Stefano's pov
Tornai a casa e la prima cosa che feci fu buttarmi sfiancato sul letto.
Erano stati veramente dei giorni orribili.
...
Ero contento peró che giorgio avesse mantenuto il segreto.
Nessuno si era piú avvicinato in quella zona.
Ed era meglio così.
Ovviamente avevo intenzione di ritornare con loro.
Solo lo avrei fatto una volta che fossi riuscito a mettere i pensieri apposto.
...
Se fossi mai riuscito a metterli apposto.
Mi sento come se non dovessi essere qui.
Che sia nel posto sbagliato.
Ma non ha minimamente senso.
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Insomma non è piú tanto una novità per me.
È da anni che mi sento così.
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È dal giorno della morte di Sarah, che mi sento così.
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Mi sento come uno di quei cani in gabbia.
...
Mi spiego meglio.
È come quando un cane viene separato dai suoi fratellini per essere adottato.
È vissuto per tutto il tempo con loro, e cambiare tutt'un tratto famiglia e casa lo spaventa.
Quel cagnolino viene adottato e viene affidato a una famiglia.
Ma continua a non sentirsi a casa lui.
Vorrebbe che tutto tornasse come era prima.
Ma non succede.
Perché se anche decidesse di scappare dalla sua famiglia per cercare i suoi fratellini non li troverebbe piú.
Perché anche loro sono stati adottati.
...
E io mi sento esattamente in questo modo.
Posso provare a scappare dai miei problemi.
Dalla mia famiglia.
Ma non importa, perché niente sarebbe piú come prima.
E alla fine sarò costretto a tornare dalla mia famiglia adottiva, per poi scoprire che hanno semplicemente adottato un altro cane nella mia assenza, non curandosi di cercarmi o di preoccuparsi neanche un po'.
E alla fine tornerò di nuovo a stare da solo.
Solo, sempre e comunque solo.
...
Non mi ero neanche accorto che avevo cominciato a piangere.
Piangere fa bene certo.
Non quando piangi 20 su 24 però.
Sentii nerina strusciarsi sulla mia coscia, miagolando dolcemente.
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Chiusi gli occhi.
E pregai di dormire.
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....
....
A svegliarmi dopo neanche dieci minuti fu il rumore di qualcuno che bussava intensamente alla porta.
Il mio cuore smise di battere.
Mi affacciai alla finestra.
...
Giorgio..
Corsi ad aprire e mi fiondai piangendo su di lui.
Lui mi strinse sussurrandomi cose come "va tutto bene" o "sono qui".
Mi staccai da lui, invitandolo ad entrare.
<<..di cosa hai bisogno..? non gli hai detto dove mi trovo vero..?>> chiesi.
Avevo un sacco di domande da fare.
Giorgio però non si smosse dalla porta.
Rimase fisso dov'era.
Sospiro porgendomi un diario.
<<Stefano, ho bisogno che tu legga questo, ti spiegheranno tutto ettore e mario, ti faró avere le risposte che desideri te lo prometto, ma non fare domande non allarmarti e non sclerare ok?>>
Rimasi sinceramente sorpreso da quella carica di ordini, ma mi limitai ad annuire.
<<Bene..io devo andare adesso ma tra due giorni fatti trovare nella foresta, devi parlare con loro>>
<<..due giorni? così poco?>>
Giorgio si mise a braccia conserte inarcando un sopracciglio.
<<Le vuoi le tue risposte si o no?>>
<<..come fai a sapere che voglio delle risposte? e il tipo di risposte che voglio..>>
<<So molto di piú di quello che pensi ste..so che non dovresti essere qui, ne ora ne mai>>
Quella conversazione mi stava mettendo a disagio.
<<In che senso..>>
<<Tu ti senti fuori posto, odiato e maltrattato, da quando la tua fidanzata è morta non ti dai un secondo di pace..sei scappato nell' inutile speranza che potessero cercarti ma non è stato così e adesso molto probabilmente ti senti ferito tradito e abbandonato, vorresti tornare da lyon e gli altri ma hai troppo paura di come potrebbero reagire e soprattutto trattarti, quando sono loro che dovrebbero avere paura di te, ora per favore leggi questo cazzo di fottuto diario e riunisciti con gli altri per avere le tue cazzo di risposte>> recito giorgio, completamente serio in volto.
Rimasi spiazzato.
Feci per dire qualcosa ma giorgio mi zittì con il dito.
<<Addio Stefano, spero che tu possa avere il tuo bel finale.>>
Detto questo fuggi tra gli alberi, lasciandomi solo in mezzo a dubbi, paure e quello strano diario.
Dovrei leggerlo?
Si. No.
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forse in un altro universo
Fanfictionstefano,stanco di essere considerato il piú debole e il piú inutile, decide di scappare di nascosto, dando vita alla sua storia personale, non tenendo in considerazione che qualcuno possa soffrire della sua mancanza piú del necessario.