Children of the same pain

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Eve's pov

Arrivammo a scuola con un po' d'anticipo siccome Jeremiah mi aveva svegliato prima perché aveva sbagliato a mettere la sveglia. Fuori i cancelli i nostri amici chiacchieravano e bevevano del caffè nei bicchieri di carta del bar scolastico.
<<Buongiorno ragazzi, che facce che avete>>
<<Grazie mille, Caroline. Sempre molto gentile>>
Mi fece l'occhiolino e io sbuffai, odiavo svegliarmi prima del solito.
<<È tutta colpa di quel deficente di Jeremiah, ha sbagliato a mettere la sveglia e ha messo ben un ora d'anticipo venendo poi a svegliarci>>
Mason aveva ripetuto a Jer che fosse un deficente ben venti volte da quando ci eravamo svegliati e questa era la ventunesima, ma cosa potevamo farci? In fondo aveva ragione.
<<Jer, ne combini sempre una>>
Melania lo baciò dopo averlo rimproverato con quella frase e io mi sedetti sul muretto.
Improvvisamente vidi una chioma rossa comparire tra tutti noi, era Sidney.
<<Sidney? Che ci fai tu qui?>>
Bryce lo guardo stranito, non frequentava la nostra scuola da un anno siccome l'aveva cambiata e usciva poco con noi.
<<Bhe, sono tornato qui>>
Aveva indosso la divisa e nessuno gli toglieva lo sguardo stranito da dosso.
<<Io e Eve abbiamo risolto quindi state tutti tranquilli>>
Jackson mi guardò e io annuii, era risolto più o meno.
Presi l'accendino dalla tasca non appena Bryce mi offrì una sigaretta e iniziai a fumare in sua compagnia mentre lo sguardo di Mason mi rimproverava senza aprire bocca.
<<Buongiorno, ragazzi>>
Potevo riconoscere la sua voce da miglia di distanza, il mio sguardo si poggiò subito su di lui. Ares era appena arrivato e si diresse subito da me mettendosi con il busto tra le mie gambe. Avvolsi le cosce al suo busto e le braccia al suo collo per baciarlo, lui invece poggio le mani sul mio viso e in un attimo il mio cuore iniziò a martellare, non ero mai stanca dei suoi baci.
<<Non vorrei disturbarvi, piccioncini ma qui Mason ha una faccia rossa sapete?>>
Bryce sussurrò quelle frasi e fummo costretti ad allontanare le nostre labbra, ma i nostri sguardi erano incatenati uno nell'altro.
Portai la sigaretta alla bocca e lui scosse la testa.
<<Ti da fastidio il fumo?>>
<<Lo odio, Iris>>
Prese la sigaretta dalle mie mani e la spense sciacciandola contro il muretto con i miei occhi spalancati puntati su di lui.
<<Per una volta, Ares ha fatto una cosa che per me va benissimo>>
Mason disse quelle parole sorridendo ma io lo guardai male, feci un vaffanculo a entrambi e ne accesi un altra per fumarla in santa pace.
<<Dormito bene stanotte?>>
Annuii, l'incubo della nonna non era tornato eppure era l'unica cosa che ad Ares non avevo detto. Forse perché era inutile, infondo era solo un incubo.
Mi arrivò una chiamata chi mi costrinse a spostare lo sguardo dal biondino che avevo d'avanti.
La chiamata era di George e io sgranai gli occhi, avevo dimenticato di parlare con i miei per quale lavoro accettare.
<

<Diamine>>
Mi diedi uno schiaffo sulla fronte, come avevo potuto dimenticarlo?
<<Chi è?>>
La voce di Ares era curiosa, io invece volevo solo sapere cosa fare.
<<È George, oggi dovevo confermare che lavoro accettare>>
<<Accetta quello che più ti piace, Iris>>
Sospirai, aveva ragione dovevo decidere io cosa volevo fare e la mia decisione era fissa: il film.
Presi il telefono e risposi facendo un respiro profondo.
<<Eve, ciao. Per caso disturbo?>>
No, mi hai solo chiamata dei minuti prima della campanella ma non preoccuparti caro George.
<<In effetti si, George. Sono a scuola ma dimmi pure>>
<<Oh, va bene. Appena puoi, oggi passa in ufficio. Decideremo insieme ai tuoi quale lavoro accettare>>
<<Va bene, grazie mille>>
Attaccai la chiamata e misi il telefono nello zaino e sorrisi, la fortuna mi aveva baciata in quell'istante.
<<Quindi?>>
Ares mi baciò più volte sulla guancia e poi sulle labbra, portai le mani ai suoi capelli. Desideravo farlo da tempo e l'attesa valeva il desiderio: erano morbidi, profumati e semplicemente perfetti.
<<Andrò oggi con i miei, decideremo tutto li>>

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