𝐸̀ 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑎 𝑐𝑜𝑙𝑝𝑎 𝑡𝑢𝑎

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22/12/2026

Ormai Natale è quasi alle porte,di conseguenza il 2026 sta terminando per lasciare spazio al 2027.
Da quel maledetto quindici ottobre,dopo aver quasi provato a togliermi la vita,sto andando da uno psicologo.
La dottoressa Parker è la migliore di Londra,mi sta aiutando molto.
Cosmary, fortunatamente,non si è allarmata quando sono letteralmente scappato ad Amalfi.
Probabilmente lei non mi ama,anzi forse non mi hai mai amato.
Solo una volta ho provato l'amore,quello vero però.
Mi sto rendendo conto che mi sono letteralmente innamorato di Dafne in poco tempo,lei è la mia anima gemella.

In questo momento mi trovo in negozio,ho appena venduto un vinile dei Red hot Chili Peppers,a un'anziana signora che lo voleva regalare al suo nipotino.
Ormai sono quasi le otto di sera.
Le setole della scopa strusciano sul pavimento in legno,lente e inesorabili.
Con un gran sospiro,mi fermo e vado a posare il necessario nello stanzino.
Ho finalmente finito di pulire,non vedo l'ora di ritornare a casa per vedere mia figlia.
Sbadiglio sonoramente e indosso la giacca.
Spengo le luci ed esco fuori, chiudendo la porta a chiave.
In giro non c'è nessuno,le strade sono silenziose.

Mi sfrego le mani e ci soffio sopra,per un minimo riscaldarle.
Appena giro la testa a destra,vedo un ragazzo che sta guardando la vetrina.
Ha un giaccone che sembrava essere molto pesante,un cappello nero e dei guanti del medesimo colore.
Inclino di poco la testa.
"Sorry sir,do you need some help?Do you want to buy a vinyl?"gli domando,con tono gentile.
Alla fine per me non è un problema riaprire un secondo il negozio e vendere il vinile che vuole,magari è urgente.

Lo sconosciuto si gira lentamente e toglie il cappello.
No...non mi dire che...
"Tu...figlio di puttana!"esclamo, stringendo i pugni.
Marco è terrorizzato,sembrava che avesse visto un fantasma.
Le sue gambe fanno il proprio lavoro,inizia a correre.
Senza pensarci su,lo inizio a seguire anch'io.
Butto alle spalle l'idea di ritornare a casa da mia moglie e Dafne,devo risolvere un conto che ho lasciato in sospeso.

Non ci posso credere che ho trovato quel figlio di puttana, proprio davanti al mio negozio.
Ormai sono nel bel mezzo di un inseguimento.
Marco ogni tanto si gira per vedere dove fossi.
L'aria fredda mi sferza il viso causandomi un gran freddo,ma a me non importa più di tanto.
Il ragazzo gira l'angolo,da quello che ho capito sta andando a casa sua oppure in una pensione.
Marco si ferma davanti al portone di un edificio,sta cercando dentro alle tasche le chiavi di casa.
Finalmente lo raggiungo.
Lo prendo per il colletto della giacca e lo butto a terra.

"Che cazzo ci fai qua?!"urlo.
"Ad Amalfi nessuno mi voleva più... nemmeno i miei genitori e ho deciso di venire qui per scappare dal mio passato"risponde,mentre cerca di rialzarsi.
"Figlio di puttana tu non ti rendi conto di cosa cazzo hai fatto"lo spingo al muro.
"Io non ho fatto proprio niente"fa spallucce e ridacchia.
"Semmai tu l'hai ammazzata con i tuoi modi di fare"aggiunge,con sguardo vittorioso.
Gli sferro un pugno sul naso.

Marco non fa in tempo a contrattaccare,che lo spingo a terra.
"Tu l'hai ammazzata...TU,CAZZO!"lui cerca di difendersi il volto, ma non ci riesce.
"L'hai picchiata per quattro lunghi interminabili anni,l'hai violentata...HA SPRECATO LA SUA GIOVINEZZA PER TE.
PER TE, CHE SEI UN ESSERE IGNOBILE"
Le mie nocche sono piene di sangue,ma non ci do conto.
Lentamente Marco non cerca più di proteggersi dai miei attacchi.

"È TUTTA COLPA TUA,DAFNE È MORTA PER COLPA TUA!!"grido,ormai l'aria nei miei polmoni sta quasi terminando.
I miei occhi sono pieni di lacrime e le guance rigate.
"Ti prego...basta,ti prego"dice Marco con voce flebile.
Anche lui scoppia a piangere.
Lentamente abbasso i pugni e mi alzo da sopra il moro.
Le mie mani sono completamente coperte di sangue.
"Ti prego..."sta tremando come una foglia,ormai è sull'orlo di una crisi di pianto.

"Mi fai veramente schifo,ringraziami che non ti ammazzo"dico a denti stretti.
Si,ero capace di ucciderlo ma non ho continuato.
Mi sto 'comportando' bene solamente per mia figlia,lei è la mia unica ragione di vita.
Letteralmente la luce di un faro.
"Ecco stai provando quello che provava lei,quando tu la picchiavi e stupravi... non è bella come sensazione mh?"
Intento Marco ancora è rannicchiato a terra,a piagnucolare.
"Se non vuoi finire in una bara,non farti più vedere soprattutto davanti al mio negozio o nelle vicinanze di casa mia"con queste ultime parole mi allontano e lo lascio li,al freddo.

Ogni tanto mi giro e lo vedo che pian piano si sta rialzando.
Scuoto il capo e prendo la via per ritornare a casa.
Ad un tratto sulla neve compare un messaggio.
Grazie Mister Fossetta.
Guardo in cielo e sorrido mestamente.
"Quanto cazzo mi manchi Dafne"dico,per poi ritornare sui miei passi.

«𝑆𝑢𝑚𝑚𝑒𝑟»𝑨𝒍𝒆𝒙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora