7. Scarlett

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Connor non aveva smesso di guardarmi per un attimo da quando era arrivato al falò con mio fratello. Ed io avevo ricambiato. Gli avevo sorriso timidamente, improvvisamente imbarazzata. Non sapevo nemmeno bene perché.

E poi c'era Gavin. Percepivo anche il suo di sguardo. Non lo sopportavo. E soprattutto non riuscivo a ricambiarlo. La rottura era troppo fresca per non fare male.

Lola mi tirò una leggera spallata. Eravamo rimaste sole. <<Pensi di dirmi perché il tuo ragazzo sta sera sembra un cagnolino bastonato e non è mai venuto qui?>>, chiese.

Era arrivato il momento. <<Ci siamo lasciati>>, dissi tutto d'un fiato.

Spalancò gli occhi. <<Cosa?>>, domandò sorpresa.

<<Ieri sera l'ho beccato con June Wheeler che si dava da fare>>.

<<Lo ammazzo io per te>>, disse piena di rabbia. <<Che stronzo!>>.

<<Già. Non è stato bello>>.

Mi prende le mani fra le sue. <<Perchè ieri sera non mi hai detto niente? Non ti avrei lasciata da sola>>.

<<Non volevo rovinarti la festa>>. Lola si era da poco lasciata anche lei. Aveva bisogno di divertirsi un po'. Svagarsi. <<E poi non ero sola>>.

La sua bocca si sollevò in un sorrisetto. <<Fammi indovinare: Connor?>>.

Mi morsi il labbro inferiore. Lo cercai fra la folla di gente. Era con Jesse e attorno a loro c'erano tre ragazze che li stavano tenendo occupati in una conversazione. Tipico! <<Sì, Connor>>.

Si fece aria con la mano. <<E' diventato davvero sexy. Ora capisco perché hai sempre avuto una cotta clamorosa per lui. Perfino quando portava l'apparecchio>>.

Arrossii. Era vero. Avevo avuto una cotta per Connor, ma questo succedeva prima di mettermi con Gavin. Ero cambiata. Ero maturata. Avevo capito che non ero corrisposta. Avevo sofferto tanto quando lui era partito per Princeton. Dovevo dimenticarlo.

E c'ero riuscita.

<<E' sempre stato bello, Connor>>.

<<Anche Gavin lo è, ma dopo la stronzata che ha fatto, ha perso tutto il fascino>>.

<<Fra di noi non andava più da un pò>>.

<<Sì, me ne ero accorta. Scar, tu non eri più felice. Dovevi chiudere con lui molto prima>>.

Giocai con la sabbia, tracciando linee immaginarie. <<Forse, ma si tratta di Gavin. Io e lui siamo sempre stati migliori amici. Non volevo fargli del male>>.

<<Alla fine però è stato lui a ferirti>>.

Mi strinsi nelle spalle. <<Sì, non era così che doveva finire. Sopravvivrò>>.

Sollevò il suo bicchiere di birra. <<A un'estate da single>>, propose il brindisi.

Battei il mio bicchiere contro il suo. <<A un'estate da single>>. Svuotai il contenuto fresco in pochi sorsi.

Guardò oltre le mie spalle prima di bere. <<Sta venendo qui>>, mi avvisò Lola.

<<Chi?>>, dissi. Avevo paura di voltarmi e trovarmi davanti Gavin. Non volevo affrontarlo e stare male di nuovo. Oggi pomeriggio, dopo che ne era andato, mi ero rintanata nella mia stanza a piangere. Il cuore mi faceva male.

Non avevo perso solo il mio ragazzo. Avevo perso anche un amico.

Mi arrivò prima il suo profumo di mare. Tirai un sospiro di sollievo. Voltai la testa e mi ritrovai a fissare gli occhi verdi più belli che avessi mai visto. Mi stava già sorridendo. <<Ehi>>, disse sedendosi accanto a me.

<<Ehi>>, risposi.

Lola si schiarì la voce. <<Vado a cercare da bere>>. Si alzò in tutta fretta e scappò via, lasciandoci soli.

Le onde si infrangevano sulla riva ed erano il sottofondo perfetto. Meglio di qualsiasi altra canzone. A New York non c'era tutto questo. Mi era mancato tanto.

<<Ti stai divertendo?>>, mi chiese fissando l'acqua davanti a noi.

Alzai le spalle. <<Così e così. Tu?>>.

<<Volevo solo passare una serata con i ragazzi, ma è impossibile>>. Si riferiva alle ragazze che continuavano ad andare a disturbarli.

<<Non sei in vena di compagnia?>>.

Scosse la testa. <<No. Non quel tipo di compagnia>>.

Ridacchiai. <<Sei venuto qui da me per scoraggiarle?>>.

<<Mi hai scoperto!>>, scherzò. <<Se sto qui con te non verranno a dirmi quanto sono felici che io sia tornato>>.

<<Tranquillo, puoi restare qui quanto vuoi. E poi ce ne saranno di più per i miei fratelli>>.

<<Jesse ne è felicissimo>>. Entrambi spostammo lo sguardo su mio fratello che sembrava un bambino la mattina di Natale.

<<Lo vedo>>.

<<Domani mattina esci a surfare?>>, domandai, cambiando argomento.

<<No, domani no. Mi aspetta una sessione di corsa e di cardio. Il coach ci ha fatto preparare una scheda per l'estate che siamo obbligati a seguire>>.

<<Anche io dovrei allenarmi. Non ne ho voglia>>.

<<Vieni con me>>, propose. <<Ti prometto che ci andrò piano con te>>.

Ci pensai su. Chiudermi in casa a pensare alla rottura con Gavin era fuori discussione. Non ero così. Dovevo distrarmi in qualche modo. Io e Connor eravamo amici. Non ci vedevo nulla di male. <<D'accordo. Ci sto>>.

<<Ci stai, in cosa?>>, chiese Gavin alle mie spalle. <<No, ti prego. Fai come se non avessi rotto con me, nemmeno due ore fa, buttandoti addosso a mio fratello. Tanto non è quello che hai sempre voluto?>>.

Connor scattò in piedi un attimo prima di me. Strinse i pugni lungo ai fianchi ma non disse nulla. Lasciò a me rispondere a tono a Gavin. Ecco com'era il vero rispetto per una persona. Lasciarle combattere le proprie battaglie senza interferire. <<Vaffanculo!>>, gli urlai addosso. <<Non sai di cosa stai parlando!>>.

<<Oh sì che lo so!>>, sbraitò. <<Pensi che non me ne sia accorto? Il tuo mondo è sempre girato attorno a Connor! Io che cosa ero? Un ripiego? Un passatempo?>>.

Stavo seriamente cominciando ad odiarlo. <<Non ho nemmeno voglia di risponderti. Grazie per avermi rovinato due sere di seguito>>. Lo sorpassai tirandogli una spallata.

Provò a seguirmi, ma il braccio di Connor glielo impedì. <<Lasciala andare>>. Poi non sentii più niente. Ero troppo lontana. Cercai Lola e ce ne andammo. Non ne potevo più.

Quello non era il Gavin che avevo imparato ad amare. Era un'altra persona.

INVISIBLE STRINGDove le storie prendono vita. Scoprilo ora