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I don't, I don't, don't know what it is
but I need that one thing
and you've got that one thing.

Quella mattina non venni svegliata da Dylan, ma dal suono della sveglia puntata alle sei in punto. Sentii il rumore della pioggia sbattere contro le finestre, in un diluvio universale seguito dai rumori cupi dei tuoni. Ho sempre amato il tempo piovoso e nuvoloso di Seattle, anche se avrei sicuramente preferito un bel sole caldo.

D'altro canto il freddo mi trasmetteva una sensazione confortevole, perché avevo la possibilità di stare tra le coperte calde, in una felpa più grande di me e con i piedi nei calzini di lana. E poi, il freddo voleva dire solo una cosa: Natale, la mia festività preferita.

Allungai il braccio per spegnere la sveglia, e mi rigirai nel letto, restando a godermi quella sensazione calda del piumone. Probabilmente sarebbe stato meglio che Hanna si occupasse di Dylan, così io avrei concluso con calma il mio lavoro.

Fu quel pensiero che mi obbligò ad alzarmi rapidamente dal letto, appoggiando i miei piedi nudi sul pavimento freddo. Come avevo previsto, Dylan stava ancora dormendo, russando lievemente. Silenziosamente, aprii l'armadio per prendere una tuta nera, una maglietta bianca e il cardigan bianco del giorno precedente.

Uscii dalla stanza, chiudendo la porta con delicatezza. Il corridoio era leggermente illuminato dalle finestre infondo, che facevano passare quella lieve luce fioca dei raggi del sole che trapassavano le nuvole. Raggiunsi la porta del bagno, per vestirmi e lavarmi.

Pensai alle parole di Jannik di qualche ora prima. Era dispiaciuto di essere lui la scelta della mia famiglia, ed io non ne capivo il motivo. Inoltre, voleva che tra me e lui tutto fosse a posto, e anche io lo avrei voluto. La difficoltà era capire se le sue parole erano frutto di una mente vigile oppure no. E se quelle parole fossero il risultato di una stanchezza? E se non le pensava davvero?

Io ero sincera quando gli dissi di non essere dispiaciuta dalla sua presenza. In un certo senso, adoravo le sue piccole provocazioni, che fossero le sue mani su di me o la sua voce calda e pacifica che mi diceva di aver fatto un sogno erotico su di me.

Avevo quattro ore di sonno e sicuramente quella giornata sarebbe stata infinita. Dovevo ultimare il mio lavoro, e non potevo sprecare tempo. Scrissi ad Hanna di passare a prendere Dylan la mattina e il pomeriggio. La mia mente doveva essere focalizzata solo su una cosa alla volta, senza distrazioni.

Uscii dal bagno, scendendo giù per prendere le scarpe e il cappotto. Le chiavi della macchina fortunatamente erano già nella tasca del cappotto, e non appena aprii la porta, una ventata ghiacciata si scontrò contro il mio viso. Prima di uscire, presi la mia sciarpa di lana rossa e la indossai. Quello era stato il regalo di natale di mia nonna, tre anni prima.

Corsi sotto la pioggia per raggiungere l'auto e salire. Accesi il motore e l'aria calda per scaldare la macchina. Scrissi ad Emma un piccolo messaggio in cui le raccontavo delle parole di Jannik, e di farmi sapere cosa ne pensava. Subito dopo partii, verso l'ufficio.

Come ogni mattina, Taylor Swift mi accompagnò per tutta la durata, con il mio album preferito, "1989". Ci misi la metà del tempo ad arrivare a destinazione, perché alle sei e quaranta di mattina le strade erano vuote. Il cielo era sempre più nuvoloso, tanto che i pochi raggi di sole che riuscivano a raggiungere la città erano stati bloccati. Si gelava nonostante l'aria calda direttamente puntata verso di me.

Parcheggiai davanti all'ufficio. I posti auto erano tutti vuoti, e le luci dell'edificio erano quasi tutte spente. Corsi da fuori la macchina verso l'ingresso, scoprendo che l'ambiente era più confortevole e caldo di quanto mi aspettassi. Daisy, la receptionist responsabile della supervisione di Kevin, era dietro il bancone a consultare il computer. I suoi capelli neri erano intrecciati in due trecce alla francese ordinate. Indossava una camicia blu dalla maniche lunghe, arrotolate sugli avambracci.

Curls in the darkness || Riccioli nell'oscurità Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora