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What's a girl gonna do?
A diamond's gotta shine.
Best believe I'm still bejeweled
when I walk in the room
I can still make the whole place shimmer.

Fui svegliata dal rumore della sveglia. A tentoni tastai il comodino alla ricerca del telefono per mettere a tacere quel rumore. Ci impiegai qualche secondo. Mi rigirai nel letto, con gli occhi mezzi chiusi. Quando fui sul fianco sinistro, vidi davanti a me il viso di Jannik.

Aveva gli occhi ancora chiusi, e le labbra socchiuse, dalle quali uscivano leggeri sospiri. I suoi riccioli erano sparsi e disordinati. La coperta lo copriva fino al petto, e notai come una gamba penzolasse dal letto, probabilmente sfiorando il pavimento. Incerta, allungai una mano vicino al suo viso, facendo scontrare i miei polpastrelli con la sua guancia, leggermente ruvida a causa della barba che iniziava a crescere. Con il pollice gli accarezzai la pelle, restando ad osservarlo. Dormiva pacificamente, con il viso rilassato e sereno.

Quel ragazzo stava abbattendo la mia corazza da ragazza dal cuore di ghiaccio, e non sapevo fosse un bene o un male. Non avevo mai preso una sbarellata per un ragazzo, e lui mi stava facendo mettere in discussione troppe cose.

Ero sempre stata una ragazza che si accontentava di fare sesso e basta, ma il mio cuore diceva che non era più la cosa giusta. Dopo il rifiuto ricevuto da Joe, a diciassette anni, avevo imparato ad accettare ciò che volevano darmi i ragazzi, senza chiedere mai nulla in cambio.

Quando avevo Jannik attorno sentivo il forte impulso di saltargli addosso, ma sapevo che quello lo voleva solo la vecchia parte di me, che ancora combatteva per non farsi schiacciare dalla mia vera volontà.

Dovevo imparare ad ascoltare il cuore, e non la vagina.

Intravidi con la coda dell'occhio Dylan, seduto davanti alla porta. Mi allontanai da Jannik, sedendomi sul materasso e passandomi una mano sul viso. Forse era meglio se avessi svegliato Thomas e me lo fossi portata al lavoro, non mi fidavo a lasciarlo in casa con Jannik.

Mi alzai dal letto, sistemando meglio la coperta su Jannik. Fuori c'era un vento terribile, che faceva piegare le fronde degli alberi. Sentivo chiaramente i fischi del vento esterni, e non avevo assolutamente voglia di uscire di casa. Avrei preferito starmene sotto le coperte, possibilmente con Jannik.

Recuperai la felpa nera appoggiata allo schienale della sedia e uscii dalla mia stanza, chiudendo la porta con delicatezza. Mi diressi verso la stanza di Jannik, per svegliare Thomas. Mi sdraiai accanto a lui, sentendo ancora quel profumo di vaniglia. Il pensiero che tra quelle lenzuola ci avevo dormito anche io era impresso nella mia testa.

- Svegliati Tommy - dissi a voce bassa, iniziando a punzecchiare la spalla del ragazzo, che però non reagì. Fui ancora più insistente. - Thomas apri gli occhi o ti verso addosso dell'acqua ghiacciata - lo minacciai, dandogli dei colpetti sul viso.

Ogni volta che io e Thomas dormivamo assieme, lui era il primo a svegliarmi, e solitamente non in modi molto carini. Una volta, dopo una festa a cui avevamo partecipato ed eravamo arrivati a casa all'alba, mi sveglio il pomeriggio seguente prendendo del ketchup e versandomelo in faccia, chiaramente dopo avermi fatto svariati disegni, particolarmente volgari, sul viso.

- Ti ho sentita Olly - sospirò, aprendo gli occhi. Sapeva che se non si fosse alzato avrei davvero fatto ciò che gli avevo detto. Mi guardò con aria stanca e infastidita e si girò subito dall'altra parte, portandosi il cuscino sulla testa. - Cinque minuti - mi implorò.

Curls in the darkness || Riccioli nell'oscurità Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora