse all'ospedale...Ma poi si è fermato qui davanti, ho chiesto delle spiegazioni a mia mamma, ma non mi diceva nulla, piangeva e basta" singhiozzo mentre le lacrime ormai scendono sul mio viso, ho rivisto nella mia mente quella sera ormai troppe volte, e ogni volta fa ancora più male "ho provato a ribellarmi, ma mi hanno trascinata dentro a forza e poi mi hanno sedata. Quella è stata l'ultima volta che ho dormito più di due ore, continuo a fare degli incubi...sembrano così reali" Stiles è davanti a me, lo sguardo triste "E in molti c'era questa figura, la stessa che ho visto quando dovevate trovare il Nemeton" ora so che si tratta del Nogitsune, mi asciuga le lacrime con i pollici e mi guarda dolcemente, sa cosa sto provando. "Anche a te sembra di essere già stata qui?" Annuisco, le camere ed i corridoi erano gli stessi dei miei incubi "Si, in alcuni sogni ero qui, nella struttura" dove vuole arrivare? "Io invece ho la stessa sensazione, devo entrare nel seminterrato" "E come faremo? Non sappiamo chi ha le chiavi" sorride lievemente "Il mio compagno di stanza si, e ho un idea" ci alziamo e andiamo verso il suo compagno, un certo Oliver.

"Ok, io e Oliver facciamo finta di litigare, arriveranno gli infermieri e prendo le chiavi da Brunski" riepilogo il piano.
Poco dopo Oliver mi tiene ferma a terra ed inizia a gridare cose senza senso "Ha detto che mi faranno un buco in testa!" forse ha preso la cosa troppo seriamente visto che sta tenendo forse un po' troppo, per fortuna arrivano gli infermieri che ci separano, io ne approfitto per prendere dalla tasca della divisa di Bruski. Portano via Oliver e io mi avvicino a Stiles passandogli le chiavi "Secondo te si sono accorti di qualcosa?" gli chiedo sottovoce "No, ora andiamo, finchè sono distratti" mi prende per mano e andiamo verso l'ingresso del seminterrato, ci guardiamo in giro e non vediamo nessuno. Inizia a provare tutte le chiavi, alcune entrano ma non riescono a sbloccare la porta, sembra che nessuna di quelle riesca ad aprire la porta. "Sicuro di averle provate tutte?" "Si, nessuna riesce ad aprire la porta" sbuffa "Certo, perchè nel mio mazzon non c'è la chiave che apre quella porta" ci voltiamo e vediamo Brunski con altri due infermieri, sembrano parecchio incazzati, ci afferrano e si riprendono il mazzo di chiavi, non faccio neanche troppa resistenza, tanto sarebbe inutile. Ci portano verso le camere, ma i due infermieri che tengono Stiles lo portano verso l'isolamento, so già che useranno un sedativo "Stiles! Non è stata una sua idea!" cerco di spiegare, ma non mi ascoltano e mi buttano in camera chiudendo la porta, mi alzo e inizio a prenderla a pugni gridando di farmi uscire "Non servirà a niente" sento una voce femminile, mi giro e vedo Malia seduta sul letto "Scusa per il pugno di prima" "Tranquilla, in effetti non ti abbiamo chiesto se volevi tornare alla tua forma umana" mi siedo sul letto "Già, ma ora non riesco più a controllarmi" dice a testa bassa "Scott ti può aiutare, ma prima dobbiamo uscire di qui" "tra un po' mi dimettono, me l'ha detto l'infermiera, mio padre si è convinto a farmi uscire da questo postaccio. Comunque, cosa cercavi che ti hanno praticamente lanciata qui dentro" "Il seminterrato" "E avete provato dalla porta vicino alle camere?" Annuisco "C'è un'altra entrata, te la posso far vedere" "davvero?" "Certo, dopo tutto mi avete aiutata, sono in debito" "grazie!" la abbraccio d'istinto, subito è rigida, ma poi si scioglie nell'abbraccio.

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"Ok, ora però posso chiederti un altro favore?" annuisce "Dovresti aprire la camera dove tengono Stiles in isolamento" "Ci posso provare" andiamo verso le camere di isolamento, apriamo la porta del reparto e delle urla catturano subito la mia attenzione, Stiles. Corro verso la camera con Malia, appena arriviamo in poco Malia riesce a forzare la serratura aprendo la porta, entro subito vedendo Stiles a terra che si agita e urla, lo scuoto leggermente "Stiles, sono io. Stiles!" apre gli occhi, è spaventato a morte, si guarda velocemente intorno, gli metto una mano sulla guancia "Stiles è tutto passato" "Come sei riuscita ad entrare?" "Mi ha aiutata Malia" mi volto per guardarla, ma non la vedo più, è tornata in camera. Lo aiuto ad alzarsi "So come possiamo entrare nel seminterrato, c'è un'altra entrata" "Andiamo".

Chaos Is Comig - Stiles StilinskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora