Stefano's pov
La prima cosa che vidi appena aprì gli occhi fu uno spazio interamente bianco.
Sembrava infinito.
Faceva quasi paura.
Quasi.
Tastai il materasso sotto di me, era comodo, caldo e confortante.
Girai lo sguardo verso la stanza per osservarne ogni minima parte.
Non c'era nulla.
Solo il mio letto.
Scesi dal materasso, appoggiando i piedi sul pavimento.
Non era freddo.
Non era caldo.
Era perfettamente tiepido.
Camminai a piedi scalzi lungo quell' infinito spazio bianco.
Non riuscivo a dire da quanto stessi camminando.
Non c'erano orologi.
L'unica cosa che mi faceva effettivamente capire che mi stavo muovendo era il fatto che non vedevo piú il letto.
Camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo e camminavo.
...
Mi fermai di scatto.
...
C'era un qualcosa di strano e inquietante in tutto questo.
Un qualcosa che mi faceva sentire a disagio.
...
Volevo tornare indietro.
Non doveva essere scritto in questo modo.
...
È tutto sbagliato.
Probabilmente l'autore non aveva avuto il tempo di creare lo spazio intorno.
O forse non ne aveva avuto semplicemente voglia.
Sospirai.
<<..ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego..>>
Sbattei un paio di volte le palpebre.
Spalancai gli occhi con il fiatone.
Mi girai e vidi nerina dormire affiancata a me.
...
Stavo piangendo.
...
Che cosa avevo sognato?
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forse in un altro universo
Fanficstefano,stanco di essere considerato il piú debole e il piú inutile, decide di scappare di nascosto, dando vita alla sua storia personale, non tenendo in considerazione che qualcuno possa soffrire della sua mancanza piú del necessario.