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'Cause the world stops when I put
my arms around you.
And nothing even matters.


Forse erano le due di notte quando tornai a casa, con Dylan al seguito. Avevo trascorso tutta la giornata a casa con Emma, a ballare su Just Dance. Verso tardo pomeriggio siamo uscite per andare al parco con Dylan, ma una cosa tira l'altra e alla fine sono andata da lei a cenare, ordinando da qualche fast food, perché i suoi genitori non erano in casa.

Appena misi piede in casa, venendo avvolta da quel calore confortevole, il cucciolo corse alla sua ciotola rossa per mangiare i suoi croccantini. Accesi la luce della cucina, per prendere dell'acqua e un'aspirina per il mal di testa che avevo da tutto il giorno. Ero devastata, e l'idea che il giorno dopo sarei dovuta tornare al lavoro, mi distruggeva. Non avevo minimamente voglia. Avevo appositamente ignorato tutti i messaggi dei miei colleghi. Meritavo un giorno di riposo in più.

Quando fui vicino al lavandino per prendere il bicchiere, notai a terra un petalo rosso, leggermente spiegazzato. Mi piegai per raccoglierlo. Al tatto era delicato e fragile. Non mi spiegavo come mai quel petalo fosse lì. Non avevo mai visto nessun tipo di fiore dentro casa mia, se non quelli finti. E quel petalo, era tutto fuorché finto.

Lo appoggiai sul ripiano della cucina e presi l'aspirina, mandandola giù con dell'acqua tiepida. Ho sempre odiato prendere le pastiglie o gli antibiotici. Da piccola avevo paura che si bloccassero in gola e che sarei morta.

Mi accorsi solo dopo di come l'aria attorno a me profumava di lavanda. Non ci feci molto caso e presi il petalo, portandolo al piano di sopra. Dylan era già nella sua cuccia, che dormicchiava.

Entrai nella mia stanza, appoggiando quel petalo sul comodino. La luce era spenta, ma avevo acceso la piccola abat-jour bianca sul comodino. Il pigiama era piegato ordinatamente sotto al cuscino. Lo presi e mi cambiai, ero esausta.

Mi diressi verso il mio bagno, per togliermi il mascara e lavarmi i denti. Il corridoio era buio, e tutte le porte chiuse. Jannik stava sicuramente dormendo. Non lo vedevo dalla sera prima, quando avevamo discusso. Aveva lasciato un bigliettino in cui diceva di essere andato ad allenarsi, poi non ho più saputo nulla. Ero tentata ad aprire la porta della sua camera per assicurarmi che fosse lì, ma non lo feci.

Sentivo una sensazione strana, come se avessi bisogno di qualcosa che però ancora non conoscevo. Volevo sentirmi amata, avvolta nelle braccia di qualcuno. Desideravo essere vista, essere osservata e notata. Non volevo essere solo una presenza nella stanza.

Con il telefono tra le mani, mi avviai verso il bagno. Aprii le chat che dovevo ancora controllare, e lessi rapidamente i messaggi. Amelia mi avvisava che la mattina seguente sarei dovuta passare in ufficio per farmi assegnare il programma lavorativo. Kylie mi aveva mandato la foto della mia scrivania, vuota, con messaggio in cui mi diceva che le mancavo. I miei genitori non si erano fatti vivi. Sarebbero tornati in quattro giorni da Miami.

L'icona del numero "1" sulla mail, mi fece incuriosire. Non ricevevo mai mail, se non quelle delle multe. Aprii l'applicazione, e l'oggetto della mail mi fece sgranare gli occhi: «Congratulazioni». Mail inviata dal Comitato Direttivo del Tennis Americano.

Lessi rapidamente le poche righe di descrizione.
"Ci congratuliamo con lei per aver raggiunto uno dei picchi più alti della storia delle interviste femminili del tennis. È perciò caldamente invitata a partecipare alla serata di festeggiamento di questo traguardo la sera del 22 ottobre, presso lo Space Needle. Sarà invitata a tenere un discorso davanti ad alcuni dei più influenti giornalisti, i migliori tennisti nel ranking, allenatori di fama mondiale e ai suoi colleghi. Il dress code deve essere elegante e raffinato, a causa della miriade di fotografi e giornalisti presenti all'ingresso, volenterosi di scattarle qualche foto e di farle rilasciare qualche intervista. La attendiamo con ansia.
Cordiali saluti, Comitato Direttivo del Tennis Americano."

Curls in the darkness || Riccioli nell'oscurità Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora