When life leaves you high and dry
I'll be at your door tonight,
if you need help, if you need help.
I'll shut down the city lights
I'll lie, cheat, I'll beg and bribe to make you well,
to make you well.
When enemies are at your door
I'll carry you way from war
if you need help, if you need help.La mattina seguente fui svegliata dal rumore di una fastidiosa sveglia, troppo vicina al mio orecchio. L'ora segnava le sei di mattina, e dalle due finestre della camera non si vedeva altro se non il tipico cielo grigio nuvoloso. Sul comodino accanto a me c'era una sveglia rossa piccolina, che spensi.
Addosso avevo ancora l'accappatoio di Jannik, tenuto chiuso da una cintura in stoffa. Il piumone mi copriva fino al busto. Il ricordo della sera precedente fu il primo pensiero quando aprii gli occhi: il suo corpo contro il mio, le nostre labbra unite in baci passionali e profondi.
Mi voltai, in direzione del ragazzo steso accanto a me. Sdraiato sul fianco, aveva il piumone bianco all'altezza della vita e una sola mano sotto al viso. Con l'altra, teneva arrotolata attorno all'indice una ciocca dei miei capelli. Non era la prima volta che giocava così con i miei capelli, e lo trovai stranamente dolce.
Non indossava nessuna maglietta, e il suo busto era lasciato ben visibile. Aveva la carnagione chiara e pallida, con le spalle larghe e toniche. Rispetto ad altri tennisti, Jannik era più esile e magro, ma comunque il suo corpo non mancava di muscoli ben evidenti.
I suoi occhi erano chiusi, e le labbra dischiuse, dalle quali uscivano brevi sospiri. Più guardavo Jannik, maggiore era il bisogno di fargli una semplice e concisa domanda: "Cosa siamo ora?".
Sapevo che con i suoi impegni sportivi sarebbe stato impossibile costruire una relazione stabile. Durante l'intervista che gli avevo fatto si era dichiarato disposto ad una relazione, quindi non ero senza speranze.
Volevo stare stesa con lui tutto il giorno, ma il dovere iniziava a chiamare. Mi misi a sedere sul letto, facendo meno rumore possibile, nella speranza di lasciare Jannik dormire più a lungo. Nel momento in cui mi alzai, il parquet sotto ai miei piedi scricchiolò. Mi voltai, nella speranza che Jannik avesse il sonno pesante, ma così non fu.
I suoi occhi si aprirono lentamente. - Buongiorno Lily, te ne vai senza dirmi nulla come la prima sera? - mi chiese, stendendosi a pancia in giù con il viso rivolto verso di me. Aveva gli occhi leggermente rossi e gonfi, per la stanchezza.
Gli sorrisi. - Scusa se ti ho svegliato, speravo avessi il sonno più pesante. Devo andare a lavorare, ti avrei lasciato un bigliettino - mi giustificai.
I suoi occhi verdi percorsero la mia figura da capo a piedi, e tornarono poi a guardarmi. - Non ti rimetterai i tuoi vestiti immagino, sono fradici e puzzeranno di acqua piovana - disse.
Non avevo molte altre opzioni a dire la verità. - In realtà pensavo di metterli per tornare a casa - spiegai, ma in quel momento mi ricordai che non potevo muovermi da lì senza macchina. O meglio, ci avrei messo tutto il giorno per arrivare a casa a piedi.
- Ti presterò io dei vestiti, ti accompagno a casa e al lavoro, visto che sei senza macchina - mi disse, rendendosi più che disponibile per me.
Gli sorrisi, intenerita dalla sua gentilezza. Forse, neanche me la meritavo tutta quella premura. Avevo trattato malissimo Jannik, e nonostante quello mi aveva perdonato e si era rivelato essere una persona dolce e premurosa.
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Curls in the darkness || Riccioli nell'oscurità
ФанфикDue mondi così diversi in collisione. Olivia, una giornalista, e Jannik, il futuro del tennis. Se inizialmente la loro era una sola avventura, come gestiranno tutto ciò a cui sarebbe andati incontro? È TUTTO FRUTTO DI PURA FANTASIA, NONOSTANTE SIAN...