So many memories

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Eve's pov

<<Quindi oggi esci con Sidney?>>
La voce di Loren era fischiante dal telefono che era appoggiato sul tavolo della mia postazione trucco mentre mi aggiustavo il lip gloss. Mi stavo preparando per uscire con Sidney e avevo indossato una camicetta nera con un cargo bianco e dei tacchi neri.
<<Si, Loren. Me lo hai chiesto venti volte>>
Eravamo in chiamata da due ore e lei non faceva altro che ripetermi quella frase, era sotto shock. Inoltre,  dopo un anno che non ci parlavamo era strano dover uscire con lui.
<<Questa cosa è troppo strana. Non ti parlava da troppo tempo>>
Loren aveva lo sguardo pensieroso e cupo, la notizia non le era affatto piaciuta ma avevo accettato e dovevo andarci.
<<Eve>>
Il mio sguardo passò dallo specchio che avevo di fronte, dove ero intenta a mettere gli orecchini, alla faccia di Loren.
<<Hai raccontato di Sidney ad Ares?>>
Ora si metteva anche lei con questa storia, anche Caroline e Victoria mi avevano detto di dirglielo.
<<No, non ancora>>
<<Eve! Devi farlo>>
Abbassai lo sguardo, come potevo rovinare così le cose?
<<Lo so, Loren. Vorrei farlo ma non so come potrebbe reagire Ares, insomma
stiamo insieme da poco e se dovesse già finire?>>
Sospirai,  queste cose erano davvero troppo complicate. Non volevo porre fine alla mia relazione con Ares e avevo paura che potesse succedere siccome non conoscevo in fondo il mio ragazzo.
<<Eve, Ares capirà e lo sai. Ma glielo devi dire>>
Entrò improvvisamente Jeremiah in camera mia e si lanciò sul letto salutando Loren.
<<Jer, avevamo proprio bisogno di te! Se Melania ti dicesse che uscisse con un suo amico ma tu sai che questo amici ha una cotta enorme per lei dalle elementari, cosa diresti?>>
Jeremiah si mise seduto e ci guardò attentamente.
<<Le hai detto di Sidney?>>
Anuii.
<<Bhe, certo non mi farebbe piacere ma l'importante è che io lo sappia. Se lui le fa qualcosa poi ci penso io>>
<<Visto?>>
Loren si sentiva fiera come se avesse vinto un premio Nobel per la pace, io invece ero solo più ansiosa.
<<Eve, ascoltami. Ora tu esci con Sidney ok? Vedi come vanno le cose. Dopo, ti fai accompagnare a casa di Ares da Sidney così che possa essergli più chiaro il concetto che lui è il tuo ragazzo e parli con Ares in modo calmo e gentile>>
Poteva funzionare così?
Speravo vivamente di si, perché mandai un messaggio ad Ares che ci saremmo visti in serata.

