DIVIDE ET IMPERA

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Marcus era in ombra. Accanto a lui c'erano Gabriel e Luka. Con uno sguardo deciso, guardava verso la sala che si trovava nel bel mezzo del nulla.

"Di nuovo ci sono quei due leoni all'ingresso", disse Luka.

Marcus annuì.

"Sono grandi", sorrise Luka.

"Più sono grandi, più è facile farli cadere. Aspettate il mio segnale!", disse freddamente e si mosse. Con un passo lento, si avvicinava all'ingresso. I buttafuori lo notarono subito. Lo guardarono con facce scure e pugni stretti. Erano pronti alla lotta.

"Wonderboy", disse quello più alto. "Non ti abbiamo visto per un po'".

A Gabriel si strinse maliziosamente un sopracciglio. "Da oggi lavorate per me, ragazzi!", dichiarò con decisione.

"Non so se Roman sarebbe d'accordo", disse l'altro.

"Mi siete sempre stati simpatici, quindi vi do la possibilità di scegliere. Non ve la offrirò due volte". Sembrava dominante. Il suo volto non rivelava nulla. Sapevano quanto fosse potente. Si guardarono intensamente per un breve periodo.

"E se non accettiamo?"

"Non ho bisogno di maschi stupidi", rispose freddamente.

Il buttafuori più alto serrò i denti, pronto ad attaccare, ma quello più basso lo fermò afferrandolo per il gomito. "Fratello!", disse sottovoce.

Marcus ha rivolto lo sguardo verso di lui, senza dire una parola. Comunicavano senza bisogno di parole. Gli si fecero da parte per lasciargli libero il passo.


Entrò nella sala. Al centro c'era un ring improvvisato in cui combattevano due uomini. Il sangue scorreva lungo i loro corpi sudati. Si stavano picchiando senza pietà, afferrando il poco aria che riuscivano a prendere. Erano visibilmente feriti. Intorno al collo avevano collari neri che impedivano loro di trasformarsi. La luce dei riflettori era puntata su di loro, riscaldando ulteriormente l'atmosfera, mentre il resto della sala era in penombra. L'odore del sangue si mescolava con il fumo delle sigarette e dell'alcol. Tutto l'insieme era grottesco. Un gruppo di tifosi urlava intorno al ring, incitando e maledicendo i combattenti. Marcus guardava con disgusto quella scena oscura.

"Questo finisce oggi", pensò tra sé e sé.

All'improvviso, i volti cominciarono a girarsi verso di lui, riconoscendolo. "Wonderboy", sentì sussurrare dietro di lui mentre si dirigeva verso le tribune. La folla si aprì davanti a lui, consentendogli un passaggio libero. Continuò a camminare verso il suo obiettivo. Il brusio si placò improvvisamente e l'arbitro segnalò la fine del combattimento. Tutte le teste erano rivolte verso di lui, seguendo ogni suo movimento.

"Roman!", gridò Marcus.

Nelle tribune, nell'ombra, si vedeva una figura scura e la luce di una sigaretta accesa. Roman si alzò nella sua loggia. Ai suoi lati, sedevano due donne vestite in modo succinto, anch'esse con collari intorno al collo. Marcus le scrutò rapidamente con lo sguardo. Entrambe abbassarono vergognosamente lo sguardo, incapaci di sopportare il suo sguardo dominante.

"Sapevo che saresti tornato, ragazzo", disse calmo Roman. Marcus si avvicinò ancora di più.

"Dove è?" chiese freddamente.

"Dove è, chi?" sorrise Roman.

All'improvviso, Marcus emise un urlo assordante e saltò violentemente in aria. In due potenti balzi si trovò sopra Roman. Abbattendolo con un calcio, lo schiacciò a terra. In lontananza si udì il suono di pistole pronte a sparare. La sicurezza lo circondò, puntandogli le armi addosso. Dalle sue mani spuntarono artigli affilati. Con forza penetrante, infilò la sinistra nella spalla di Roman. Quest'ultimo urlò dal dolore mentre Marcus lo afferrava per il collo con l'altra mano, sanguinandolo.

LE SPECIE- MarcusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora