Regulus Pov
Sono da solo nel dormitorio da ormai un'ora. Aspettando Evan e Barty.
Non ho voglia di leggere.
Il che è strano.
Ma non ho neanche voglia di pensare in questo momento.
Eppure continuo a pensare a quello che è successo poco fa.
Flashback
"Reg, vorrei fermarmi un momento in questo negozio. Per te va bene?" mi chiese Pandora quando arrivammo davanti la vetrina di un negozio di profumi.
Si era calmata subito dopo il suo 'sfogo', ma abbiamo deciso di non rientrare nel locale, quindi optammo per un giro ad'Hogsmead prima di tornare ad'Hogwarts.
"Mi stai chiedendo se mi va bene annusare otto profumi contemporaneamente?" chiesi con un abbozzo di sorriso "in genere mi piace giudicare i profumi di sottomarca, ma ho troppo mal di testa, non voglio stordirmi annusandone troppi. Però tu vai, ti aspetto qui."
Già, avrei preferito annusare profumi fino allo stordimento, pur di non stare a guardare Potter e la Evans che flirtano, ma avevo troppo mal di testa.
"Sicuro?"
"Sisi, va pure!" gli dissi sorridendo mentre mi sedevo su una panchina fuori dal negozio.
"Ok" disse aprendo la porta, ma poi si fermò sulla soglia, guardò prima me poi il libro tra le mie mani "se ti fa male la testa, non continuare a leggere, peggiorerà." detto questo, entrò nel negozio, seguita dal suono di una campanella riposta sopra la porta.
Sorrisi.
Amavo il modo in cui 'si prendeva cura di me', succedeva spesso quando stavo male, sia fisicamente, che emotivamente, ma non l'ho mai ringraziata.
Un giorno lo farò.
Mentre pensavo questo, avevo la testa bassa, quindi non vidi chi mi si avvicinò e mi disse "Ciao"
Riconobbi subito la sua voce.
Alzai lo sguardo di scatto, alzandomi completamente dalla panchina e mettendomi a qualche passo di distanza da Sirius.
Era rigido, con le spalle strette e le mani in tasca.
"Ciao" ripeté, aspettandosi che ricambiassi.
Quanto avrei voluto farlo.
Ma non potevo, c'era troppa gente, e non potevo farmi vedere con lui, per di più quasi tutti studenti, alcuni serpeverde pronti a diventare Mangiamorte che quindi lavorano anche per i miei genitori.
Non devono sapere.
"Cosa vuoi?" gli risposi freddo e impassibile, anche se il mio petto stava martellando e il mal di testa aumentava.
Lui sembrò ferito per un momento, girò la testa poi ritornò a guardarmi e a parlare
"Volevo solo sapere una cosa..."
Stetti in silenzio, aspettando che continuasse.
"C'è ancora speranza...per noi?" chiese tutto d'un fiato.
C'è, ma non c'è.
Avrei voluto rispondere, ma non capisce che deve starmi alla larga, perché loro sanno sempre tutto.
Forse avrei dovuto ferirlo, magari se me sarebbe andato.
"Chiedi, se c'è ancora speranza...dopo che te ne sei andato? Dopo avermi abbandonato? Dopo avermi detto di essere come nostra madre?" chiesi con un finto sorriso isterico.