Capitolo 8 - Libro

74 5 0
                                    

"credevi davvero che non lo venissi a sapere Susanne? ma che ti è passato per la testa.. io ti ho sempre amata eppure non hai voluto rivelarmi il tuo segreto -

Seojun ti prego ascoltami, l'ho fatto per nostro figlio, per Taehyung.
non volevo che venisse a conoscenza del mio mondo e inoltre volevo proteggere la nostra famiglia.. ti prego credimi"

poi il rumore di una porta che veniva aperta e la voce di un uomo..

"Susanne è il momento di chiudere il portale"

Taehyung si svegliò di soprassalto, aveva il fiatone e la fronte grondava qualche gocciolina.
Si portò una mano tra i capelli tirandoseli indietro, prese il proprio cellulare e si rese conto che fossero quasi le quattro di mattina.
Sospirò e si tolse le coperte di dosso scendendo dal letto, non sapeva come definire quella sensazione ma aveva un bisogno quasi come una dipendenza, di andare alla propria scrivania e aprire il blocco da disegni.
Accese la lampada e con una matita tra le mani si avvicinò al foglio completamente bianco, poi fu un attimo, la sua mano, la sua mente, si mossero da sole, disegnò qualcosa che quando riaprì gli occhi gli fece mancare il respiro: nel foglio era rappresentata la sua universalità completamente distrutta, persone senza vita e i pochi superstiti che invano cercavano di salvarsi.
Tra questi riconobbe Jimin e il suo cuore parve fermarsi una seconda volta quando si accorse di averlo rappresentato come una strega.

ma cosa.. perché ho disegnato tutto ciò - il biondo si inumidì le labbra e cercò di non dare peso alla sensazione strana che provava alla bocca dello stomaco, non era la prima volta che disegnava senza pensarci, semplicemente succedeva e lui lasciava che accadesse, ma mai aveva rappresentato una scena così inquietante.

Tae, tutto bene? - il nominato sobbalzò un'ennesima volta rilassandosi però quando vide suo cugino appoggiato allo stipite della porta.

Nam, si.. sto bene mi sono solo svegliato per colpa di un incubo -

Il maggiore sospirò e si avvicinò al più piccolo poggiando le mani sulle sue spalle e la testa sulla sua.

Centrano i tuoi genitori? - chiese a quel punto il castano che teneramente si era accoccolato a lui cercando di far rilassare il biondo.

Ho sognato una loro discussione, parlavano di un segreto che mia madre aveva nascosto a mio padre - Taehyung appoggiò una mano su quella del cugino e d'improvviso si sentì stanco, aveva volontariamente evitato di nominare la parola "portale", pensava che quello fosse solo una parola nata dalla sua immaginazione.

Namjoon d'altra parte non era a conoscenza dei segreti di famiglia, non aveva un buon rapporto con loro soprattutto con suo padre, era stato assente per gran parte della sua vita fino a separarsi con la madre, sorella di Susanne, creandosi una nuova famiglia e quindi annuì silenziosamente lasciandogli un bacio tra i capelli.

Penso sia stato un incubo piccoletto vuoi che dorma con te? - Taehyung annuì senza pensarci troppo, in quel momento stare da solo non gli sembrava una buona idea e così entrambi si coricarono a letto abbracciandosi per riscaldarsi in quella notte d'inverno.

[..]

"Taehyung.. Taehyung salvati, ti prego.."

TAEHYUNG! - la donna si alzò di scatto col fiatone e gli occhi lucidi dalle lacrime.
Le luci di Daegu di notte erano l'unica luce che illuminavano la stanza.

Seojun, Seojun svegliati ti prego - Susanne chiamò l'uomo scuotendolo leggermente e non appena l'altro mugugnò iniziando ad aprire gli occhi la moglie scese dal letto andando verso la piccola raccolta di libri che tenevano in camera, ne afferrò uno in particolare e poi tornò a sedersi sul fondo del letto.
L'uomo accese la luce sul comodino ancora mezzo addormentato e quando vide la moglie con un libro in mano si avvicinò a lei scostando le coperte.

Susanne, amore, dobbiamo avvertire Taehyung, deve sapere la verità - Il marito parlò chiaro e la donna tristemente annuì osservando il libro che aveva tra le mani.

[..]

Il mattino seguente Taehyung dimenticò quel sogno, o almeno ci provò e iniziò la sua mattina andando a fare la spesa poiché in casa iniziava a mancare roba.
Era sabato per cui non aveva lezione ma con Jimin aveva in programma di incontrarsi il pomeriggio per ripassare storia della musica, il professore non era un granché a spiegare quindi aveva accettato volentieri la richiesta di passare del tempo insieme.

Pronto? Mamma? - Taehyung prese il telefono tra le mani e non appena lesse il nome di sua madre rispose subito aspettando ad entrare nel supermercato.

Tesoro mio, ciao, come stai? tutto bene? - La donna aveva una voce strana, triste, avrebbe detto il biondo ma lì per lì lasciò perdere e rispose alle sue domande con affermazioni positive che sembrarono calmare la donna.

Amore in questi giorni dovrebbe arrivarti un pacco, è importante, voglio che sia tu ad aprirlo, mi raccomando fa attenzione, purtroppo non posso venire a Seoul a consegnartelo di persona perché il lavoro mi tiene legata qua, ma Taehyung ascoltami bene, il contenuto di quel pacco è importante, qualunque cosa vedrai spero che tu possa perdonarmi per avertelo tenuto nascosto, ti voglio bene amore mio - Taehyung rimase pietrificato, sentì la madre piangere dall'altro capo del telefono e subito si affrettò a tranquillizzarla dicendole che mai avrebbe potuto odiarla, che era comunque sua madre e quando poi riuscì a chiedere la chiamata in tranquillità inspirò profondamente non sapendo cosa aspettarsi.

- Angolo a me
capitolo corto e prevalentemente di passaggio ma i prossimi saranno più lunghi e complessi.

Una storia per pochiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora