| 𝗡𝗲𝘄 𝗬𝗼𝗿𝗸 𝗖𝗶𝘁𝘆,
New York.
Non so bene quanto ci sia voluto o quanto io abbia impiegato per metabolizzare il divorzio dei miei genitori.
La vita mi ha regalato molte delusioni, sia dal punto di vista personale che emotivo. Ho vissuto molto male quando all'età di undici anni mi hanno mandato per un paio di mesi in una casa-famiglia perché mia madre non si è dimostrata in grado di crescermi senza farmi mancare nulla.La cosa che rimpiango più di tutte è l'assenza di due figure fondamentali per una bambina piccola e credo che dipenda proprio da questo il mio rapporto altalenante con mia madre. Non è mai stata d'esempio per me e in un momento della mia vita ho fatto fatica anche a guardarla negli occhi, soprattutto quando ho realizzato che la causa del divorzio aveva il suo nome.
Rimango, e lo sarò per sempre, che lei sia la rovina e la decadenza della mia stessa esistenza. Non sarà di certo Lieky Foster a rovinarmi ancora di più la vita, come se non fosse già abbastanza distrutta da quella che dovrebbe essere la donna della mia vita; colei a cui dovrei dare il mondo.
Ho sempre desiderato essere indipendente dal punto di vista economico e finalmente, dopo anni di sacrificio e di continue lotte, lo sono diventata. Ora posso andare via, lasciando che le mie fondamenta si possano riparare con il tempo e con la lontananza. Forse il discorso per Lieky vale anche per me: posso andare via anche io.
Il nostro è sempre stato un rapporto tormentato, caratterizzato da continui scontri tra titani, ma alla fine sono riuscita ad uscirne viva e vincitrice.«Numero cinquanta?», sullo schermo fissato sopra lo sportello compare il numero cinquanta, il mio.
«Wilson, venga qui, tocca a lei!» esclama con un sorriso la segretaria. Sorpasso l'area d'attesa, tenendo stretto al petto tutta la documentazione per la richiesta di una stanza al campus. Mi sono convinta, finalmente, di lasciare mia madre al proprio destino, senza rovinarmi la vita che già è difficile di suo.
«Sono contenta di rivederti, Wilson. Non pensavo sarebbe mai arrivato questo momento; tua madre mi ha sempre detto che non saresti mai venuta ad abitare qui. Raccontava che avresti odiato stare lontano da casa, ma ehy! C'è sempre una prima volta in tutto...» scherza, richiamando alla mente ancora una volta la donna che mi ha messo al mondo. Le mostro un sorriso amaro, poi afferro la penna di fianco al mio braccio e inizio a firmare i documenti necessari.
«Anche mia madre sbaglia...» affermo con un filo di voce.
Clary, una della segreteria, va avanti e indietro, stampa, scrive, sembra così irrequieta che non la riconosco neanche più. Quando la incontrai per la prima volta, pareva una donna così tranquilla e disponibile, ma in realtà, a quanto sembra, non riesce a stare ferma nemmeno un secondo.
«Ecco a te le chiavi, stanza numero 69 - me le porge sul palmo delle mani -, vedrai che ti troverai una meraviglia lì. Sono tutti ragazzi fantastici e simpaticissimi, non ti preoccupare per questo, Hazel.» mi sussurra facendo l'occhiolino prima di sparire dietro una porta e non tornare più.
Ora mi sento sola e vuota. Magari ho sbagliato a venire qui; forse sarei dovuta restare a casa mia, succube di mamma.
Esco dall'università, mi fermo in prossimità della strada e chiamo un uber che mi possa portare fino al campo. Avevo con me anche una piccola valigia con dentro l'essenziale per i primi giorni, poi sarei tornata a casa mia per prendere le ultime cose meno importanti.
Ho fatto tutto talmente in fretta e d'impulso che ho scordato anche lo spazzolino, ma grazie al cielo lì c'è un piccolo market messo a disposizione solo per chi studenti e quindi potrò rimediare subito.«Stanza numero sessantanove...» mormoro fra me e me, mentre scorro il dito sulla piantina appiccicata al muro.
«Ti serve una mano? Sei una matricola?» domanda con voce gutturale. È una ragazza a parlare, dai capelli corvini, raccolti in un concio con qualche capello che usciva di fuori, e gli occhi a mandarla. Aveva tratti orientali meravigliosi, morbidi e delicati.
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The Devil's Night
Romance"𝐼 𝑑𝑒𝑚𝑜𝑛𝑖 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑎𝑙𝑙'𝑖𝑛𝑓𝑒𝑟𝑛𝑜". Lei correva per sopravvivere; Lui correva per togliere la vita. A vent'anni, Hazel Delaney Wilson naviga tra le sfide quotidiane di vivere con una madre alle prese con l'alcolismo, c...