5 maggio 2018- Alis
<<Faccino triste in arrivo>> esclamò Elenoire, non appena varcai la soglia d'entrata del locale <<Che ti è successo?>> chiese notando il muso lungo che avevo, per non parlare delle occhiaie che mi contornavano gli occhi
<<Pensieri, forse troppi>> borbottai, mandando un messaggio>ti va se stasera ci vediamo? Ti devo parlare.
Inviai il messaggio a Mario, senza aspettare una risposta prima di iniziare a lavorare: sapevo che non mi avrebbe detto di no, sapendo che avevo qualcosa da dirgli.
Avevo deciso che era ormai ora di parlargli di tutto ciò che gli tenevo nascosto, nonostante ciò che c'era tra noi non era nulla di ben definito: non volevo in alcun modo che lui si legasse a me senza conoscere anche la parte più brutta, senza conoscere i mostri che mi porto dietro.<<Sono andata dalla psicologa>> spiegai alla mia amica, raggiungendola dietro il bancone <<Mi ha nuovamente aumentato le sedute, dice che secondo lei non miglioro>> sospirai
<<Ma come, sembrava star andando meglio>> mi chiese
<<Lo so>> annuì <<Forse emotivamente sto meglio, non so, è un po' un mix quel che provo, ma a lei non importa: per lei se non mangio non sto bene>>
<<Non nego sia così, sicuramente non fa bene saltare i pasti>> concordó <<Però mi sembri più solare da quando la vedi meno>>
<<La vedo meno da quando c'è Mario>> sospirai, ormai ammettendo liberamente quanto bene mi trovassi con quel ragazzo <<Ho deciso di parlargli, stasera>> le confessai, consapevole che fosse la scelta giusta
<<Vedrai che non ti giudicherà>> mi sorrise contenta la rossa.<<Ciao>> sorrisi timida, varcando l'entrata del piccolo abitacolo in cui viveva Mario
<<Ciao bella>> mi salutò con un bacio sulla guancia, tornando poi a controllare ciò che aveva lasciato in padella <<<<Lascia pure tutto lì sul divano, se vuoi togliti le scarpe>> mi consigliò, e feci come detto per poi raggiungerlo vicino ai fornelli
<<Questo grembiule?>> indicai un grembiule bianco con dei fiorellini che stava usando per non sporcarsi
<<Mia mamma lo ha lasciato qui qualche tempo fa>> si inventò
<<Non serve inventare scuse con me: so che ti piace>> risi guardandolo mettere la sua fettina di carne nel piattoAvevamo deciso di stare da lui proprio perché ci sembrava il luogo più tranquillo per poter parlare: non mi andava di ritrovarmi uno dei suoi amici tra i piedi mentre cercavo di parlargli di qualcosa di serio, probabilmente neanche a lui.
Dopo quel bacio a seguito del compleanno di Mirko, nessuno dei due accenò all'argomento: ci mangiavamo ancora con gli occhi, i nostri corpi bramavano il contatto con l'altro ma le nostre teste si rifiutavano di dar ascolto ai nostri sentimenti.<<Che cos'è questo faccino?>> mi chiese notando il mio sguardo perso nel vuoto, non appena ci accomodammo sul suo divano
<<Devo parlarti>> sospirai, sentendo il cuore iniziare a battere più veloce a causa dell'ansia che quell'argomento mi provocava <<Io so che tu ti sei reso conto di tutte le scuse che invento certe volte>>
<<Credevo non me ne volessi parlare, non voglio essere invadente>> specificó lui, quasi come se si sentisse in colpa
<<Non lo sei, affatto>> ne hai con il capo <<Apprezzo che tu non abbia mai voluto sapere di più, che abbia semplicemente accettato ciò che ti dico senza pretendere una spiegazione, ma credo sia giunto il momento di dartela>>
<<Sono qui per ascoltarti, non aver timore del mio giudizio>> mi supplicò
<<Fino a poco tempo fa non credevo di avere un cervello in grado di produrre così velocemente tanti pensieri negativi e orrendi. Non so nemmeno giustificarlo o spiegarlo a chi mi chiede cos'ho e, credimi, lo fanno in molti.
L'ansia mi divora e due notti su tre mi ritrovo in giardino in preda ad attacchi di panico fuori misura, seduta sulla panchina con una bottiglietta d'acqua in mano per non vomitare, gli occhi spalancati, il respiro che non si fa sentire e la torcia del telefono per fare un po' di luce nell'oscurità.
Poi arrivano anche loro, senza avvisare iniziano a scorrere velocemente sul mio viso senza che io possa controllarle. Il mio cervello pensa a così tante cose che sembra possa esplodere da un momento all'altro.>> lasciai libero spazio ai miei pensieri, sentendomi sicura con lui, sapendo che non mi avrebbe giudicata <<Mi sento dire che tutto andrà meglio più o meno da quando sono entrata in clinica, circa un anno fa, eppure nessuno ha mai accennato a miglioramenti nelle mie cartelle: peggioro ogni mese che passa, e iniziano a pensare di mandarmi in qualche struttura più rigida.>>
<<Sapevo che ti portavi dei demoni troppo grandi per le tue fragilità>> mi accarezzó la guancia, provando ad asciugare quel fiume di lacrime che cadeva dai miei occhi <<Sono qui, non è cambiato niente>> provò a tranquillizzarmi, accogliendomi fra le sue braccia.Passammo tutta la notte così, abbracciati sul suo divano, raccontandoci i terrori che ci portavamo dietro. Nessuno, mai, prima di lui mi aveva fatta sentire così bene parlando di ciò che più odiavo di me.
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Soffierà || Tedua
FanfictionNon ti renderai davvero conto Di quanto mi basti solo un tuo sguardo a rendermi fuori controllo Soffierà il vento sulle sponde Soffierà portando via le onde Non puoi farmi male al cuore con i tuoi sbalzi d'umore Non stare ad aspettarmi ore ed ore So...