<<Ti piace ancora il gelato alla
crema?>>
Sidney faceva queste domande stupide w inutili delle quali, in più,  già sapeva anche la risposta.
Mi ero stancata della situazione, credevo il nostro rapporto potesse migliorare e invece lo stava solo annoiando.
<<Senti, Sid. Smettila con queste domande inutili. Non hanno senso>>
Lui abbassò lo sguardo, mi dispiaceva ferito ma era la verità.
<<Scusa, Eve. È da troppo che non ci vediamo e non so come comportarmi con te. È tutto così strano. Io rivoglio la mia migliore amica perché lo so, ho sbagliato io a ingnorarti tutte quelle sere, a rifiutare le tue chiamate, a non rispondere ai tuoi messaggi e mi dispiace, ne sono pentito ma ora voglio rimediare e spero tu mi possa rendere le cose semplici>>
Eravamo fermi su una panchina con i nostri gelati in mano, lui provava a guardarmi neglio occhi ma il mio sguardo era fisso in avanti. Non volevo guardarlo negli occhi.
<<Hai sbagliato tanto quella sera ma non è ciò che mi fa arrabbiare>>
Al mio sussurro divenne confuso, come al solito non capì niente.
<<Non è perché mi hai ignorato ma quella sera non mi hai contattata.  Ci sono rimasta davvero male, Sid. Eri il mio migliore amico e avevo bisogno di qualcuno vicino a me>>
Abbassò immediatamente lo sguardo davanti i miei occhi lucidi. Dio, quella sera quanto dolore.
Niente era paragonabile a tutto ciò,  ero sola e mi sentivo morire dentro. Io non volevo più esistere, tremavo alla vista di chiunque e ai movimenti più futili piangevo. Lui mi aveva abbandonata nel momento del bisogno, lui non mi inviò neanche un messaggio, lui non mi chiamò e io ci rimasi male.
<<Mi dispiace, Eve. Non potevo immaginarlo ma io ero così arrabbiato che tu avessi scelto lui e non me>>
Mi prese la mano ma la scostai, dovevamo chiarire prima le cose per tornare come prima.
<<Sid, non puoi comportarti così>>
<<Lo so, Eve. Ma ti prego ora dammi un altra chance, sono migliorato e sono pronto a rimediare>>
Il mio sguardo scivolò nel suo e un sorriso mi spuntò sulle labbra, non potevo nutrire rabbia a vita, questa era l'unica cosa utile che il dottor Klister mi aveva insegnato.
<<Ti perdono, Sid>>
Lui mi sorrise incredulo, non poteva crederci. Speravo solo fosse veramente dispiaciuto, io non volevo starci male ancora per lui.
<<Grazie mille, Eve>>
Mi abbracciò e mi fece alzare immediatamente.
<<Torniamo ai vecchi tempi, vieni>>
Afferrò le mie mani e iniziò a correre come se niente potesse fermarlo, il vento ci sfiorava i capelli e le nostre risate per la corsa impacciata riempivano l'aria.
Mi fece correre fino ad una crepperia, la nostra crepperia. Era un antico bar in legno chiaro e probabilmente esisteva da una cinquantina di anni e un signore lo comprò per farci una crepperia.  Le cose interne rimasero uguali: il pavimento era in legno chiaro così come le pareti e il soffitto, la vetrina era piccola e venivano esposti vari dolci, le poltroncine erano di pelle scura e i tavoli erano di legno chiaro . Il signore che la comprò,  quindi, cambiò solo una cosa: al posto dell'insegna "Il bar-occo" ci aveva messo "crepperia de Martis" di un colore molto chiaro: l'azzurro.
Sorrisi a quella vista, mancavo da un anno ma le cose erano identiche, come se il posto fosse fermo nel tempo.
Mi tornarono in mente i tanti ricordi:
io e Sidney che mettevamo il gelato comprato in precedenza nella crêpes,  io e mamma a mangiare le crêpes al pistacchio, io e Loren a parlare di varie cose mangiando la crêpes al cioccolato con fragole e così tanti altri ricordi che mi feci avvolgere da essi, avrei così tanto voluto fermare quei momenti e viverli per sempre.
<<Vieni>>
La voce di Sidney mi portò alla realtà in meno di un secondo, io lo fissai e annuii. Entrammo e lui ordinò le nostre crêpes al cioccolato, come da tradizione, nelle quali avremmo messo il gelato che avevamo nelle nostre mani.
<<Dio mio, questa crêpes è ancor più buona di come la ricordavo! È fantastica>>
Il suo palato era pieno di goduria, il mio un po' meno ed era pieno di disapprovazione.  Il mio stomaco voleva divorare quella crêpes e la mia testa mi dice a di non farlo.
Quando a combattere si è in due le cose sono fin troppo difficile e io non ero pronta a vivere il dopo con i sensi di colpa per quella crêpes.
<<Non mangi, Eve?>>
<<Non mi va molto, credo che la pasta che ho mangiato a pranzo mi sia rimasta sullo stomaco>>
Lui mi guardò, sapeva  oppure non stava nenacne immaginando?
<<Va bene>>
Non lo stava neanche immaginando ma meglio così.
Eppure guardarlo mangiare quella crêpes mi faceva morire dalla voglia di mangiarla.
Non mangiarla altrimenti tutte le proposte di lavoro andranno perse.
Sospirai, dovevo resistere.
Nel frattempo Sid si gustava la sua crêpes mangiando come un bambino  aveva la bocca più che sporca e un espressione a dir poco buffa.
Guardai l'orario, erano le diciotto.  Dovevo andare da Ares, ero con Sid da ben quattro ore ed eravamo riusciti a sistemare le cose ma il peso di non aver parlato ancora con Ares mi spezzava dentro.
<<Sid, mi accompagneresti da Ares?>>
Stava per mettere un boccone in bocca ma si bloccò, il suo sguardo divenne cupo e mi fissava in modo accusatorio.
<<Sul serio, vuoi andare da quello?>>
<<Si chiama Ares>>
Sospirò e si alzò in uno scatto mentre io lo guardai scioccata.
<<Va bene, accompagnamo la principessina dal suo ragazzo>>
Non capivo se era ironico oppure lo fece per ferirmi ma poco importava,  dovevo andare da Ares.
Ci diriggemmo alla sua macchina e gli indicai la strada per arrivare a casa di Ares.
Quando arrivammo lo sguardo di Sid era tutt'altro che felice, il mio invece esprimeva gioia da ogni singolo poro.
Uscii dalla macchina e lo guardai sospirando, non volevo stesse male ma io dovevo essere felice.
Lui stava appassendo e io non potevo appassire con lui, in quel momento non potevo aiutare a metterlo in sesto, dovevo parlare con Ares.
<<Sid, ci vediamo ok?<>
Lui annuì senza degnarmi di uno sguardo e io chiusi la portiera dirigendomi alla porta della casa di Ares e bussai.
Ero una pessima amica nei confronti di Sid, lo riconoscevo ma io potevo fare ben poco.
<<Cosa ci fai qui?>>
Ares sorrise non appena mi vide e mi abbracciò, il suo profumo era meraviglioso come al solito.
Mi era mancato.
<<Non sei felice di vedermi?>>
<<Si che sono felice ma non dovevi essere con Sid?>>
Annuii e alzai le spalle.
<<Devo portarti in un posto>>
Il suo viso divenne confuso e lo piego leggermente verso destra.
<<Su sbrigati!>>
<<Va bene, arrivo subito>>
Corse di sopra e io rimasi lì, davanti la porta ad aspettarlo e chiamai un Uber.
<<Eccomi>>
Sorrisi e lo baciai, amavo le sue labbra.
Andammo alla macchina che arrivò pochi secondi dopo ed entrammo.
<<Dove andiamo?>>
Ares era curioso ma non volevo dirglielo subito, infatti mi avvicinai all'orecchio dell'autista per dirgli dove doveva portarci.
<<Mi spieghi dove stiamo andando?>>
Lo guardai e poggiai la testa sulla sua spalla sorridendo, vederlo impaziente era divertente.
<<Un posto che devo farti vedere>>

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