Appena notai l'auto di Gavin nel vialetto di casa Reed, il mio buon umore sparì all'istante. Il bel pomeriggio che avevo passato con Connor e Jesse, un lontano ricordo.
Non credevo l'avrei rivisto così presto.
Connor spense il motore e mi guardò. <<Volevo chiederti di entrare per farmi compagnia, ma non credo sia una buona idea>>.
Scossi la testa. <<No, mi dispiace>>.
Sembrava triste e incazzato. <<Lo immaginavo. Quindi direi che ci vediamo dopo?>>.
<<Potresti sempre venire da noi. Mason sta sera cucinerà i suoi famosi spaghetti prima di uscire>>, proposi. La verità era che non volevo restare sola.
Sorrise. <<Andiamo. Non posso dire di no alla cucina di Mason Martin>>.
Quando entrammo in casa, c'era un gran baccano proveniente dalla cucina. Andammo in quella direzione. Mason stava tagliando dei pomodori, Louis stava stonando una canzone che usciva dall'impianto stereo.
Io e Connor ci guardammo. <<Non crescerà mai>>, borbottai. Louis era il più grande e in teoria doveva essere il più maturo. Sbagliato.
Connor rideva. <<Ora lo riprendo e lo carico su TikTok>>. Così fece. Louis non ci aveva ancora visto arrivare alle sue spalle. Improvvisò anche un balletto.
Imbarazzante.
Avevo le lacrime agli occhi. <<Oh, Dio! Non respiro>>, mi lamentai.
Louis si accorse della nostra presenza. <<Oh, ciao! Da dove arrivate?>>, chiese come nulla fosse. Non conosceva la vergogna mio fratello.
<<Dallo studio di Jesse>>, risposi mostrando il polso fasciato con la pellicola.
<<Forte>>, rispose. <<Connie, mostrami il tuo>>.
Connor si alzò la camicia. Distolsi lo sguardo e andai ad aprire il frigo per impormi di non guardarlo con la bava alla bocca. Avevo già dato per un intero pomeriggio.
<<Questo mi piace un botto>>, disse Louis.
<<Ehi, Scar, ti andrebbe di apparecchiare fuori in veranda?>>, mi chiese Mason.
Annuii e mi misi all'opera. Mentre stavo distendendo la tovaglia nella lunga tavola da giardino in legno, sollevai lo sguardo e mi ritrovai a fissare quelli azzurri di Gavin.
Alzò una mano e mi salutò. Ricambiai titubante. Lo prese come un invito a venire da me. Non potevo scappare. <<Ehi>>, disse evitando i miei occhi.
<<Ehi>>, risposi.
<<Dove sono tutti?>>.
Indicai la mia cucina con un gesto della testa. <<Dentro>>.
<<Ti dispiace se entro a salutare?>>. Prima non aveva mai chiesto. Era decisamente un passo in avanti.
<<Certo, vai pure>>.
Fece due passi, poi si bloccò. <<Giuro che non tirerò più fuori l'argomento Scar. Volevo solo dirti che rispetto la tua decisione. È quella giusta per entrambi. Ero così arrabbiato con me stesso che ho detto e fatto cose che non avrei dovuto. Scusami. Non ti starò fra i piedi>>.
Lo apprezzavo, davvero. <<Ehi Gave>>, lo richiamai. <<Non devi evitare i miei fratelli per me. Puoi venire a casa quando vuoi>>.
<<Grazie, lo apprezzo>>. Sparì dentro casa mia.
Temporeggiai fuori in veranda e quando finii di preparare il tavolo, andai a sedermi in una sdraio a bordo piscina. Non volevo rientrare e trovarmi nella stanza di Gavin.
Connor venne a cercarmi poco dopo. Si sedette accanto a me. Ci guardammo e non servirono molte parole. <<Ti stai nascondendo qui?>>.
Annuii. <<Sì, non mi andava di vederlo ancora>>.
<<Lo capisco. Sappi che si unisce a noi per la serata>>.
<<Dovrò farci l'abitudine immagino. D'altronde frequentiamo anche lo stesso College. Lo vedrò spesso in giro>>.
<<Non sei obbligata a stare con lui. Se vuoi possiamo andarcene>>.
Con quella frase aveva acquistato punti. Era dolce e premuroso. Connor era di un altro pianeta. Adoravo come pensasse a me. <<Mi piacerebbe ma allo stesso tempo non voglio dargli quel potere>>.
Allungò la mano e me la appoggiò sul ginocchio nudo. La pelle mi formicolò all'istante. <<Quando vuoi, sono qui>>.
Appoggiai la mano sopra la sua e gliela strinsi. <<Grazie, Connie. Davvero>>. I suoi occhi verdi bruciarono nei miei.
I miei fratelli uscirono facendo casino -come il solito- e rovinarono il momento -come il solito-. <<E' pronto>>, disse Mason appoggiando al centro del tavolo gli spaghetti.
Connor si alzò e mi porse la mano. La afferrai subito, senza esitare. Mi aiutò a rimettermi in piedi. Si sporse in avanti per sussurrarmi nell'orecchio: <<Se vuoi scappare, basta un cenno e ti porto via>>.
Mi sciolsi ai suoi piedi. Nessuno aveva mai detto qualcosa del genere a me. Prima di lui. Era sempre stato lui che mi aveva messa al primo posto. Da sempre.
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INVISIBLE STRING
ChickLit"Lui per me era come quella canzone che ti fa restare fermo in macchina ad ascoltarla, anche quando dovresti scendere e andartene perché ti stanno aspettando. Avrei voluto ascoltare quella canzone per sempre." Scarlett scopre il tradimento di Gavin...