19 Aprile 2018- Alis
Sorrisi guardando la macchina di Mario fermarsi sotto casa: spiandolo dalla finestrella della cucina lo vidi parcheggiare, per poi prendere il telefono.
Sono qui sotto
Lessi il messaggio, ma non risposi nemmeno, iniziando ascendere di corsa le scale per non farlo aspettare troppo.<<Piccina>> fu il suo modo di salutarmi, non appena mi vide aprire il cancelletto del mio palazzo <<Sei stupenda>> commentò, facendo diventare le mie guance più rosse di quanto già non fossero a causa del blush, non appena salì in macchina
Era il compleanno di Mirko, motivo per il quale avevo evitato il mio solito jeans, optando per un vestito nero lungo.
Non amavo vestirmi in quel modo: odiavo il fatto che le mie forme fossero così in risalto, che qualcuno oltre me potesse vederle.
<<Grazie>> sorrisi, lasciandogli un bacio sulla guancia
<<Amo l'imbarazzo che provi quando ti dico che sei bella>> commentò mettendo in moto la macchina, partendo poi ad una velocità abbastanza alta
<<Non mi guardare con gli occhi con cui potresti guardare le altre>> sospirai, guardando fuori dal finestrino il sole tramontare
<<Non ho mai guardato nessuna con questi occhi>> scosse il capo sorridendo <<Sei l'unica a cui li dedico>>
<<Sei un poeta>> risi, cercando di nascondere la timidezza che provavo nel sentirgli pronunciare quelle parole
<<E dovresti sentire cosa scrivo di te>> mi confessò <<Ma non è ancora ora che tu lo sappia>>
<<Quando sarà ora?>> gli chiesi
<<Te ne accorgerai>> rispose vago
Passammo il resto del viaggio in silenzio: lui concentrato sulla strada, io persa tra i miei pensieri. Nonostante cercassi di lasciar stare per qualche minuto quella conversazione, essa tornava puntualmente fra i miei pensieri: mi capitava spesso ultimamente, cercavo di pensare a qualcosa che non fosse lui ma puntualmente rimaneva un pensiero fisso.<<Alis, smettila>> mi rimproverò Elenoire <<Piuttosto di star qui a mangiartelo con gli occhi, vai lì e fai qualcosa>>
<<È bello>> alzai le spalle, come per giustificarmi, incrociando per un secondo lo sguardo di Mario, intento a parlare chissà di cosa proprio con il festeggiato, su un divanetto di fronte a me
<<Può esser bello quanto vuoi, ma finché starai seduta qui non potrai mai sapere di cosa sa la sua bellezza>> mi fece girare verso di lei, attirando del tutto la mia attenzione <<Fidati di lui, non ti farà del male>> mi consiglió
<<Mi fido di lui>> annuì, tornando con lo sguardo verso il suo, che già era su di me
<<E allora diglielo>> mi ripeté nuovamente, per poi andare a cercare Gionata chissà in quale parte della casaMi voltai verso il bancone per riprendere il mio bicchiere, scossa dalle parole della mia amica: sapevo che aveva ragione, che dovevo dimostrare a Mario che ormai mi fidavo, che ormai il mio cuore apparteneva a lui.
La paura che mi potesse spezzare il cuore c'era, ma la voglia di star con lui, di scoprire la sua vita e di aprirmi con lui era ormai più forte.
Mi diressi fuori, nella speranza che lui cogliesse il mio messaggio: speravo capisse che me ne volevo andare da lì, ma con lui.<<Se ci guardiamo così in mezzo a tanti, ci sarà pur un motivo>> fermó la macchina bruscamente
<<Gli occhi non sanno stare zitti>> sospirai <<Sarà un guaio>>
<<Se incrocio il tuo sguardo sorrido, Alis: è già un guaio>> mi annunciòProbabilmente non esiste nessuna intimità che possa competere con due sguardi che si incontrano con fermezza, ma che rifiutano di lasciare la presa.
Negli sguardi esiste il massimo potere dell'attrazione: è più semplice staccare una calamita dal metallo, che convincere due persone che si piacciono a non cercarsi con gli occhi.
E noi due, noi due ci cercavamo sempre, in ogni istante.<<Elenoire me l'aveva detto, ma ho voluto tener tutto sotto controllo come sempre>> gli confessai
<<Cosa ti aveva detto?>> mi chiese confuso
<<Che mi avresti fatto del bene>>
<<Non voglio altro>> mi confessò <<Voglio continuare a scoprire quella parte che non mostri a nessuno, quella che tieni solo per te: è troppo facile fermarmi al primo strato e prendere ciò che mi fa comodo, un po' come chiedere "come stai" e fregarsene della risposta. Io voglio sapere veramente come stai, non mi bastano quattro parole al vento: voglio leggerlo nei tuoi occhi, voglio prenderti per mano ogni volta che abbassi lo sguardo per le tue insicurezze, io voglio davvero sapere come stai e farti star bene>>Nessuno dei due riuscì più a resistere: ci volevamo come appena usciti di galera, come in astinenza.
Mi prese il voltó fra le mani e mi bació, senza aspettare un mio segno di consenso: sapeva già che mi aveva rubato il cuore, che ormai appartenevo a lui.
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Soffierà || Tedua
FanfictionNon ti renderai davvero conto Di quanto mi basti solo un tuo sguardo a rendermi fuori controllo Soffierà il vento sulle sponde Soffierà portando via le onde Non puoi farmi male al cuore con i tuoi sbalzi d'umore Non stare ad aspettarmi ore ed ore So...