𝑪𝑨𝑷𝑰𝑻𝑶𝑳𝑶 6

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| 𝗡𝗲𝘄 𝗬𝗼𝗿𝗸 𝗖𝗶𝘁𝘆,
New York.

Non mi è mai stato chiaro capire che ruolo ricoprissi in questo mondo. Non credo che il mondo sia tutto nero e bianco, ma immagino ci siano anche sfumature grigie che colorino le persone.

Grab, prima di una gara, mi ha illustrato la regola zen: «Hazel, quando sei in una situazione bella tendi ad essere qui sopra - posiziona la mano sopra la mia testa -; quando ti ritrovi in un momento nero, invece, sei qui sotto - abbassa di tanto la mano, fino alle gambe -. Dovresti provare a trovare un equilibrio sempre ed essere più o meno qui - posiziona il parametro di valutazione all'altezza delle clavicole -».

«Smettila Grab, sei ridicolo... lasciami andare dal Direttore.» sussurro indispettita.

«Promettimi di trovare la tua situazione zen, Hazel. Altrimenti non vai da nessuna parte, capito?»

«Prometto di trovare la mia situazione zen.» ripeto a pappagallo, incrociando le braccia al petto.

«Non ho capito, Hazel...» esclama con tono scherzoso, fermandomi appoggiando le mani sulle spalle.

«Prometto solennemente di trovare la mia situazione zen, giuro.» affermo ancora una volta, provando a sorpassare il corpo del mio amico. Grab annuisce e mi lascia andare dal Direttore e ritirare i soldi vinti.

Ad ora non posso assicurare a Grab di aver ritrovato la mia situazione zen, e quasi sicuramente non la troverò mai. Non mi sono neanche impegnata a cercarla, ad eseer sincera.

Sono sempre stata una persona dal carattere difficile, strano, a tratti lunatico. Ho sempre fatto fatica a capirmi, non oso immaginare come abbiano fatto gli altri. Ho combattuto molte lotto con me stessa e ne ho perse parecchie, lasciando che Hazel e Delaney diventassero due persone diverse e ben distinte. Ho capito di avere due vite diverse molto tardi, quando ho deciso che separare le due cose sarebbe stata la scelta migliore, lasciando al tempo il dovere di farle coincidere prima o poi. E so che questo momento non sia molto lontano.

Ho quasi baciato Lieky, lasciando che i miei sentimenti mi influenzassero la vita di Delaney, una ragazza impulsiva e dalla lingua tagliente.
Delaney non sa quello vuole. Desidera troppe cose insieme: avere una vita tranquilla ma riuscire a realizzarsi dal punto di vista "lavorativo".

«Ho parlato con Clary: non hanno altre stanze disponibili, devo restare per forza qui, Reed, mi dispiace davvero.», gli spiego quando rientra in stanza. Ormai sono le cinque del pomeriggio e le lezioni sono finite da poco. Oggi ho saltato un paio di corsi per poter sistemare tutto con calma, recupererò gli appunti da qualche collega.

Reed sospira, «non fa nulla, Hazel, non ti preoccupare. Capita di sbagliare... dovrei andare ad allenamento, ti va di venire con me così conosci anche il giardino? È enorme, ne vale davvero la pena», suggerisce mettendo il borsone in spalla.

Indosso di fretta e furia le sneakers, allacciando in maniera molto approssimativa i lacci e corriamo verso il campo da football.

Il sole sta già tramontando, tingendo di un arancione vivace il cielo. Le nuvole si colorano rendendo il tutto ancora più rilassante. Infilo le mani nelle tasche, provando a restare al passo di Reed. Mentre camminiamo, mi illustra tutti gli angoli più segreti del giardino del campus, presentando i posti meno frequentati e spiegando cosa lo rendo un bel luogo.
Racconta alcuni aneddoti del suo primo anno al college, ridendo come un bambino mentre riporta alla mente fatti di cui si era totalmente scordato.

The Devil's NightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora