6: spinach potato gnocchi

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Yoongi non ci mise molto a cacciare dall'acqua bollente le patate, ma non la gettò via, spengnendo solo la fiamma sotto di essa. Jimin non fece domande, continuando a guardare le mani esperte di Yoongi che gestivano il loro pranzo. Non sapeva cosa lo aspettava, e la cosa era da una parte fastidiosa, perché era abituato a sapere ciò che avrebbe mangiato ogni giorno da circa tutta la sua vita, ma dall'altra era estremamente curioso.

«Ora che fai?»

«Facciamo gli gnocchi.»

«Facciamo? Noi? Continui ad essere sospetto.»

Yoongi sbuffò una risata, poi gli diede le spalle. Jimin vide le sue braccia che armeggiavano davanti a lui, ma non riusciva a scorgere oltre le sue spalle larghe cosa stesse facendo. Prima di cominciare a scendere dal bancone, si diede un altro secondo per passare gli occhi sui muscoli della sua schiena che, illuminati debolmente dalla luce che rifletteva sulla neve, si flettevano sotto la maglia.

«Che fai?»

«Scendo.»

«Attento alla caviglia.»

«Certo, infermiera.»

Yoongi poggiò il piatto dove le patate cotte fumavano e gli scoccò un'occhiataccia, ma sorrideva leggermente. Jimin si resse con i muscoli delle braccia per scendere, ma il fantasma della mano di Yoongi restò vicino al suo fianco, e lui evitò di guardarlo negli occhi quando finalmente saltellò per appoggiarsi all'isola. Yoongi seguì il movimento con gli occhi fino a che Jimin non fu appoggiato al bancone e poi cominciò a versare un altro po' di farina (farina, Jimin era sicuro) sul grande tagliere in legno, facendone una montagnola. Prendendo una patata (come, visto che fumava, Jimin non sapeva), la inserì in uno strumento in acciaio (nessuna idea di cosa fosse) e, premendo le estremità, la fece uscire completamente schiacciate. Evitò di fare domande, si sentiva abbastanza indietro sulla cucina a non sapere come fosse fatta la farina e cosa fosse un pelapatate. Stese le labbra, corrucciando leggermente le sopracciglia mentre Yoongi riduceva in poltiglia le altre due patate.

«Sai cos'è questo?»

Jimin si schiarì la gola, gesticolando senza riuscire a emettere suoni nei confronti di quello strumento che sembrava una pressa idraulica per patate.

«Erm... no.»

«Si chiama schiacciapatate.»

«Tutto ciò che viene usato con le patate deve avere patate nel nome?»

Yoongi si fermò, corrucciando le sopracciglia, come fermo a pensare. I movimenti delle sue mani, che finivano di rimuovere le patate dallo schiacciapatate, sembravano indipendenti dal suo sguardo.

«Penso che si chiamino davvero tutti qualcosa-patate.»

Jimin ridacchiò, mentre Yoongi continuava a pensare confuso, come gli avessero appena rivelato il segreto del mondo. Le sue mani, comunque, continuarono a rimestare la farina con le patate.

«No, davvero. Davvero si chiamano tutti così.»

Quasi si sbilanciò sul bancone dal ridere, Jimin, alla faccia quasi sconvolta che Yoongi stava tenendo su.

«Pensa agli gnocchi, piuttosto.»

Yoongi scosse la testa, ancora con le sopracciglia corrucciate, e impastò la farina con le patate fino a che non fu quasi una pasta uniforme. Poi si allungò verso la fine del bancone e si avvicinò un cestino di vimini intrecciati, da cui estrasse un uovo. Lo ruppe nell'impasto, e il suo contenuto si riversò sulla farina e le patate, già mischiate abbondantemente. Yoongi fu veloce a raccogliere con indice e medio l'arancione, che gli strabordò sulle dita, il liquido appiccicoso che gli si aggrappava alle dita e cominciava a scivolare, vischioso. Yoongi lo raccolse prontamente con il pollice, distribuendolo sulle dita lunghe prima di affondarle nell'impasto. Jimin deglutì, liberandosi di qualsiasi pensiero poco casto gli passasse in quel momento per la testa. Ripensò alla neve e ai suoi scii e alla sua caviglia ancora infortunata, qualsiasi cosa lo distraesse da quella scena. Aspettò che Yoongi finisse di impastare fino a che non si trovò fra le mani una sfera di impasto liscio, a cui aveva anche aggiunto quello che Jimin pensò fosse sale.

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