14. Connor

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Al tavolo c'era tensione.

Gavin guardava spesso in direzione di Scarlett. Lei invece avrebbe voluto solo scomparire sotto la tovaglia. Emanava un senso di disagio che arrivava anche a me che le ero seduto accanto.

Durante la cena non aveva detto una parola. Gavin invece sembrava più a suo agio. Interveniva qualche volta e parlava con Mason. Anche lui però sembrava teso. Conoscevo abbastanza bene mio fratello da sapere che si sentiva in colpa per quello che aveva fatto.

Ubriaco o meno, non doveva tradire Scarlett. Doveva conviverci con quel senso di colpa. Era il minimo.

<<Quanto vorresti andartene da uno a strozzo Gavin?>>, le chiesi sottovoce. Volevo distrarla.

Sorrise. <<E' così evidente?>>, chiese imbarazzata.

<<Solo a me>>. Dovevo assolutamente smetterla di dire certe cose.

<<Chi lava i piatti?>>, chiese Mason dall'altra parte del tavolo.

In due secondi sparirono tutti. Rimanemmo solo io e Scarlett immersi nella nostra conversazione. <<Credo ci abbiano appena incastrati>>, borbottai. Non che mi stessi lamentando. Voleva dire passare altro tempo solo con lei.

<<Lo credo anche io>>.

Raccolsi i piatti e li portai in cucina. Tutti i fratelli Martin erano spariti al piano di sopra per prepararsi per uscire. C'era uno strano silenzio in casa.

Lavammo i piatti in silenzio. Scarlett era persa nei suoi pensieri. Non volevo intromettermi.

Fu lei a rompere la calma. <<Sei mai rimasto amico di una tua ex?>>, chiese.

Scossi la testa. <<No, mai. Si chiama ex per un motivo>>.

<<Giusto>>, concordò. <<Solo che non so cosa fare con Gavin. Lui e i miei fratelli sono amici. Frequenterà questa casa ma io non voglio avere nessun rapporto con lui. Almeno non adesso>>.

<<Evitarlo sarà impossibile, ma non sei costretta a parlarci se non vuoi. Gavin si è comportato di merda, ma ti lascerà stare se è quello che vuoi>>.

<<Sì, è ciò che voglio>>.

Bene. Quindi aveva davvero chiuso con mio fratello. Era sollievo quello che sentivo nel mio cuore? Sì, e qualcos'altro che non avevo voglia di analizzare. <<Domani mattina dovremmo prenderci una pausa dagli allenamenti>>, dissi.

Lessi la delusione nel suo sguardo. <<Ok>>.

<<Voglio portarti in un posto>>.

Alzò la testa e mi guardò. Le nuvole nel suo sguardo provocate da mio fratello, sparirono. <<Dove mi porti?>>, chiese piena di entusiasmo.

<<Lo scoprirai. Tu vestiti come quando andiamo a correre di solito>>.

Sbuffò. <<Ed io che pensavo avremmo proprio saltato gli allenamenti per un giorno>>.

<<Questo ti piacerà. Promesso>>.

<<Se lo dici tu>>.

Lei lavò i piatti, io gli asciugai. Fu strano fare una cosa così semplice assieme a lei. L'estate scorsa, quando si era appena messa con Gavin, l'avevo evitata per tutto il tempo. Ero rimasto a Cape Code solo due settimane. Non riuscivo a vederla con mio fratello.

Mi ero nascosto nel campus e mi ero iscritto al ritiro estivo di calcio. Teoricamente dovevo andarci anche quest'anno ma non sapevo se alla fine avrei accettato.

Le cose erano decisamente cambiate.

Jesse comparve sulla soglia, seguito dai fratelli. <<Avete fatto?>>, chiese impaziente.

Lo schizzai d'acqua. <<Non certo grazie a te che sei scappato>>.

Si nascose dietro a Scarlett anche se era almeno quindici centimetri più alto. <<Stronzo mi hai bagnato la camicia!>>, protestò. <<Le donne come le conquisto sgualcito?>>.

Scarlett alzò gli occhi al cielo. <<Se scappano non è di certo per la camicia bagnata, ma per il tuo brutto carattere>>.

Si imbronciò. <<Vi siete alleati contro di me per caso?>>.

Guardai Scarlett. Stava trattenendo a stento una risata. <<Qualcosa del genere>>.

Il mio amico disse qualcosa sottovoce che gli fece guadagnare un pizzicotto sul capezzolo da parte di sua sorella. <<Cazzo, che male!>>, si lamentò.

Scoppiai a ridere. <<Dai, cazzone. Andiamo dalle tue donne>>. Mi asciugai le mani pronto ad andare.

Salimmo tutti nella stessa macchina. Louis si offrì come autista della serata. <<Gave ci raggiunge lì?>>, chiese.

<<Sì, ci vediamo lì>>, rispose Mason. <<Scar, spero per te non sia un problema. Non sei costretta a stare vicino a lui>>.

<<Non c'è problema. Non dovete smettere di parlarci solo perché noi ci siamo lasciati>>.

<<Quindi è definitivo?>>, domandò Louis.

<<Sì>>, rispose lei guardando fuori dal finestrino.

<<Ci dirai mai cosa è successo?>, indagò Jesse.

Guardò storto suo fratello. <<Credimi è meglio per tutti se voi non sapete cosa è successo. Vi intromettereste e combinereste un casino>>.

Jesse sollevò le mani. <<Ok, ne resto fuori>>.

<<Grazie>>. Sembrava sollevata.

Quando arrivammo al locale, c'era già una piccola folla. Jesse aveva prenotato un tavolo per tutti noi. Scarlett venne raggiunta da Lola e parlottarono fra loro. Le seguii con lo sguardo.

<<Allora, quanto sei felice che Scar sia tornata sulla piazza?>>, chiese Jesse ammiccando.

<<Ancora con questa storia?>>. Non si arrendeva mica.

Rise. <<Le giri attorno come un cucciolo innamorato. Passa all'attacco, tigre>>.

Lo spinsi via fra il divertito e l'infastidito. <<Non è proprio il momento>>.

Mi fece l'occhiolino. <<Non aspettare troppo o te la rubano per la seconda volta da sotto il naso>>.

INVISIBLE STRINGDove le storie prendono vita. Scoprilo ora