Chaos Is Comig - Stiles Stilinski

Capitolo 9

"Scott, devi vedere una cosa" dice Stiles mentre che portiamo Scott nell'aula di chimica, cerca nel mazzo di chiavi la chiave che ieri non riconosceva, senza trovarla "Ieri c'era, te l'ho fatta vedere vero?" chiede al nostro amico "No, me ne hai solo parlato, non l'ho mai vista" "ma io si, ti giuro Scott che fino a poche ore fa era nel suo mazzo. E sulla lavagna c'erano dei simboli, li ho scritti io, ho scritto il nome di Kira" mi volto verso la lavagna, è vuota, le scritte non ci sono. "Stiles, Auryn...non penso che voi possiate fare del male a qualcuno...e poi da quanto non dormite?" guardo Stiles che come me ha delle occhiaie profonde e la pelle più pallida del solito "qualche giorno" rispondiamo insieme "Sentite, andate a casa e riposatevi. Ne avete bisogno" esco dall'aula seguita da Stiles, vorrei riposare, ma ogni volta che chiudo gli occhi vedo lei. Saliamo sulla jeep in silenzio "Anche tu, quando sogni vedi come una presenza oscura" mi chiede uscendo dal parcheggio della scuola "Si, ma ultimamente qualcosa è cambiato..." mi guarda confuso "in che senso?" "Prima nei miei sogni questa presenza la vedevo vicino ad altre persone, ora invece continuo a vederla in me, come se fosse la mia parte malvagia. Non so bene come spiegarlo" mi stringo nella felpa "come quella sera?" mi chiede riferendosi alla notte dove è venuto fino in camera mia sentendomi gridare per un incubo, annuisco "mia mamma è spaventata" ammetto "e non posso neanche dirle cosa sta succedendo, la metterei in pericolo" alcune lacrime sfuggono al mio controllo "riusciremo a risolvere anche questo" ci guardiamo negli occhi e riesco a percepire le mie stesse emozioni nei suoi, poi riporta lo sguardo sulla strada.

Arrivati davanti a casa mia noto una macchina che ormai non vedevo da mesi "Tuo padre è tornato?" mi precede Stiles "a quanto pare" scendo dalla macchina e prendo la mia borsa "grazie del passaggio" "figurati" vado verso la porta ma Stiles mi ferma "Auryn, aspetta" mi volto e sento le sue braccia stringermi in un abbraccio, non sa quanto ne ho bisogno in questo momento "Andrà tutto bene" sussurra tra i miei capelli, lo stringo più forte.
Si stacca dall'abbraccio lasciandomi un leggero bacio sulla fronte "ora vai a riposarti, domani cercheremo delle risposte" annuisco ed entro in casa.

Appena entro vedo mia mamma e mio padre parlare in cucina, si zittiscono appena mi vedono, papà viene verso di me a braccia aperte "piccola, mi sei mancata" mi abbraccia, ricambio lievemente e mi stacco poco dopo "che ci fai qui papà?" vado diretta al punto "Tua mamma mi ha chiamato, è preoccupata per te" "Tesoro, ormai questi incubi vanno avanti da troppo..." il suo sguardo è triste e preoccupato "Quindi pensavamo che qualche seduta con uno psicologo ti avrebbe fatto bene" "solo quello?" chiedo, c'è dell'altro sotto, me lo sento "Sì, anzi che ne dici se andiamo ora?" Annuisco poco convinta, poco dopo siamo in macchina ma non mi hanno detto ancora di preciso dove andiamo.

Ci fermiamo davanti ad una struttura con dei grossi cancelli, di certo non siamo all'ospedale "Mamma, dove siamo?" le chiedo ma lei non risponde. La portiera si apre e rivela un uomo muscoloso con una divisa da infermiere "Signorina Woods deve venire con me" "No, mamma che sta succedendo?" provo a parlarle ma non dice niente, vedo solo che inizia a piangere "Signorina, non voglio trascinarla di peso, venga con me" "NO, io non vado da nessuna parte" dico cercando di allontanarmi, ma l'altra portiera è chiusa. L'uomo dice qualcosa ed inizia a trascinarmi fuori dalla macchina, poco dopo arriva anche un'altra persona e mi trattengono mentre mi dimeno "MAMMA!" continuo a gridare mentre mi porta o nella struttura, scalcio, mi dimeno, ma non riesco a liberarmi dalla loro presa.
Appena chiudono la porta della struttura sento qualcosa pungermi dietro il collo e poco dopo cado a terra priva di forze addormentandomi.