CAPITOLO 11

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Stefano's pov

La prima cosa che vidi appena aprì gli occhi fu uno spazio interamente bianco.

Sembrava infinito.

Faceva quasi paura.

Quasi.

Tastai il materasso sotto di me, era comodo, caldo e confortante.

Girai lo sguardo verso la stanza per osservarne ogni minima parte.

Non c'era nulla.

Solo il mio letto.

Scesi dal materasso, appoggiando i piedi sul pavimento.

Non era freddo.

Non era caldo.

Era perfettamente tiepido.

Camminai a piedi scalzi lungo quell' infinito spazio bianco.

Non riuscivo a dire da quanto stessi camminando.

Non c'erano orologi.

L'unica cosa che mi faceva effettivamente capire che mi stavo muovendo era il fatto che non vedevo piú il letto.

Camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo.

...

Mi fermai di scatto.

...

C'era un qualcosa di strano e inquietante in tutto questo.

Un qualcosa che mi faceva sentire a disagio.

...

Volevo tornare indietro.

Non doveva essere scritto in questo modo.

...

È tutto sbagliato.

Probabilmente l'autore non aveva avuto il tempo di creare lo spazio intorno.

O forse non ne aveva avuto semplicemente voglia.

Sospirai.

<<..ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego..>>

Sbattei un paio di volte le palpebre.

Spalancai gli occhi con il fiatone.

Mi girai e vidi nerina dormire affiancata a me.

...

Stavo piangendo.

...

Che cosa avevo sognato?

forse in un altro universo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora