Capitolo 33 - William

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Lasciare Noelle sola quella mattina mi era costato uno sforzo grandissimo, l'idea di andarmene dopo quello che era successo mi aveva distrutto. La sera prima, era come se qualcosa dentro di me sapesse che lei avrebbe potuto avere bisogno di me, e così mi ero ritrovato a camminare davanti a casa sua. Fortunatamente, il mio istinto si era rivelato corretto, ed ero riuscito ad intervenire in tempo. Non riuscivo a smettere di pensare a cosa sarebbe potuto succedere se non fossi stato lì. Eppure, nonostante avessi passato tutta la notte senza chiudere occhio per essere certo che fosse al sicuro, non potevo permettermi di rimanere un attimo di più. Più la guardavo più sentivo crescere i sentimenti che provavo per lei. E se qualche settimana fa avrei detto di volerle bene, oggi avrei detto di amarla. Ero innamorato di Noelle. Innamorato perso. Però non avrei mai avuto occasione di dirglielo. Perché ormai non c'era più niente tra noi due. La sera prima, mi era quasi sembrato che a Noelle abbia fatto piacere il fatto che io fossi lì con lei, ma aveva voluto chiudere la cosa, e volevo rispettarla. Perché, in fondo, sapevo di essere io il responsabile. Lasciai casa sua prima di fare cose avventate, tipo rivelarle ciò che provavo per lei, e chiudermi la porta di casa sua alle spalle segnò in me la fine di tutto ciò che era successo. Per quanto perderla e non vederla più sarebbe stata una delle cose più dolorose che io abbia mai affrontato. Fortunatamente avevo qualcosa per distrarmi dal dolore. La Medium Agency aveva deciso di offrirmi un contratto a tempo indeterminato, ed ero contentissimo di iniziare finalmente un nuovo lavoro. Lavoro che avevo ottenuto grazie a lei, ma pur sempre un nuovo capitolo ed un nuovo inizio.

La prima mattina alla Medium fu perfetta. Arrivai in anticipo, e la ragazza alla reception si offrì di farmi fare un giro degli uffici. L'ambiente era bellissimo, le stanze grandi e luminose, davvero l'opposto di dove mi trovavo prima. Il giro si concluse davanti al mio ufficio, una stanza che avrei diviso con altri due colleghi. Entrai, prendendo un respiro profondo, e mi sedetti alla mia nuova scrivania per la prima volta. Sistemai le mie cose ed iniziai subito a lavorare sui documenti che mi avevano assegnato, volevo dare una buona impressione sin da subito. Nel mentre si fece l'orario di entrata, e i miei due colleghi non tardarono ad arrivare, anche se uno sparì subito nel corridoio. Rimasi solo con la collega, una certa Charlotte Leneghan, da quanto diceva la sua targhetta.

"Hai la faccia di un uomo che ha il cuore spezzato." mi disse lei per rompere il ghiaccio. Aveva decisamente toccato un tasto dolente per iniziare una conversazione.

"Il fatto che io abbia appena rotto con la ragazza grazie alla quale sono qua, e di cui inoltre sono innamorato è una spiegazione abbastanza fattibile?" risposi alzando gli occhi dallo schermo del computer.

"Ora che ci penso, è tutto molto comprensibile. Mi dispiace..." la vidi cercare di leggere il cartellino del nome sulla mia scrivania.

"William. William Carter." la aiutai.

"Mi dispiace, William. Io sono Charlotte."

"Piacere di conoscerti. E sì, la mia situazione fa schifo, ma sono qui per cercare di cominciare un nuovo capitolo."

"Direi un ottimo modo per riprendersi. Io il contrario, sto per andarmene per iniziare la mia di nuova vita."

"Davvero?" chiesi. Avrei fatto di tutto pur di cambiare argomento.

"Sì, sto per trasferirmi con la mia migliore amica a New York."

"New York? Bellissima città. Ti auguro buona fortuna allora."

"Grazie, anche a te William." mi disse, prima di tornare a lavorare. Seguii il suo esempio, buttandomi sui documenti e cercando di non pensare a Noelle.

***

La mia prima giornata di lavoro alla Medium era volata, ed era andata davvero bene. Inoltre, mi ero trovato un piccolo appartamento non lontano dall'ufficio; quindi, anche il viaggio di ritorno a casa fu tranquillo. La mia serata però si prevedeva tutto il contrario di tranquilla. Dovevo prepararmi per un'uscita con i ragazzi, mi avevano chiesto di uscire perché volevano capire il motivo del mio recente malumore. Avrei preferito andare in palestra, ma sapevo che erano davvero preoccupati se erano arrivati a organizzare una serata di gruppo in cui ci sarebbero stati tutti. Mi cambiai mettendomi un paio di jeans ed una felpa, e mi avviai verso l'indirizzo che mi avevano dato. Pensavo ci saremmo dati appuntamento in un locale, invece mi trovai davanti ad una casa con il nome di Nolan sul campanello. Facevano davvero sul serio. Il cancello si aprì appena suonai al citofono, e lo spinsi con un sospiro. Non sarebbe stata una conversazione leggera.

"Will, come stai? Siamo preoccupati, non ti fai vivo da due settimane." mi disse Ross appena entrai in salotto. Erano tutti lì, c'era persino Nick, e mi guardavano con sguardi apprensivi.

"Ho rotto con Noelle. La amo. Non so se avrò più occasione di vederla o di dirglielo. Vi basta come spiegazione?" ero davvero stanco di doverlo dire a tutti, ogni volta sentivo il dolore che cresceva.

"La ami?" chiese Charlie.

"Però l'hai lasciata?" completò Nolan.

"Per rispondere a entrambe le vostre domande: sì. Per rispondere alla vostra prossima domanda: sì, sono un idiota. Rispondete voi a me però. Se siete tutti in hotel, come mai questa casa ha il nome di Nolan sul citofono?"

"Era la vecchia casa dei miei genitori, l'hanno passata a me. La settimana scorsa."

"Capito, capito. Ma come mai siete ancora tutti qua?"

"Malcom ha allungato la trasferta. Abbiamo semplicemente seguito il tuo esempio e ci siamo trasferiti qua." rispose Charlie.

"Capisco, e invece per quanto riguarda..." non riuscii a finire la domanda che Ross mi bloccò.

"Will, è inutile che cerchi di cambiare discorso. Siamo qui per parlare di te."

"Di cosa dovremmo parlare? Sono distrutto, ok? Non so cosa fare, Noelle mi manca come mai nessuno prima, e sono stato io a lasciare lei, quindi non tornerà mai da me." dissi, prendendo in mano la bottiglia di vino e svotandomi metà del suo contenuto nello stomaco.

"Will, vacci piano con quella roba." rispose Ross, prendendomi la bottiglia di mano.

"Tu per favore non dire niente, né ad Evelyn, né a Noelle." dissi rivolto a Nick.

"Tranquillo, questa questione rimane tra di noi." replicò.

"Secondo me dovresti andare a parlarle." mi consigliò Nolan.

"Ma come? Me ne sono appena andato, come posso tornare da lei dal nulla?"

"Nessuno ha detto che sarebbe facile, ma ci devi provare. Altrimenti potresti pentirti di aver perso questa occasione. Voglio dire la ami, no?" mi chiese Charlie.

"Molto."

"Lo vedresti un futuro con lei?"

La domanda mi sorprese, perché non ci avevo mai pensato. Vivere con lei in quel periodo era come aver già fatto esperienza di come sarebbe stata la mia vita con lei, e avevo amato ogni secondo. La risposta mi fu chiara.

"Sì."

"Allora devi fare qualcosa, non puoi lasciare che tutto finisca così."

"È la prima volta che ti sento fare un discorso così serio..."
"Vuol dire che sono serio per davvero. Non ti ho mai visto così felice con una ragazza, se in così poco tempo ti ha dato così tanto significa che è qualcosa di speciale. Non ho intenzione di stare qui a vederti buttare via tutto."

Incapace di commentare, mi limitai ad annuire davanti alle parole di Charlie, ma aveva ragione. Avevo bisogno di prendermi del tempo per riflettere, ma la storia tra me e Noelle non era ancora chiusa. Dovevo solo trovare il modo giusto per scusarmi. 

Se il capitolo vi è piaciuto non dimenticatevi di mettere la stellina, ci vediamo nella prossima parte <3

Un coinquilino per NataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora