Il sole acceca. Guarda le stelle.
You were all yellow.
-ColdplayLa mattina dopo mi svegliai sudaticcia con il cuore in gola.
Quella notte gli incubi mi avevano tolto il sonno. Erano tornati più forti e prepotenti del solito e mi avevano fatto addormentare tra le lacrime.
Mal di testa, prevedibile. Eppure non faceva male quanto lo faceva il cuore.
Era uno di quei giorni in cui avrei voluto solo stare sul letto e dare libeeo sfogo ai miei pensieri. Che bloccavo fin troppo spesso.
Erano giá le undici, ed io incastrata tra le coperte ascoltavo "Yellow" dei Coldplay.
"Look at the stars,
look how they shine for you,
and everything you do"Avete mai pensato a quei pezzi di musica vuoti nelle canzoni?
Sono fatti per cantarci dentro. Per riempire quei vuoti incompleti.Le stelle brillano per te, che cantavi nei pezzi delle canzoni senza testo.
Per te, che le osservavi, come se avessero un cuore che batte, un' anima.
Per te che davi troppa acqua alle piante grasse solo perchè avevi paura stessero male.
Per te, che non avevi mai spento il tuo sorriso guardandomi.Sai mamma? Volevo davvero saper osservare. Solo per te. Ci avrei provato per te.
Forse sarei riuscita a vederti nelle stelle.
Forse avrei potuto osservare il tramonto e vederti ridere.
Eppure il cielo non lo riuscivo a guardare. E non per gli occhi deboli.
Io dentro di me vedevo stanze buie, tu ci vedevi una casa.
Perchè ci sono tante sfumature anche nel nero.
Mi addormentai.
<Ehy "tresor">Mi disse lei appena entrai nella sua stanza d'ospedale. Mi sedetti sulla sedia e le presi la mano. Non avevo più parole.
Lei sorrise guardandomi.Passò un oretta buona.
<Ti voglio bene>Disse all'improvviso. E chiuse gli occhi. Anche il suo sorriso si spense.
<Mamma?>Chiesi con la voce flebile. <M-mamma?! Rispondi ti prego>Implorai con le lacrime agli occhi. Doveva rispondermi, non ora. Non mi poteva abbandonarr ora. La testa iniziò a girare.
Delle macchie nere mi iniziarono ad appannare la vista.
<Ash?>Grazie dio. Mi aveva risposto. <Mi ero solo addormentata>.
<Mamma ti voglio tanto tanto tanto bene>.
<Lo so tesoro>Disse lei con il sorriso. La testa faceva ancora male. Il cuore mi si era contratto. Un nuovo nodo si era aggiunto nella mia pancia.
Non ero più triste, vivevo nel terrore.Mi svegliai di colpo tra i singhiozzi. Non volevo più dormire. Mai più. Sarebbe stato meglio morire piuttosto che camminare senza volerlo fare.
Ogni volta che chiudevo gli occhi i mostri arrivavano. Ogni volta che credevo di meritarmi qualcosa, arrivano quei demoni che me la toglievano.
Mi rannicchiai tentando di attenuare le lacrime.
Poi mi stesi a pancia in su, portai le mani sul grembo ed è come se mi mi fossi guardata dall'esterno.
I capelli spettinati, tutti sparsi per il cuscino. Il letto distrutto.
Qualcuno bussò, Ale entra. <Ehy stella, ancora non ti sei rimessa? È ora di pranzo>Scherzò lui sorridente.
<Io non mangio>.
Il suo volto si incupisce, deglutisce.
<Dai Ash...>.
Mi giro dal lato opposto.
<No>Insisto.<Neanche se ti porto... vediamo... al fast-food?>Disse come se fosse una cosa non risaputa.
<Cosí giochi sporco>Ribattei.<Magari chiamo anche tutti i miei amici?>Sorrise di nuovo.
<Va bene, mi piace stare con Isa, Carrie e Anna>Una cosa mi tornò in mente.
<Come si chiama il ragazzo che ha fatto il DJ ieri?>Domandai curiosa.
<È il mio migliore amico, si chiama Josh>Rivelò lui.
<Perchè?>Domandò poi curioso.<Cosí...>Scrollo le spalle. Josh è? Ma che bellissimo nome.
<Non ci credo neanche se mi paghi, che cosa ha fatto quel cretino?>Chiese lui sospettoso.
<Oh ma niente, ti fai troppi film mentali>Dissi puntandogli il dito contro con un ghigno in faccia.
<Sará>.Spazio autrice:
Questo è un po' un capitolo di mezzo, se capite cosa intendo...
E giustamente è anche più corto ma non temete, presto tornerá l'azione.❤️
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Phoenix
Short Story> Ash è nata e cresciuta fieramente nella frenetica ma ben organizzata Parigi. Un camino caldo ad asciugarle i capelli, ricci come il sole, una mamma premurosa e tutti i tipi di passioni da sviluppare. Chi si pensava che una malattia potesse distrug...