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⚠️: Leggete la nota autore!!

Call it magic, call it true,
I call it magic when I'm with you
and I just got broken
broken into two
still I call it magic
when I'm next to you.

JANNIK'S
POV
🥕

«Vaffanculo Sinner» furono le parole che mi tormentarono per tutta la notte. Avevo sentito chiaramente il mio cuore sgretolarsi in mille pezzettini.

Non riuscivo a capire come mai lei mi avesse fermato. Credevo le stesse piacendo ciò che facevo, ma forse mi sbagliavo. Per nessuna ragazza mi ero mai trovato a passare la notte in bianco, continuando a rimuginare sulle stesse due parole per ore.

Fin dalla prima volta che avevo posato gli occhi su di lei era come se i primi accordi di "Clocks" dei Coldplay avesse riempito l'intero ambiente attorno a me, fino ad intrufolarsi nel mio cuore, che sembrava battere a ritmo di quelle note, e in tutto il mio corpo.

Lei era bella come una canzone dei Coldplay.

Mi ero rigirato nel letto per tutta la notte, continuando a ripensare ad Olivia. Era difficile capire come mai d'un tratto tutto si fosse sciolto, esattamente tra le mie mani. Ogni secondo della mia giornata, la mia mente era occupata a pensare a quel piccolo angelo dagli occhi marroni lucenti. Si era impadronita del mio cuore prima ancora di chiedermi il permesso. Aveva fatto irruzione con impeto all'interno del mio corpo, come se fosse sempre stato di sua proprietà.

Anche quando alle cinque e mezza di mattina suonò la sveglia, i miei occhi erano già aperti, fermi a fissare il soffitto in cerca di risposte. Spensi quel rumore fastidioso e tolsi il piumone dal mio corpo. Mi sembrava di essere sotto un incantesimo, perché sentivo il suo profumo di lavanda sulle coperte e vedevo la sagoma del suo corpicino ancora steso sul materasso. Ovunque io mi girassi, c'era una traccia di Olivia. Certo, ero in casa sua, ma persino quando chiudevo gli occhi avevo il suo viso in primo piano, e le sue mani ghiacciate che mi sfioravano.

Nonostante il dolore lancinante alla testa, dovuto alla stanchezza e da alcuni sintomi influenzali che mi ero preso giocando sotto il diluvio con Nicholas, mi alzai dal letto, prendendo le mie ciabatte morbide. Aprii le finestre per far arieggiare la stanza, e subito dopo uscii, chiudendo la porta.

Il corridoio era silenzioso. Le luci erano spente e l'unico rumore era lo schianto delle gocce sulle finestre. Feci per scendere le scale, ma venni fermato. Mi voltai, in direzione della camera di Olivia. Deviai, dirigendomi verso la sua stanza. Quando fui davanti alla porta, il cuore prese a battere rapidamente e le mie mani iniziarono a sudare.

Abbassai lentamente la maniglia, sperando che Dylan non facesse rumore, rischiando di svegliare Olivia. Tutto l'ambiente era immerso nell'oscurità, ma riuscii a distinguere il suo letto, vuoto. Mi chiesi dove fosse alle cinque e mezzo di mattina. Richiusi la porta e scesi le scale.

Probabilmente era fuori con il cucciolo a fare una passeggiata, ma quando fui in cucina per fare colazione, sentii alle mie spalle una presenza. Mi voltai, osservando Dylan seduto davanti a me, con le orecchie sull'attenti e il muso curioso. Un ennesimo dubbio mi sorse, dove poteva essere Olivia senza Dylan?

Mi mossi per andare in salotto e fu lì che la vidi: sdraiata sulla chaise-longue con una misera copertina sulle gambe. Era rannicchiata in posizione supina, come se volesse scaldarsi. Aveva qualche capello sul viso, ma la maggior parte erano sparsi sul cuscino nero. Riuscii a scorgere al collo la sua collana, che aveva perso a casa mia. Le sue labbra erano leggermente schiuse, e dei leggeri sospiri uscivano da esse.

Curls in the darkness || Riccioli nell'oscurità Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora