Capitolo 5

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Irritazione, frustrazione, rabbia e tanta, tanta fretta: era questo quello che stava provando Saskia mentre fissava in lontananza il balcone della camera di Lysbeth. Era seduta sulle tegole di legno del tetto dell'abitazione più alta, una delle poche che le permetteva di vegliare sulla principessa anche se da lontano. I suoi lunghi capelli castani le coprivano leggermente il viso a causa del vento mentre la sua espressione rifletteva l'immensa frustrazione che portava dentro. Un leggero gemito di dolore della principessa aveva allarmato l'intera Vihrea e lei era stata sbattuta fuori dal castello come se ne fosse stata la causa.

«Il vecchio non vedeva l'ora che accadesse una cosa del genere.» disse Saskia storcendo il naso per poi sospirare.

«Beh, ti detesta. La prossima volta concedigli l'onore di assistere ad un tuo inchino.» scherzò Dean per poi scompigliare i capelli della sorella.

«Tanto peggio di così non può andare.» disse Saskia scrollando le spalle.

«Beh, potrebbe condannarti a morte.» affermò Dean giocherellando con un Eltar d'oro.
L'Eltar non era altro che la valuta dei Liberi confini e consisteva in una moneta circolare con in rilievo l'albero Aileltar. Le monete venivano distinte per il materiale con cui venivano fatte: oro, argento e bronzo. Una singola monete d'oro valeva ben 100 monete d'argento e una moneta d'argento equivaleva a 100 monete di bronzo.

«A Treevit non funziona così, qui ti mettono davanti ad un gruppo di persone ed insieme decidono cosa farne di te. Ad Abysslooth ogni scusa è buona per far lavorare il boia. A volte penso che quel bastardo paghi qualcuno per farsi trovare sempre qualche disgraziato da decapitare.» commentò Saskia per poi fermarsi a guardare il fratello.

«Dove hai preso quella moneta?» gli chiese per poi afferrarla con la mano destra quando Dean gliela lanciò.

«Il padre di Lysbeth ha cercato di corrompermi. Voleva che ti convincessi a lasciare in pace la figlia e tornare a Watergate.» spiegò Dean.

«E...?» disse Saskia sperando in qualche dettaglio. Dean sorrise di fronte all'espressione della sorella per poi sedersi vicino a lei con le gambe a penzoloni.

«L'ho mandato al diavolo e... gli ho rubato qualche moneta.» rispose per poi mostrarle una piccola borsa di pelle colma di monete.

«Merda, ero già pronta a sferrarti un pugno.» imprecò Saskia per poi scoppiare a ridere.

«Così mi ferisci. So quanto lei sia importante per te quindi per quale motivo dovrei cercare di sabotare la tua felicità? Ho comunque sgraffignato qualche moneta e mal che vada potrei... partecipare a più incontri. Non venderei mai il tuo sorriso storpio.» parlò Dean tirando fuori un verso di puro sgomento dalla bocca di Saskia.

«Sorriso storpio? Giuro che ti ammazzo!» urlò Saskia tentando di afferrarlo ma Dean sfuggì alla presa, si allontanò e raggiunse il punto più alto del tetto.

«Vuoi forse negarlo? Ma ti vedi come sorridi quando c'è Lysbeth nei paraggi? Sei inquietante.» la provocò continuando a ridacchiare.

«Almeno io non rimorchio anziane.» controbatté Saskia stupendo il fratello.

«Ero ubriaco.» cercò di difendersi.

«E quella nei pressi della palude?» chiese Saskia.

«Era una Megera. Mi ha ingannato e...»

«E quella ad Alveris?» chiese ancora Saskia mandando in crisi Dean.

«Quella non vale. Insomma, quelle orecchie a punta non invecchiano come noi e quella donna sembrava piuttosto...»

«Aveva 308 anni.» disse per poi lanciargli nuovamente la moneta d'oro che Dean afferrò senza problemi.

«Sì beh... io... lasciamo stare.» si arrese per poi sospirare e sedersi poco lontano dalla sorella. Saskia non perse tempo ad infierire sul fratello e tornò ad osservare il balcone di Lysbeth, incapace di starle lontana ora che avrebbe potuto godersi infiniti attimi con la principessa. Si sentiva sempre in pace, rilassata e stranamente felice quando si trovava vicino a lei, quasi come se in quel sorriso puro, in quegli occhi sinceri, avesse trovato un posto da chiamare casa.
Improvvisamente uno spiacevole dolore al polso fece gemere dal dolore i gemelli, dolore che proveniva dal vincolo sotto forma di marchio che appariva quasi come se fosse un tatuaggio: tre linee nere che avvolgevano i loro polsi che raffiguravano ben tre vite che erano state vincolate a loro e, proprio in quel momento, una di quelle aveva cessato di esistere.

The Bloody Pact - Sospesa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora