Stasera da me!
Va bene, arrivo verso le 20:30. Buona giornata
Susanna aveva atteso più di mezz'ora prima di rispondere al messaggio di Barto: andare o non andare? Questo era il problema! Sapeva che si sarebbe trovata in difficoltà e tutto quello che voleva era lasciar passare abbastanza acqua sotto i ponti da arrivare al momento in cui questa infatuazione le sarebbe sembrata talmente sciocca da permetterle di riderci su.
Ma questo momento non sembrava arrivare mai. Da settimane inventava scuse ed era davvero sull'orlo di essere smascherata da tutti, perciò non poteva rifiutare: avrebbe fatto un bel respiro e avrebbe sfoggiato il sorriso più tranquillo che potesse. Solo un paio d'ore, nulla di più.
Quando citofonò, la voce di Barto che le rispose le sembrò così dolce e capì immediatamente che l'impresa di quella sera sarebbe stata complicatissima.
«Ciao, amica mia... chi non muore si rivede!»
«Che battuta cretina!»
«Beh, se la faccio io è concessa. E poi, Susanna, è passato un intero anno... il dolore non c'è quasi più»
«Sì, scusa... mi rendo conto di essere stata inutilmente brusca»
Entrando Susanna poggiò la borsa sul tavolino dell'ingresso, notando che non era ingombro di tutti gli effetti personali degli altri; si guardò intorno e non vide nessuno.
«Dove sono tutti?»
«Tutti chi?»
«Carlo, Carmen... tutti!»
«Ma non ci sono gli altri stasera... solo io e te! Non ci facciamo una bella chiacchierata da troppo tempo!»
A Susanna mancò il respiro. «Ma... Barto, dai! Io sono stanchissima, è un periodo così stressante! Perché mi hai tirato questo scherzo?»
«Ma quale scherzo?»
«Dal tuo messaggio era sembrato che fosse una serata di comitiva: stasera da me... mica era un "vieni da me stasera?"!»
«Guarda che io non intendevo mica trarti in inganno! Se ci hai letto dietro qualcosa di diverso non è stata mia la colpa»
«Va beh, senti io sono davvero a pezzi. Vado a casa, ci sentiamo»
«E quando ci sentiamo?»
«Come?»
«Sono settimane che non ci sentiamo: quando ci sentiamo, eh?» Iniziava a essere accusatorio. «Mi stai evitando»
«Ma che ti salta in mente?» Disse mentre cercava in tutti i modi di distogliere lo sguardo, ma Barto le girava intorno per non perdere il suo contatto visivo.
«Se ci fossero stati tutti saresti rimasta. Visto che ci sono solo io, no. Mi stai evitando. Perché?»
Susanna si ammutolì per un istante, ma poi pensò che il silenzio sarebbe stato un'ammissione di colpa.
«Vado a casa»
«Ti prego, no» aveva un tono di voce quasi implorante. «So che c'è qualcosa che non va: tu mi sei stata così accanto... parla con me, io sono qui... non sono che tu»
Susanna sbarrò gli occhi, divenne bianca in viso, iniziò a respirare tanto veloce da rischiare l'iperventilazione: quella frase non era preparata ad affrontarla.
«Susanna, tutto bene? Per favore siediti un attimo, sei pallida, ti porto un bicchiere d'acqua»
Era come se non fosse più totalmente padrona del suo corpo, si fece guidare fino al divano e, con gli occhi persi nel vuoto, lo attese e, dopo averla fatta bere e aspettato qualche istante, Barto non ce la fece più:
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La seconda vita di Barto
Truyện NgắnNon si vedono da oltre 10 anni, ma durante l'università hanno condiviso più di quanto fosse necessario. Bartolomeo e Susanna si ritrovano in un momento drammatico, in cui lei cerca di offrire al vecchio amico il conforto che sa essergli fondamentale...