22.Love me or I'll screw up

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Prendila con leggerezza.
Che tutto si aggiusta.
Che troverai la tua strada e il tuo tempo.
Che ora ti sembra tutto cosí maledettamente confuso.
Ma capirai che tutto ha un senso, le cadute, le lacrime, le mancanze.
Perchè essere leggeri, non vuol dire essere superficiali.

Dici di si mentre te ne vai, un po' di te rimane qui, anche se non vuoi. Amami o faccio un casino.
-Coez

Erano ormai quattro giorni che avevo portato il mio cuore a casa, e quello sarebbe stato l'ultimo.

Pensavo che sarei stata a pezzi al pensiero di dover lasciare di nuovo Parigi e la mamma. Invece mi sentivo quasi risorta, come se quella chiaccherata liberatoria avesse spento tutto l'incendio che mi stava consumando.

Era mezzogiorno preciso ed io iniziavo ad avvertire una stanchezza insolita, dovuta anche alla morsa dei pantaloncini diventati stretti in pochi giorni.

<Sono ingrassata secondo te?>Chiesi a Josh mentre mi toccavo la pancia subito dopo aver finito la mia zuppa alle cipolle.

<Ma cosa dici cretina, sei perfetta come sempre>Roteò gli occhi e sbuffò con lo scopo di farmi ridere e ci riuscí come al solito.

Arrivò il cameriere con cui ovviamente parlai io e pagammo il conto prima di uscire. Strinsi la sua mano appena fuori e lui mi accolse in una stretta rassicurante.

<Io sono parecchio stanca, penso andrò a riposarmi a casa>Esclamai sbadigliano fragorosamente.

Mi rivolse uno sguardo dubbioso.
<Va bene, io faccio ancora un giro e poi torno>Si guardò attorno come stesse cercando qualcosa e poi mi salutò con un frettoloso bacio sulla guancia.

Non lo capirò mai.

Così raggiunsi il fondo della strada dove si trovava l'allegro appartamentino e ricevetti una telefonata.

Mentre tentavo goffamente di aprire la porta la squillante voce di Anna mi rimbombò con tanto di eco nelle orecchie.

<Ash! Non sai cos'è successo!>Era cosí tanto felice che mi sembrava strano paragonarla alla Anna spenta che conobbi a diciassette anni.

<Dimmi tutto Annina!>

<Ricordi che io e Ian siamo in viaggio di nozze giù in Florida?>Mi domandò e potevo quasi sentire il suo sorriso attraverso la chiamata.

<Certo! Va tutto bene?>

<Sono incinta!>Lo urlò quasi e mi stordí momentaneamente.

Incinta?

<Wow Anna è stupendo! Passami anche Ian che voglio fare gli auguri anche al futuro padre!>Scherzai e dopo un piccolo battibecco tra loro due Ian prese in mano il telefono.

<Ash?>

<Allora come ci si sente ad essere futuro padre?>Lo canzonai ironicamente.

<Strani, in senso positivo>Anche lui ne aveva passate tante e sentirlo cosí contento mi scioglieva il cuore.

<Una domanda, ma come lo ha scoperto Anna visto che non lo cercavate?>Domandai quasi ansiosa di un presagio che mi regalava solo ansia.

<Bhe ha visto che iniziava a prendere qualche chiletto, poi era sempre affaticata, la schiena le faceva male, insomma per cazzate qualsiasi.

Annui preoccupata e li salutai fingendo una falsa serenitá che non mi apparteneva in quel momento.

Passai al market sotto casa e osservai gli scaffali uno a uno. Fin quando non arrivai al reparto donna dove un test di gravidanza mi guardava con sospetto.

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