Capitolo 7 - Arcobaleno

10 1 3
                                    

Aprii il Tardis con una spallata e mi ci fiondai dentro seguita a ruota da Doc. Un ruggito disumano – molto, ma molto vicino – venne soffocato dalle porte di legno che si chiudevano dietro di noi.

Doc si mise subito ai comandi.

«Scusa per la balena vulcanica...» disse lanciandomi un'occhiata di sottecchi.

«Scherzi? Era stupenda!»

«E per il Wendigo.» proseguì, stavolta senza guardarmi.

Mi accigliai.

«Wendigo?» ripetei perplessa. «Ma hai detto, e cito testualmente, "non è mai un Wendigo"!»

«Scusa,» abbozzò un sorriso. «ho mentito.»

Scrollai le spalle.

«Quindi ora dove si va?» chiesi sedendomi su un gradino.

«La scelta spetta alla copilota.»

«Okay, ma credo di averne abbastanza di alieni per un po'...» commentai, ignorando la sua occhiataccia. «Che ne dici di qualcosa di molto colorato come el festival del Día de los Muertos?»

Doc lasciò perdere i comandi e mi guardò incuriosita.

«Cos'hai in mente?»

Sorrisi.

«Hai detto che ti piacciono i colori, ma questo lo adorerai!»

*

«New York, giugno 2019.» annunciai spalancando la porta e facendomi da parte perché anche lei potesse vedere.

Lei sbatté le palpebre, colpita, e io non potei fare a meno di tornare a sorridere.

«Gay pride. Una delle parate più grandi del Ventunesimo secolo.»

«Ma non la più grande: perché?»

Sorrisi enigmatica e chiusi le porte.

«Forse te lo dirò... più tardi...» e nel dire ciò scomparii nel guardaroba alla ricerca di qualcosa di appropriato.

Quasi saltai dalla gioia quando trovai proprio quello che stavo cercando e poco dopo mi affacciai alla sala comandi.

«Un unicorno!» Doc sorrise. «Ti sta bene.»

Accennai un inchino.

«Diana, una mia... amica... diceva sempre che la comunità LGBT+ ha come simbolo la bandiera arcobaleno perché siamo degli unicorni: rari e bellissimi!»

«Siamo?»

Annuii piano.

«Ho fatto coming out nel 2019.» rivelai finalmente e Doc annuì, comprensiva.

«E perché proprio New York?» chiese avvicinandosi.

«Ho sempre voluto visitarla, la città della libertà.» replicai semplicemente.

«Allora cosa stiamo aspettando?» esclamò prendendomi per mano e iniziando a tirarmi verso la porta. «Andiamo!»

La fermai.

«Non prima che anche tu ti sia sistemata.» ribattei trascinandola nella direzione opposta. «Stavolta non te la caverai così!»

Una volta nel guardaroba, mi fermai ad osservarla: sia la maglietta che il cappotto avevano disegnati sopra delle strisce colorate che assomigliavano molto ad un arcobaleno e questo mi fece sorgere un dubbio: che anche lei fosse...?

Decisi di chiedere e basta.

«Doc?» la interpellai esitante e mi leccai nervosamente le labbra. Lei smise di rovistare tra i vari capi appesi e si voltò a guardarmi. «Anche tu fai parte della comunità LGBT+?»

Doctor Who: The girl who stayed | wlwDove le storie prendono vita. Scoprilo ora