Lezioni di francese e latino

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La mattina dopo

Frollo non aveva dormito per niente quella notte ma nonostante il suo mal di testa si alzò comunque. Dopotutto era un ministro della giustizia,doveva per forza andare a lavorare.
Indossò la solita tunica ed il suo cappello ed uscì dalla sua stanza.
Si fermò davanti la porta di Federica ed iniziò a bussare.

Frollo: "Federica svegliati, abbiamo moltissime cose da fare in questa giornata".
Federica: "Mmh".

Ero ancora nel mio sonno.
Allora Frollo bussò di nuovo.

Frollo: "Ho detto svegliati".
Disse quasi infastidito allora fece un colpo più forte.

Federica: "Ah potete entrare".

Non mi ero mossa di un centimetro,ero rimasta nel mio letto quando la luce della porta spalancata si presentò sulla mia faccia.

Frollo: "Buongiorno,vedo che sei ancora nel tuo letto,dovresti darti una mossa".

Disse in modo risaputo.
Mi girai dall' altro lato.

Federica: "Perché che ore sono?"
Frollo: "Sono le otto e se non ti alzi continueremo a perdere tempo".
Federica: "LE OTTO!? Ma è prestissimo cosa dobbiamo fare di così importante?"
Frollo: "Cosa dobbiamo fare? Cosa devo fare intendi".

Ruotai gli occhi.
Frollo apri la cassettiera,prese l'unico vestito che avevo e lo poggiò sull'estremità del letto.

Frollo: "Forza,preparati. Ti aspetto giù,per la colazione. I miei uomini ti indicheranno dove andare".

Chiuse la porta e andò via.
Mi alzai con fatica,ero abituata a dormire fino a tardi.
Mi sciacquai la faccia con dell'acqua fredda,pettinai i miei capelli dato che erano tutti scombinati e mi legai la fascia fucsia che avevo.
Indossai il mio vestito,il bracciale e gli orecchini e spalancai la porta.
C'erano delle guardie di fianco.

Guardia: "Ci segui".

Una avanti ed una dietro per controllarmi,mi portarono in questa sala gigante.
C'era un tavolo lunghissimo con due sedie ognuna posta all' estremità,probabilmente una era stata aggiunta data la mia presenza.
Ad ogni lato due finestre da cui entrava la luce del sole,ed un bellissimo candelabro che pendeva dal soffitto.

Frollo: "Ah eccoti finalmente,prego siediti ti stavo aspettando".

Mi sedetti. Le guardie uscirono dalla porta,eravamo solo io e lui.
Sul tavolo c'era una tovaglia nera con ricami rossi e viola con sopra una grande varietà di cibo: latte,frutta,pane,marmellate,burro e uova.
Devo essere rimasta incantata perché Frollo chiese:

Frollo: "Non mangi zingara?"
Federica: "È solo che non ho molta fame".

Non è vero stavo MORENDO di fame,mi era rimasta sullo stomaco quella fetta di pane dura che ci avevano dato in prigione,dicevo così quasi per sfidare il giudice.

Frollo: "Oh che peccato,nemmeno un po' d'uva? Dovresti mangiare qualcosa,la giornata sarà impegnativa".

Disse mentre faceva l'occhiolino. E cogliendo il mio fare di sfida fece scivolare il chicco che teneva in mano fino a me.
Lo guardai rotolare,poi alzai il capo e vidi lo sguardo compiaciuto di Frollo.
Presi l'uva e la mangiai,non aveva senso resistere.
Frollo fece una piccola risata.
Notai che aveva gli occhi leggermente rossi.

Federica: "Come mai avete gli occhi rossi...se posso chiedere".
Frollo: "Mmh diciamo che non ho dormito bene questa notte,ho avuto un po' di mal di testa".

Non riuscì a guardarla negli occhi mentre lo diceva.
Il giudice sapeva benissimo perché non aveva dormito, perché pensava continuamente a lei,bastava un singolo pensiero per fargli palpitare il cuore.
Stavo mettendo della marmellata su una fetta di pane quando Frollo parlò:

Animae duae, animus unusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora