Chapter twenty eight

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La settimana passò in fretta, il weekend era ormai vicino e questo significava ultimo giorno di scuola e la festa per l'inizio delle vacanze.

L'ultima settimana era stata molto stressante, soprattutto per Billie, non smetteva di pensare a Rebeka, o meglio, Jane, e di quello che potesse fare a Emma.
Non voleva succedesse lo stesso, ma in contemporanea non riusciva a non pensare al fatto che la sua ex, di cui è stata innamorata, era di nuovo davanti ai suoi occhi.
Voleva risposte e non le aveva, voleva spiegazioni e non le aveva, ma Billie non era una che si lasciava tutto alle spalle così facilmente, voleva sapere di più, voleva sapere tutto e quel giorno avrebbe provato a comunicare con Jane, nonostante di lei non volesse più sapere niente, doveva e sentiva di doverlo fare, per se stessa.

"Hey B" disse Victoria una volta raggiunta la sua ragazza agli armadietti.
"Ciao piccola" ricambiò il saluto, dandole poi un bacio a stampo.
"Ciao piccioncine" disse Charlie seguito da Emma mano nella mano con Jane.

"Pronti per la festa di stasera?" domandò il ragazzo contento.
"Spero di non finire in shock etilico come l'ultima volta" disse Emma.
"Oddio quando è successo?" chiese la rossa.
"Qualche settimana fa sono stata ad una festa e diciamo che ho...un po' esagerato" spiegò.
"Okay ti controlleremo, anzi, andiamo con la tua macchina così guidi tu e non potrai bere" propose Charlie.
"Oh andiamo!"
"Okay è deciso, ci vieni a prendere alle 7:30?" aggiunse la rossa senza lasciarle il tempo di dire di no.
"Ragazzi..." insistette la bionda e tutti le diedero uno sguardo seccato.
"Agh, va bene" si arrese e gli altri sorrisero.

La campanella suonò e ognuno andò verso le proprie aule.
Una volta finita la prima ora, Billie dovette cambiare classe per la prossima materia.
Camminando per il corridoio vide da lontano Jane, e ne approfittò per parlarle.

"Jane!" urlò fermandola in mezzo al corridoio ormai vuoto.
"Non mi chiamare Jane" disse con tono irritante.
"Perché? è il tuo nome no?" la provocò e la nera sbuffò.
"Che cosa vuoi Billie?" domandò per poi riprendere a camminare.
"Voglio parlarti" rispose mentre la seguì.
"Di?"
"Ah no niente, solo di come sta la tua famiglia" disse sarcasticamente e la nera sbuffò seccata.
"Voglio spiegazioni Jane!" esclamò ormai arrabbiata.
"Spiegazione di cosa?" domandò la nera fermandosi in mezzo al corridoio.
"Me lo chiedi pure?"
"Si"
"Perché l'hai fatto?" domandò con tono più paco.
"Oh Billie...quante cose che non capisci" rispose con un ghigno sul viso.

Billie la guardò paralizzata, non aveva la minima idea di cosa stesse parlando, e non sapeva nemmeno cosa dire, così rimase ferma e in silenzio.

Il ghigno sul viso di Jane sparì, lasciando spazio ad uno sguardo pieno di indifferenza e cattiveria.

"Ci sono delle priorità nella vita" disse avvicinandosi sempre di più a Billie, che non mosse un muscolo, se non per indietreggiare lentamente.

"E ferirmi era una di quelle?" domandò con un filo di tristezza.

La nera non rispose, rimase a fissarla per qualche secondo in silenzio, senza sapere che emozioni provare.

"Mi hai almeno mai amata come dicevi?" sussurrò Billie dopo un po'.

Per qualche motivo il volto di Jane cambiò completamente, mostrando un velo di tristezza e malinconia, ma non rispose, continuò a guardarla negli occhi senza fiatare.

"Jane?!" alzò la voce.
"Più di quanto immagini" sussurrò.
"E allora perché lo hai fatto? perché mi hai umiliata così? lo trovavi divertente?" domandò sentendo gli occhi farsi lucidi.

Non rispose.

"Perché sei qui Jane?" chiese tornando seria.
"Te l'ho detto, voglio ciò che è mio"
"Ovvero? fare quello che hai fatto a me però con Emma?"

Made For You | Billie Eilish Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora