Capitolo 0 - Croatoan

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A tutti quelli che ancora credono che solo i vampiri possono amare per sempre.


Era già un anno. Un anno dalla morte della nonna.

Ero triste, ovviamente, ma anche emozionata. Stringevo le bretelle del mio zainetto rosa e muovevo le gambette come se ne dipendesse della mia stessa vita.

Quel giorno, a scuola, mi aspettava una nuova avventura: quella, infatti, sarebbe stata la prima volta che avrei dormito fuori casa e non m'importava che la meta della gita non fosse chissacché, a dieci anni non si fa caso a certe cose.

Ero quasi arrivata alla fine della via. Sembrava ci stessi mettendo un'eternità, ma ecco lì la siepe che copriva la vista sulla strada che mi avrebbe condotta a scuola.

Affrettai il passo e la cartella mi rimbalzò sulla schiena, rischiando di atterrarmi. Pesava il doppio di me visto che, di nascosto da mamma, lo avevo riempito dei miei libri preferiti. Non contavo di leggerli – non avrei avuto il tempo tra la visita alla fabbrica di cioccolata e il museo di storia naturale – ma sentire quel peso famigliare mi rassicurava.

Forse, però, avrei fatto meglio a lasciarne qualcuno a casa perché erano quelli a rallentarmi.

Sbuffai e il mio sguardo scivolò sul cuoricino che mi ero disegnata sulla mano sinistra: era un semplice promemoria per ricordarmi di andare in cimitero a trovare la nonna.

Fu un attimo, mi distrassi solo per un momento e accadde l'impensabile.

Cozzai contro qualcosa e venni sbalzata all'indietro e, se non fosse stato per i libri, sarei caduta sul morbido. Mi lasciai sfuggire una smorfia di dolore dovuta allo spigolo di una copertina che mi si era conficcato nella schiena e mi affrettai a scusarmi con chiunque avessi urtato, ma le parole mi morirono sulle labbra non appena alzai lo sguardo.

Davanti a me non c'era "qualcuno", ma "qualcosa". Reduce dalla mia prima maratona di Harry Potter, paragonai quella cosa a un dissennatore. Proprio così, un dissennatore con un logoro mantello nero che copriva la sua intera figura e che lasciava intravedere solo le braccia lunghe, magre e di un'inquietante sfumatura verdastra.

Mi paralizzai completamente, non riuscivo neanche a respirare. Ero in grado di muovere solo gli occhi e con essi seguii ogni movimento della creatura che, nel frattempo, si era avvicinata arrivando a sovrastarmi completamente, schermando la luce del sole.

E il mondo divenne Ombra.

Fui percorsa da un brivido.

Era sospesa nel vuoto e, nonostante il panico, mi ritrovai a domandarmi come facesse. Che fosse davvero un dissennatore e che fosse uscito dai miei amati libri così come succedeva nel mio preferito "Cuore d'inchiostro"?

La risposta arrivò un secondo dopo: da sotto il mantello, l'Ombra tirò fuori delle catene e me le scagliò contro.

"I dissennatori non usano catene!" pensai prima che il metallo mi si attorcigliasse attorno alle braccia con uno schiocco secco. Urlai di dolore quando le sentii stringere e tagliarmi la carne.

Mi strattonò, probabilmente con l'intenzione di farmi alzare, ma la sua brutalità non fece altro che peggiorare le cose e caddi in avanti, graffiandomi la faccia sull'asfalto. Mi lasciai sfuggire un singhiozzo e alla fine cedetti e scoppiai a piangere. Era un anno esatto che non piangevo.

L'Ombra iniziò a tirarmi energicamente verso di sé e istintivamente piantai le mani per terra, un po' per proteggermi e un po' per rallentare il mio inesorabile avanzamento verso quella creatura. Feci pressione e riuscii finalmente a mettermi in ginocchio.

Doctor Who: The girl who stayed | wlwDove le storie prendono vita. Scoprilo ora