Capitolo 9

415 17 7
                                    

Scostai i capelli di lato e Ian alzò leggermente la maglia. Sentii i suoi polpastrelli sfiorarmi la pelle provocandomi dei brividi su tutto il corpo. Poggiò le mani sui miei fianchi e con i pollici iniziò a fare dei piccoli movimenti circolari sulla colonna vertebrale. Non mi faceva male. Anzi, mi dava sollievo...
Dove cavolo ha imparato a...
"Ieri c'era anche un bel livido" dissi interrompendo il silenzio che si era formato.
"E come te lo sei fatta?" mi chiese avvicinandosi leggermente.
Era così vicino...
Sentivo il suo respiro sul mio collo.
"Ehm... h-ho sbattuto contro il bancone del bar..." dissi tentando di diminuire i miei battiti cardiaci.
Lui stette in silenzio ancora un attimo per poi parlare:
"Hai una lesione del disco".
Una che?

"Cloe ora voglio che tu mi dica la verità: come hai fatto a sbattere così forte la schiena da sola?"
Merda.
"No, ehm... non proprio da sola. Sai che ieri ti ho detto di essere arrivata in ritardo per un imprevisto? Ecco, era un brutto pervertito al bar" dissi voltandomi verso di lui.
Alle mie parole s'irrigidì.
"Ti ha fatto del male?"
"No"
"Cloe sei sicura?"
"Sì, tranquillo. Lui tentava di toccarmi ma l'ho respinto, perciò mi ha buttata contro il bancone facendomi picchiare la schiena, ma poi l'ho fermato"
Ian sospirò e in fine annuì.
"Ve bene, ma se dovesse darti ancora fastidio dimmelo, ok?"
Gli sorrisi e annuii prendendogli la mano appoggiata sul letto.
"Grazie Ian, davvero"
Mi guardò negli occhi mentre stringeva la mia mano a sua volta.
I suoi occhi bellissimi erano puntati nei miei e brillavano... non come al solito, era come se sorridesse solo con gli occhi. Non mi aveva mai guardata così.

In quel momento la porta di camera sua si spalancò rivelando Carl con una mazza da baseball sulle spalle.
"Hey Ian-" appena ci vide si bloccò.
"Ew, se te la sei portata a casa per sbaciucchiartela potevi anche avvisarmi!" gridò per poi voltarsi e andarsene.
Ian sospirò; "Carl, giuro che ti faccio tanto di quel male!"
Ci guardammo e scoppiammo a ridere entrambi.

Passammo tutta la serata a chiacchierare, ridere e bere. Ogni tanto facevamo qualche cretinata tipo disegnarci cose a caso sulle braccia, che ormai erano completamente scarabocchiate, o anche piccoli cuoricini sulle guance.
Mi trovo bene con Ian, riusciamo a divertirci con delle stupidate e il tempo con lui passa veramente in fretta. Pensandoci è stato anche l'unico che in tutta la mia vita mi abbia ascoltato davvero, con i miei problemi a casa e con Mike... non avrei mai pensato che Ian Gallagher sarebbe diventato così importante per me. Fino a due giorni fa era quasi uno sconosciuto e ora sono in camera sua a bere birra e a disegnarci cuoricini e scritte sulle mani a vicenda...

"Sono già le 23:30" disse lui guardando l'orologio appeso alla parete.
"Già, è passato in fretta".
Vidi Ian prendere un pennarello rosso. Mi si avvicinò appoggiando una mano sulla mia gamba, provocando una strana sensazione dentro di me, come se migliaia di farfalle stessero facendo festa dentro al mio stomaco.
Con il pennarello disegnò un cuoricino sulla mia coscia. Mi guardò e sorrise;
"Non vorrai mica lasciare tutte e due le gambe completamente pulite?"
Ridacchiai; "Certo che no"

"Ragazzi sono a casa!" gridò Fiona dal piano di sotto richiudendo la porta.
Uscii dalla camera per andare a salutarla ma mi sentii trascinare indietro per un polso. Di colpo mi ritrovai in braccio a Ian. Mi teneva sulla schiena con un braccio e con l'altro sotto le ginocchia. Mi aggrappai con le mani al suo collo per non cadere.
"Che fai?!" gli chiesi ridacchiando.
"Hai male alla schiena no?"
"Sì ma-"
"Ma niente, trattamento speciale questa sera!"
Detto questo iniziò a camminare per poi scendere di sotto... mi reggeva come se niente fosse.
Scese l'ultimo gradino e arrivammo in cucina.

Fiona si voltò e ridacchiò vedendo la situazione.
"Hey ragazzi, vi siete divertiti?" chiese lei senza smettere di sorridere.
Ian non mi poggiava a terra nonostante fossimo arrivati di sotto.
"Sì tutto bene" disse lui; "Carl ha solo riempito di birra i vestiti di Cloe"
Cazzo. Mi ero completamente dimenticata di avere la sua maglia addosso.
"Oh, beh solito di Carl" disse poi Fiona.
Ian mi poggiò a terra delicatamente, come se in mano avesse un fiorellino.

Fece poi una corsa di sopra e andò a prendere i miei vestiti... erano ancora zuppi.
"Vuoi che ti dia un paio di pantaloni?" mi chiese passandomi gli indumenti.
"No tranquillo, faccio una corsa"
"Ma Cloe, sei praticamente..." non concluse la frase e indicò le mie gambe nude.
"Abito dall'altro lato della strada!" dissi sorridendo notando che si stava preoccupando per me.
"E se ti vede qualcuno?"
"Chi vuoi che ci sia? È praticamente mezzanotte!"
Lui, guardandomi, sospirò; "E va bene. Però ti accompagno"
"Ian tranquillo, non ce n'è biso-"
"Sì invece. O vengo con te o non uscirai da questa porta" disse mettendocisi davanti nel modo più sexy mai visto.
Wow...
"E va bene papà" dissi scherzando.
Lo spostai di lato per aprire la porta ma subito mi ritrovai di nuovo in braccio a lui, proprio come prima.
"Cos'è quest'ossessione del prendermi in braccio?"
"Ti ricordo che non puoi mettere le scarpe dato che sei a piedi scalzi..."
Cazzo. Ha ragione.

Uscimmo di casa e scese i gradini. Avevo il mio ammasso di vestiti e le mie scarpe in braccio mentre Ian camminava come se stesse reggendo un peluche.
Attraversò la strada completamente deserta e arrivò di fronte al cancelletto di casa mia. Lo aprì, attraversò il terrazzo e salì i gradini fino ad arrivare di fronte alla porta per poi appoggiarmi a terra.

"Grazie di tutto" dissi a bassa voce.
Lui sorrise; "Grazie a te, mi hai risparmiato un'intera sera da solo con quelle pesti!"
"Beh, allora adesso siamo pari..."
Notai che l'espressione di Ian cambiò in un'istante; "C-ciò non significa che non ci vedremo più... vero?"
Sorrisi nel vedere la sua preoccupazione.
"Certo che no pel di carota, ci vediamo domani"
Lui sorrise guardandomi negli occhi. Detto questo entrai in casa. Mi chiusi la porta alle spalle e mi ci appoggiai contro per poi chiudere gli occhi e fare un sospiro.
Sentivo come la sensazione che Ian non se ne fosse ancora andato, era come se si fosse bloccato a fissare la porta di casa mia. Poi, dopo qualche secondo, sentii dei passi scendere i gradini e chiudere il cancelletto.

Salii in camera mia, mi sedetti sul letto e osservai la maglia di Ian che avevo addosso. Passai l'indice lentamente sul cuoricino rosso sulla mia gamba e sorrisi.

Ok lo ammetto. Una delle serate più belle della mia vita.










Scusatemi se non sto aggiornando spesso, ma ho un botto di cose da faree!
(Volevo solo dirvi che mi sono abbastanza cringiata nel scrivere questo capitolo...)
-betta

Emerald eyes || Ian Gallagher Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora