4 Marzo 2018- Alis
<<Alis>> il tono della dottoressa era tutto tranne che rassicurante <<Non stai andando bene, non ci siamo per niente>>
<<Pensa che rimproverarmi in questa maniera possa servire a qualcosa?>> le chiesi, esausta delle continue visite che facevo ogni giorno <<Facciamo questo controllo ogni giorno, cosa vuole che sia migliorato da ieri?>> le chiesi ovvia
<<Alis, se andrai avanti così, c'è il rischio che ti debba ricoverare>> mi avvisò
<<Assolutamente no>> negai con il capo <<Non esiste che io mi rinchiuda qua dentro e mandi tutta la mia vita a rotoli, si tolga questa idea dalla mente>>
<<Il tuo disturbo alimentare non può essere controllato a casa da sola>> provò a convincermi <<Se tu stessi qui, potremmo tenere la situazione sotto controllo ventiquattr'ore su ventiquattro: guariresti il prima possibile, sicuramente prima che a casa>>
<<Dottoressa>> sbuffò Alis <<Sono maggiorenne, potrei firmare le mie dimissioni in un momento qualsiasi dichiarando di non voler essere curata, nessuno me lo potrebbe impedire. Qui dentro non verrò: mi mangerei il cervello. Se oggi mi ricovera, io domani esco>> dichiarai
<<Vai a casa>> mi lasciò vincere <<Ci vediamo domani, per il controllo giornaliero>> mi congedòDopo averla salutata, uscì finalmente dal suo studio e da quell'ospedale, da cui facevo avanti e indietro ormai ogni giorno da quasi cinque mesi.
Non fu una mia scelta iniziare la terapia: un giorno mia mamma si preoccupò talmente tanto che mi ritrovai costretta ad accettare di iniziare per non farla soffrire. Sin dall'inizio mi rifiutai categoricamente di essere ricoverata, nonostante le mie condizioni non proprio ottime: avevo visto troppe persone morire in ospedale, non avevo voglia di essere l'ennesima vittima dei loro errori.
Uscì dall'ospedale e il venticello mi costrinse a chiudere la zip del giubbotto di pelle che indossavo; andai in macchina il più velocemente possibile per non prendere troppo freddo, per poi guidare fino al bar dove lavoravo.<<Ciao>> salutai entrando nel locale, trovandolo non troppo pieno
<<Bonjour, mon amour>> mi salutò Elenoire, mentre vidi il rosso di poche sere prima seduto di fronte a lei al bancone <<Comment c'était?>> mi chiese, facendo riferimento alla visita avuta poco prima, probabilmente in francese per non farsi capire dal resto delle persone
<<Comme d'habitude: elle veut m'hospitaliser, mais j'ai refusé>> le spiegai
<<Male>> scosse la testa in disapprovazioneAlzai le spalle senza risponderle, consapevole della sua disapprovazione sull'argomento. Andai a posare il giubbotto, per poi legarmi in vita il solito grembiule e recarmi dietro il bancone
<<Alis>> sentì una voce richiamarmi, non appena arrivai
<<Ciao>> sorrisi al ragazzo dell'altra sera, ora seduto accanto al suo amico <<Posso prepararti qualcosa?>> gli chiesi
<<Un caffè>> mi rispose lui <<Come stai?>> mi chiese
<<Ecco a te>> gli porsi il suo caffè <<Bene, mi son ripresa le ore di sonno che avevo perso per colpa vostra>> li feci ridere
<<Devi scusarci, è che siamo molto casinisti>> mi spiegò lui
<<È normale>> sorrisi comprensiva <<Festeggiavi un disco, infondo, no?>>
<<Pensavo non lo sapessi>>
<<Infatti era così>> ammisi <<Me lo ha spiegato Elenoire, io non sapevo chi foste>>
<<Come no?>> esclamò scioccato il rosso
<<Eh no>> risi per la sua reazione
<<Ma ci avrai sentito almeno una volta>> esclamò ovvio <<Ora puoi pure piangere se non ci sentiamo, ora non mi dispiace se non mi cercherai>> canticchiò
<<No, zero>> risi
<<Non ci posso credere>> sbuffò lui <<Non ho una fama mondiale quindi, lei non mi conosce>> si girò verso il suo amico, fingendosi disperato
<<Non piangere>> lo consolò fintamente Mario
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Soffierà || Tedua
FanfictionNon ti renderai davvero conto Di quanto mi basti solo un tuo sguardo a rendermi fuori controllo Soffierà il vento sulle sponde Soffierà portando via le onde Non puoi farmi male al cuore con i tuoi sbalzi d'umore Non stare ad aspettarmi ore ed ore So...