CAPITOLO 10

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Mario's pov

Seguimmo la scia di sangue per una decina di minuti, prima che si interrompesse di fronte a una torre di pietra.

<<Cosa..cosa sarebbe ?>> chiesi rivolgendo lo sguardo a quella immensa costruzione, pareva essere molto, molto vecchia.

<<Non saprei..>>

<<Pensate stefano sia entrato qui dentro?>>

<<Conoscendolo, ste non ne sarebbe completamente capace..ma dare una veloce occhiata non costa nulla no..?>>

lyon e anna si scambiarono una veloce occhiata prima di annuire poco convinti.

Girammo in tondo alla torre per qualche minuto, alla ricerca di una qualsiasi tipo di entrata.

Nulla.

L'unica cosa erano diverse scritte di colore rosso acceso sparse sulle pareti ormai consumate.

Pareva pure questo sangue.

Ma non era fresco, anzi, doveva essere lì da decenni visto che a malapena si leggeva il loro significato.

Il sangue incrostato alle parete di muschio recitava:

"Lei non vuole farti del male."

"La leggenda recita il falso"

"Lei è colei che ci renderà liberi"

Per qualche ragione tutte quelle scritte parevano rifersi alla stessa identica cosa.

Un qualcuno, piú nello specifico una ragazza ispirata a una leggenda, avrebbe reso tutto il popolo libero.

Sembravano le tipiche frasi di un culto o di un qualche tipo di religione strana.

Dubitavo fortemente che ste potesse avere qualcosa a che fare con ste scritte.

Per non contare il fatto che potevano essere vecchie di secoli.

Apparte questo però, non c'era assolutamente nulla.

O almeno così pensavo.

Stanco di girare intorno ancora e ancora, decisi di appoggiarmi al muro per riprendere fiato.

Non appena la mia mano tocco la ruvida e fredda pietra, il muro si spalanco completamente, rivelando un entrata in legno ruvido.

<<..o mio dio..>>

<<Mario!>> urlo anna correndo preoccupata nella mia direzione.

<<Cosa è successo? Che stai guardando..>>

Anna si muto instantaneamente il secondo in cui vide la porta.

<<..come..come hai fatto?>> mi chiese balbettando.

<<..non ne ho idea..vai a chiamare lyon..>> le ordinai freddo.

Anna annui e, ancora scossa, corse a chiamare allarmata il nome del nostro capo.

Tempo dieci minuti e ci trovavamo all' interno della torre.

Era un unico e grande spazio vuoto.

Le pareti, così come all' esterno, erano fatte interamente di pietra, diversi ciuffi di erba crescevano tra le piccole fessure da cui penetrava il sole, rendendo questo posto, meno spaventoso.

Era incredibilmente gigantesco per essere l'interno di una torre apparentemente stretta e lunga.

L'unica cosa presente nella stanza era uno spesso muro di pietra levigata.

Incise sul muro si intravedevano parole, tante parole, messe in fila una sotto l'altra.

<<Che ce scritto?>> chiesi curioso ai miei due amici.

<<sembrano nomi..>> mi rispose anna tracciando delicatamente e con attenzione  le diverse scritte.

<<Nomi? Che ci fanno dei nomi incisi all' interno di una torre sperduta?>> domandò lyon inarcando un sopracciglio.

Questa storia non lo convinceva per niente.

E si poteva intuire.

<<me lo chiedo anche io ettore..>> risposi abbassandomi all' altezza del muro per poter leggere i nomi.

Erano decine e decine di nomi, talmente tanti che era praticamente impossibili leggerli tutti.

Ad attirare la mia attenzione, peró, furono gli ultimi due.

<<Stefano e sarah..>> pronunciai a bassa voce.

Un pesante senso di colpa mi sprofondò nel petto come un macigno.

<<Sarah non era l'ex ragazza di Stefano tecnicamente?>> chiese lyon.

Io annui piano.

<<..la stessa sarah che ha commesso il suicidio la sera prima che stefano ci incontrasse..?>>

Annui nuovamente.

Io e gli altri ci scambiammo un occhiata allarmata.

Questa storia non sarebbe andata a finire bene.

forse in un altro universo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora