Capitolo 21 - William

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Prima di leggere: questo capitolo contiene contenuti non adatti ad un pubblico più giovane, la lettura oltre i 🟥🟥🟥 è consigliata ai maggiori di 18 anni

Non stavo pensando come aiutare Noelle con il lavoro. Cioè, non che non volessi aiutarla, ma in quel momento altri pensieri occupavano la mia testa. Ogni volta che mi presentava a qualcuno come suo amico, o coinquilino, sentivo un vuoto nel petto, era come se qualcosa dentro di me non lo ritenesse giusto. Volevo che fossimo più di semplici amici, ritenevo avessimo superato quella fase da un po' di tempo ormai. Era da qualche giorno che cercavo il momento adatto per chiederle di essere la mia ragazza, ma nessuno andava bene. Di certo non potevo chiederglielo davanti alla sua famiglia, che nemmeno mi conosceva. Erano stati comunque tutti gentilissimi con me, erano delle bellissime persone. Non nego però che fosse un po' intimidatorio stare con una ragazza con tre fratelli maggiori pronti a fare di tutto per lei. Marcus, Andrew e David non ci erano andati piano con le domande. Nel momento in cui io e Noelle eravamo tornati di sotto per mangiare il dolce, infatti, iniziarono a chiedermi di tutto.

"Allora William, di cosa ti occupi?" mi chiese Marcus.

"Al momento purtroppo sono disoccupato a causa di un'incomprensione tra me e il mio ex datore di lavoro, ma sono già alla ricerca di un nuovo posto di lavoro. Lavoro nel campo del marketing e del management delle vendite."

"Interessante, mi dispiace sentire del tuo capo." replicò comprensivo.

"Onestamente è stata una mia scelta e sono contento di non dover più lavorare in quell'ambiente. Era molto tossico, concentrato solamente sulla produttività e per niente sulla salute dei dipendenti." risposi.

"Posso capire, anche io gestisco un'attività e cerco sempre di aiutare i miei dipendenti il più possibile, e ho sentito parlare di esperienze davvero terribili. Ti proporrei un posto da me, mi sembri davvero una persona in gamba, ma purtroppo siamo al completo." concluse.

"Grazie, lo apprezzo davvero." replicai sorridendo.

"Abbiamo parlato abbastanza di lavoro. Scusa la domanda, ma per caso vai in palestra?" mi chiese David interrompendo il fratello.

"Sì, circa tre volte a settimana." risposi fiero.

"Buono, io cinque."

"David, non è una competizione." commentò Noelle.

"Era solo per fare due parole, niente competizione. Macchine o pesi liberi?" continuò.

"Dipende dal giorno, ma preferisco i pesi liberi."

"Ottima scelta." rispose sorridendo. Forse ero riuscito a convincere anche lui.

Quello che più mi preoccupava era Andrew, era rimasto in silenzio per tutto il tempo. Noelle mi aveva anticipato che faceva parte del corpo della polizia e che era particolarmente severo con i ragazzi che frequentava, perché ci teneva alla sua sicurezza.

"William, mi permetti una domanda?" mi chiese serio.

"Andrew..." cercò di fermarlo Noelle.

"Sì, certo." replicai. Volevo fare bella figura anche con lui, nonostante mi mettesse un po' in soggezione.

"Mi sembri un tipo sveglio, ma un fratello maggiore è inevitabilmente protettivo nei confronti della sorella. Quindi, solo per sapere, quali sono i tuoi rapporti con la legge?" mi chiese come se mi avesse chiesto cosa faccio nel tempo libero.

"Andrew, non mi sembra il caso." gli rispose Marcus.

"Per me non è un problema rispondere." dissi timidamente.

Noelle mi prese la mano da sotto il tavolo, dandomi il suo supporto per rispondere al fratello.

"Mi è capitato di prendere un paio di multe per aver sforato l'orario di parcheggio, lavoravo spesso fino a tardi, ma per il resto rispetto tutte le norme. Vorrei anche aggiungere che sono molto grato per il lavoro che fate voi forze dell'ordine per proteggere la sicurezza dei cittadini."

Un coinquilino per NataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora